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UN MINISTRO PAGLIACCIO:CHI NON SALTA ITALIANO E’

Publie le venerdì 19 marzo 2004 par Open-Publishing

Storace contro Castelli: un pagliaccio padano
di Giovanni Visone

«Chi non salta un italiano è, è», cantavano mercoledì davanti a Montecitorio, i Giovani Padani, calati sulla capitale «come i Celti di Brenno». E il guardasigilli Roberto Castelli saltellava insieme a loro, con la faccia beata di un bambino finalmente libero di giocare. «Sono un cittadino libero, salto quanto mi pare», ha detto più tardi, cercando di giustificarsi. Ma é difficile pensare che un ministro della Repubblica non si rendesse conto che il suo gesto sarebbe apparso una provocazione oltre che una caduta di stile. E il giorno dopo le critiche gli sono piovute addosso da avversari e alleati.

È stato uno spettacolo volgare, triste e ridicolo, ha detto il sindaco di Roma Walter Veltoni, che «ha toccato le vette del grottesco» quando il ministro della Giustizia si è messo a saltare. «Ancora una volta - ha aggiunto - è necessario ricordare che i ministri della Repubblica hanno giurato sulla Costituzione ed hanno quindi il preciso obbligo morale e giuridico di rispettare le istituzioni e la dignità dello Stato e della sua capitale. Se non lo fanno loro, chi ha la responsabilità del governo ha il preciso dovere di richiamarli agli obblighi della decenza».

Da Palazzo Chigi, però, non arriva neanche un commento. Né dal premier, il che è ormai un’abitudine, né dai ministri. Tace il vicepresidente Gianfranco Fini, nonostante ieri sia stato salutato dalla gioventù leghista con ripetuti "vaffa" e insulti al suo partito. Tace Ignazio La Russa («la Russa terrone, torna in meridione», cantavano i ragazzi della Padania). Forza Italia non fiata. Gli unici che si prendono la briga di rispondere, usando anche parole molto dure, sono i soliti noti: il presidente del Lazio Storace, insieme a qualche esponente minore di An, e i vertici dell’Udc. Secondo Storace, Castelli «ieri ha fatto una cosa veramente grave». Il ministro, aggiunge il leader della Destra Sociale, «saltellando ci vuole convincere di non essere italiano. Penso che nemmeno se fa mille capriole ci convincerà di non essere un pagliaccio».

Parole di fronte alle quali Castelli si è risentito: «Dandomi del pagliaccio - ha replicato - Storace si comporta veramente da maleducato. Mi dispiace per lui». Secca la nuova risposta di Storace: «Ha ragione il ministro Castelli: sono un maleducato. Sono pronto a chiedergli scusa un minuto dopo che avrà chiesto scusa agli italiani». Gli unici del suo partito dar man forte al governatore del Lazio sono i senatori Francesco Bevilacqua e Michele Bonatesta: «Castelli - afferma quest’ultimo - dovrebbe ringraziare i senatori di An per la compostezza dimostrata ieri nell’aula di Palazzo Madama, quando è entrato col capello scomposto per i suoi saltelli anti-italiani. E dovrebbe fare tesoro della maturità politica da loro dimostrata senza tirare ulteriormente la corda e alimentare una polemica che lo vede indifendibile».

Duri anche i commenti dei centristi. Primo fra tutti il segretario Marco Follini: «Ho stima del ministro Castelli - ha detto - ma il fatto che si sia messo a saltare in piazza, lo trovo patetico». Anche per lui il guardiasigilli ha pronta una replica impermalosita: «Forse - ironizza - la sua è solo invidia perché, a giudicare dal fisico che ha, non mi pare sia in grado di saltellare». Ed è di fronte a questa dichiarazione che Luca Volonté, capogruppo dell’Udc alla Camera, commenta: «Il ministro della Giustizia Roberto Castelli era patetico ieri e lo conferma ampiamente anche oggi».

La giornata difficile del ministro, che evidentemente mal digerisce le critiche, anche quando se le va a cercare, è proseguita nel pomeriggio. Nel corso della registrazione della trasmissione Telecamere (andrà in onda domenica) Castelli si è visto rimproverare anche dal segretario dei Comunisti italiani Oliviero Diliberto per i suoi saltelli spensierati. All’inizio la sua reazione è stata difensiva: «Ho saltato quando i Giovani Padani mi hanno invitato a farlo insieme a loro - ha detto - Ho manifestato gioiosamente, in modo civile. Non è una prerogativa dei girotondini, posso farlo anch’io come libero cittadino». Alla fine, però, è sbottato: «Meglio saltare con i giovani padani che mandare in giro la gente a sprangare come fai tu», ha detto a Diliberto. E poi, riferendosi a Silvia Baraldini: «A differenza di te, io non ho omaggiato con tutti gli onori una terrorista sottratta dal governo D’Alema, alla pena cui era stata condannata negli Stati Uniti». Dura la reazione del segretario del Pdci: «Ti querelo - ha risposto - e spero che stavolta non ti nasconderai dietro l’autorizzazione a procedere».
Proteste contro il ministro della Giustizia arrivano infine anche dalla Uilpa penitenziari e dal Sappe, sindacato autonomo di polizia penitenziaria.

Da L’Unita