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Tursi, il correntone pronto a uscire dal gruppo Ds Grandi manovre in vista del possibile rimpasto

Publie le giovedì 4 marzo 2004 par Open-Publishing

La geografia politica genovese cambia volto dopo la crisi del G8. La
decisione del sindaco di costituirsi parte civile nei processi ai no global
ha definitivamente scoperchiato la grande pentola dove diessini e comunisti
avevano stipato malesseri e critiche. Grandi manovre sono in corso nel
"Correntone", la minoranza interna della Quercia, e attorno al Pdci
(naturale candidato a ospitare i transfughi di Rifondazione). Il sindaco
Giuseppe Pericu guarda a tutto ciò non senza preoccupazioni, anche se
nessuno mette in discussione i voti che gli garantiranno di portare a
termine la legislatura.

L’operazione più evidente si materializza stamattina proprio in casa Pdci.
Il capogruppo a Tursi Tirreno Bianchi disegnerà il futuro del gruppo
insieme al suo nuovo componente, Roberto Delogu (ex capogruppo di
Rifondazione). Trasferimento e riorganizzazione del gruppo dei comunisti
italiani in commissione e per i lavori consigliari troverà immediata
operatività. «Ma noi - dice Bianchi - non abbiamo di certo aperto il calcio
mercato. E non chiediamo nulla».

Tra i Ds il malcontento tra i berlingueriani troverà definitivo sfogo
dopodomani mattina, al più tardi lunedì. In ogni caso prima della riunione
del comitato provinciale convocato da Mario Tullo per lunedì sera. Il
coordinatore genovese dei berlingueriani ha convocato la riunione di
corrente e all’ordine del giorno c’è la proposta avanzata da alcuni per
separare i gruppi in Comune e in Provincia alleandosi con Verdi e comunisti
italiani (in Comune lo ha fatto Fulvio Molfino, in Provincia Giuseppe
Palmeri).

«Le difficoltà sono emerse in tutta la loro pesantezza - dice Sassano -
negli ultimi 15 giorni. Ci chiedono di garantire i 27 voti per sostenere
Pericu, diciamo che questo non è un problema, che nessuno lo mette in
discussione. Ma questo continuo richiamo all’ordine non possiamo più
ascoltarlo, adesso ci servono risposte politiche». Sui temi globali (a
partire dal voto sulle truppe in Iraq) e sui temi locali (dalle acciaierie
al trasporto pubblico fino al G8). «Nessuno vuole far precipitare le cose,
ma le cose rischiano di precipitare da sole».

È vero: Palmeri in Provincia si è già mosso. Ieri, a margine del consiglio,
ha incontrato l’ex diessino Prete, il verde Benzi e ha telefonato al (ex?)
rifondatore Gianelli. Presto la riunione ufficiale per costruire il
progetto di una Lista (e di un gruppo) di unità a sinistra, «chiamatelo
gruppo rosso-arcobaleno, se volete». «Il malessere ha raggiunto il massimo
stadio - afferma Palmeri - adesso dobbiamo percorrere altre strade. Ci
hanno chiesto una pausa di riflessione, aspetteremo la votazione in
Parlamento sull’Iraq. Poi ci metteremo al lavoro».

I numeri per mettere insieme il gruppo ci sono tutti. Prete è già al gruppo
misto, Gianelli non ha strappato la tessera di Rifondazione ma è in totale
rotta di collisione con la segreteria genovese, Benzi è da solo e non ha un
buon rapporto con il "suo" assessore Bobbio. Palmeri ha come compagno di
corrente nel maxi-gruppo Ds Ivano Moscamora, che «sta riflettendo». Ma
bastano tre nomi. Discorso simile a Palazzo Tursi, dove il gruppo
«rosso-verde» potrebbe includere anche i due del Pdci.

E se fino a ieri si era appassionato alla discussione, esce di scena
l’assessore di Rifondazione Dante Taccani. Ieri ha rassegnato le sue
dimissioni, e Pericu le ha accettate in velocità. «Il sindaco - racconta
Taccani - sapeva il perché di quell’incontro che gli avevo chiesto, abbiamo
parlato cordialmente e ragionato sulla migliore maniera per garantire
continuità alle attività dell’assessorato. Lui si è dichiarato consapevole
della situazione politica. Da oggi non sono più assessore, stamattina
consegnerò il telefonino di servizio e libererò i miei uffici».