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Torture: seicento militari israeliani sotto inchiesta
Publie le giovedì 19 agosto 2004 par Open-PublishingLo sciopero della fame che 1500 detenuti palestinesi stanno portando avanti da alcuni giorni all’interno delle carceri israeliane comincia a dare i primi frutti. Confermando quanto denunciato dai prigionieri, la polizia militare israeliana ha confessato oggi che circa seicento soldati sono effettivamente sotto inchiesta per abusi nei confronti dei palestinesi.
114 procedimenti sono inerenti proprio ad umiliazioni ai danni dei prigionieri, 217 a violenze e 88 ad uccisioni. 181 indagini riguardano invece i saccheggi compiuti da uomini dell’esercito nelle case dei palestinesi.
La polizia ha inoltre comunicato che 56 soldati sono già stati condannati dai tribunali militari.
Lo sciopero dei detenuti era proprio rivolto a chiedere migliori condizioni di vita nelle carceri e, soprattutto, la fine delle violenze.
Il leader del comitato per la difesa dei prigionieri, Issa Karake, aveva in particolare chiesto la fine dei metodi di detenzione "umilianti".
In segno di solidarietà con i connazionali in sciopero della fame, il premier palestinese Abu Ala ha proclamato per oggi una giornata di digiuno nei territori.
Da parte sua il ministro della sicurezza interna israeliana, Tzahi Hanegbi, ha fatto invece sapere che non cambierà le regole nei penitenziari anche se "i terroristi in carcere dovessero fare lo sciopero della fame fino alla morte".
La polizia penitenziaria israeliana, preoccupata per la salute dei detenuti, ha invece pensato di cucinare di fronte alle celle delle bistecche, sperando che l’odore della "carne cotta alla brace" possa convincere i prigionieri a desistere dal loro sciopero.