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TERRORISMO : Il nemico che viene da dentro
Publie le sabato 9 ottobre 2004 par Open-Publishing1 commento
di LORENZO CILLARIO
C’è una evidente incapacità a comprendere l’attuale fenomeno del terrorismo nelle
sue ragioni storiche determinate: che non sono solo «il problema palestinese», «il
fondamentalismo islamico», ... questo o quel focolaio di tensione, locale o mondiale
che sia. Da destra non hanno interesse a che il fenomeno venga compreso, perché non
si svelino le capacità manipolatorie del sistema sociale in cui viviamo. A sinistra
siamo succubi di un’idea romantica della lotta contro il capitalismo (oggi identificabile
con il «sistema occidentale») e rischiamo di guardare con complicità, se non
addirittura con nostalgica adesione, alle orrende azioni compiute contro esseri
inermi, ormai sotto ogni latitudine del pianeta.
Anonimità è la parola chiave. Per riprodursi ed espandersi il sistema economico e sociale oggi dominante si basa sull’anonimità e l’impersonalità dei suoi funzionamenti e dei comportamenti collettivi. La circolazione globale delle merci, delle informazioni e del denaro presuppone come fondamento che tra le persone ci sia assenza di rapporti. Nessuna profondità, ormai. Conoscenze solo superficiali. Contatti come pura occasione per scambi (di beni, di merci, di valori) e senza coinvolgimento.
L’automatizzazione anche come fenomeno tecnico, informatico, ma soprattutto come referente di meccanismi interpersonali (automazione, superficialità, solitudine ...) è la regola delle relazioni. C’è come una indifferenza profonda a ciò che ci accade intorno, nonostante la retorica unanimistica delle buone intenzioni (le gare di solidarietà a distanza, le raccolte benefiche nel jet-set del sistema televisivo ...). Il vicino di casa intanto stramazza e muore nella nostra più frettolosa indifferenza.
Ogni sistema produce da sé il suo nemico. Non c’è malattia che non generi prima o poi i suoi anticorpi; spesso più patologici della malattia stessa. La travolgente anonimità del nostro «villaggio globale» - che in apparenza pullula di connessioni, scambi, comunicazioni, mentre in sostanza ci allontana da noi, dagli altri e dalla natura - produce il suo nemico: un nemico anonimo, disperato e perdente. Folle. Quel nemico è il terrorismo.
Lo chiamano «terrorismo»: è l’immagine speculare della nostra vergogna. Calpesta gli individui, in particolare l’innocenza, così come gli individui vengono calpestati dalla «ragion di stato», che ovviamente per salvare delle vite non può liberare le detenute musulmane, non può abolire la legge contro l’ostentazione del velo, non può ritirare le truppe da una spedizione ambigua ...
L’individuo è calpestato da uomini sanguinari e senza scrupoli, che sequestrano e uccidono bambini al primo giorno di scuola, che si fanno esplodere in autobus o treni pieni di civili, che precipitano aerei carichi di gente qualunque su grattacieli pieni di gente qualunque ... ma è calpestato, ancor prima, dai principi economici e politici del sistema mondiale. E’ calpestato perché nessuno si cura dell’individuo quando ciò che è necessario è un consumatore anonimo e senza personalità. Basta che compri, che venda, che produca per comprare e per vendere. Basta che l’economia riparta. La morale è un velo. I principi fondamentali sono palafitte corrose.
E l’economia riparte. Con la guerra. Sempre una guerra crea uno spartiacque. Sempre, con la guerra, l’economia si rigenera e riparte. Non è un caso, anche oggi: prima riparte quella americana. Con le spese e gli investimenti di guerra, l’indebitamento dello stato. Il rilancio del volano di sempre: le spese militari: bombe, missili, elicotteri, sistemi di informazioni ... L’economia riparte. La guerra, in Irak o altrove (gente come Saddam e Bin Laden se non ci fosse bisognerebbe inventarla) serve a che l’economia riparta.
