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TACI, IL TUO AMICO TI ASCOLTA ....

Publie le sabato 28 febbraio 2004 par Open-Publishing

Il governo di quel tale che avrebbe dovuto guidare il centro-sinistra
mondiale, è di nuovo nei guai per l’Iraq. Il suo ex ministro Claire
Short gli ha messo tra le gambe la notizia che i servizi segreti
britannici e americani avevano riempito di «pulci» nientemeno che il
segretario generale dell’Onu, Kofi Annan. Tony non smentisce e non
conferma, perché - dice - non può. Ma non può nemmeno chiamare in
giudizio la signora Short. Troppo rischioso, mica è la Bbc.

E poi il suo governo poche ore prima aveva lasciato cadere l’accusa
contro miss Khatarine Gun. La quale aveva rivelato, via fax al The
London Observer, che i servizi segreti statunitensi ordinarono a
quelli britannici di spiare, per conto loro, un certo numero di
diplomatici stranieri delle Nazioni unite. Perché? Per Kofi Annan come
per la storia rivelata da miss Gun, si trattava semplicemente di
raccogliere quello che i russi chiamano «kompromat», materiali
compromettenti. Si voleva sapere, probabilmente tutto della loro vita,
anche privata, in modo tale da poter influenzare i loro comportamenti
nel consiglio di sicurezza sulla faccenda della guerra irachena.

Per la precisione, oltre al segretario generale, gli oggetti di tante
cure erano i diplomatici dei «paesi di mezzo» del consiglio di
sicurezza - Angola, Bulgaria, Camerun, Cile, Guinea, Pakistan - quelli
che sarebbero stati decisivi per raggiungere la maggioranza dei voti,
e così costringere la Francia e la Russia a cedere, o a usare il
diritto di veto, o a rimanere isolati.

Scopriamo così che Blair e Bush stavano compromettendo l’intero
processo democratico delle Nazioni unite, torcevano il braccio a paesi
sovrani, agivano al di fuori delle leggi internazionali per preparare
un atto a sua volta illegale. E forse è solo un piccolo spaccato di un
agire gangsteristico che pare essere diventato la norma.

Che quella guerra fosse, sotto ogni profilo, illegale. Che si
trattasse di aggressione premeditata senza motivi, o per futili
motivi, come la pretesa di esportare laggiù la democrazia americana lo
sappiamo da tempo. Adesso sappiamo di più: che quei lestofanti non
solo hanno massacrato migliaia di civili e qualche decina di migliaia
di militari (che sono persone anche loro) iracheni, ma hanno attentato
e stanno attentando alle nostre libertà democratiche. Perché sarebbe
da ingenui pensare che i vari Echelon in funzione da tempo si occupino
soltanto di diplomatici del Camerun, una tantum. Se sono andati così
in alto da toccare Kofi Annan, chi altri potrebbero risparmiare?

Si occupano, evidentemente, di tutti i politici che possono prendere
decisioni che riguardano, direttamente o indirettamente, «gli
interessi nazionali degli Stati uniti d’America».

Quindi è d’obbligo un avvertimento a tutti. Usate poco le
comunicazioni elettroniche e fate come si faceva a Mosca ai bei tempi
del socialismo reale sovietico. Cioè, se dovete dire qualche cosa a
qualcuno/a, invitatela/o a fare una passeggiata nella via più rumorosa
della città.

Così vorrei chiedere a quelli che non hanno votato per il ritiro dei
nostri da Nassiriya, ma come si fa a stare laggiù in quella compagnia?
Non vi accorgete che in questo modo, dimostrate - tra l’altro - un
solenne disprezzo per l’intelligenza degli iracheni? Non vi passa per
l’anticamera del cervello che loro ci percepiscono laggiù esattamente
per quello che Berlusconi e Bush hanno voluto che fossimo? Cioè degli
aggressori?

Non vi viene voglia, una volta ogni tanto, di fare qualche cosa
neanche «di sinistra» (perché quelli che vi chiedono di votare no sono
molti di più di quelli «di sinistra»), ma semplicemente qualche cosa
che indichi che siete attenti ai sentimenti di una parte preponderante
del vostro stesso elettorato?