Le bombe uccidono a caso. Decine, centinaia, ogni giorno sono i morti, anonimi, esseri incolpevoli, causati dalle «nostre» bombe. Quelle amiche. Da noi. I terroristi pescano nel mucchio e uccidono a caso. Si fanno saltare in aria. Ed è una doppia follia. Per «noi» sono criminali sanguinari (ed è anche così). Per «loro» sono eroi di una guerra contro l’invasione dei loro territori e delle loro culture (ed è anche così). Nella realtà sono la forma più estrema dell’imbarbarimento di un sistema di vita (e del suo antagonista) in cui nessuno conta più nulla. In cui più ci si sente civili e più si è realmente indifferenti.
Il capitalismo barbaro e tecnologico di oggi, il nostro sistema puntellato dalle ideologie della democrazia, della libertà, dell’individuo, fondato in realtà sull’impersonalità della società di massa e sull’indifferenza, questo capitalismo, dai e dai, ha infine prodotto il suo nemico. E lo ha chiamato «terrorismo». E’ un nemico terrorizzante, che viene da dentro, che colpisce i civili. Che non ha volto. Ogni sistema si puntella attraverso la guerra ad oltranza con il suo nemico. Un sistema competitivo fino allo spasmo come il nostro, deve avere un nemico. Bello, visibile. Al di fuori di sé.
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/07-Ottobre-2004/art59.html
Messaggi
1. > TERRORISMO : Il nemico che viene da dentro, 12 ottobre 2004, 14:15
Complimenti per l’articolo, anche se non lo condivido a pieno, che il capitalismo non stia funzionando come si sperava è senz’altro vero, ma il motivo (causa) non la condivido ...
Secondo Me, se il mondo, è cosi,(corrotto) per colpa puramente del egoismo degli individui (ricchi di solito) che non si accontentano, questo dalle aziende medio piccole alle SPA (sopratutto), dove i dirigenti si RUBANO i guadagni dei lavoratori per poi fare fallire l’azienda lasciando i poveri ancora più poveri, tanto loro i soldi per l’avvocato ADESSO gli hanno.
La competizione, secondo me, ci porta a migliorare, di certo portarla allo stremo non è bello, come nessun estremismo in nessun campo.
Ma c’è allo stesso modo l’altra faccia della medaglia, i lavoratori poveri che non lavorano (mi riferisco a certi statali), ma che pretendono, rendendo tutto ancora più difficile.
Quindi, è semplicemente colpa del egoismo umano (e a volte del invidia che si trasforma in aroganza), niente più e nient’alto, e questo quello che dobbiamo combattere.
Per quanto riguarda il terrorismo, è tutt’altro discorso, e mi sembra che con un discorso come il tuo, in fondo si cerca di GIUSTIFICARLI, ma questo non si può fare.
Se il termine guerra di civiltà non Ti piace allora usa guerra di sistemi, forse è anche più coretto.
Noi con tutti i mezzi d’informazione che abbiamo dobbiamo lottare la disinformazione (ma cmq ne abbiamo tante di informazione e possiamo scegliere) loro dall’altra parte, scusate se mi permetto, sono ignoranti e tenuti in tali condizioni (per non aver nessun altra scelta se non quella imposta).
Poi se voliamo parlare di geopolitica,per andare a parlare d’Israele (e non palestina, il nome dato dagli romani, per marcare che erano territori ex-Ebrei) e un’altra cosa ancora .... ma forse qui inizia ad entrare in gioco la disinformazione ....
Sicuramente se non esisteva bin laden lo inventavano, Ti do ragione, ma il fatto che sei cosi seguito semplicemente dimostra che effettivamente c’è veramente un nemico ... (e questo non lo si può negare) ... ed il suo vero scopo l’hai capito?
Mi scuso da prima se sono stato un po’ drastico e non ho spiegato bene tutti gli aspetti, ma certamente capirai che discorsi di questo genere richiedono molto più spazio e tempo.
Vi ringrazio.
Distinti Saluti,
Davide