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Ue, migranti: l’Inghilterra calpesta diritti basilari
par Massimo Lauria
Publie le venerdì 24 gennaio 2014 par Massimo Lauria - Open-PublishingLa destra di Cameron blocca sussidi per la casa e progetti di edilizia sociale per bulgari e rumeni disoccupati. I laburisti applaudono e l’Ue dice: così non va.
C’è del marcio in Inghilterra. Finalmente se n’è accorto anche il Financial Times, che ha riportato da Strasburgo le gravi preoccupazioni degli Stati membri sulla deriva populista e xenofoba del primo ministro David Cameron e del suo governo. Le nuove misure sull’immigrazione comunitaria devono essere sembrate esagerate perfino ai moderati europeisti, che applaudono ai presunti benefici delle politiche economiche neoliberiste.
Impedire la mobilità all’interno della comunità europea ai propri cittadini, attraverso il blocco dei sussidi per la casa e i progetti per l’edilizia sociale a favore dei disoccupati migranti, non rappresenta solo una violazione dei diritti fondamentali dei cittadini Ue: già questo dovrebbe bastare a fermare la folle deriva dei governanti inglesi. Ma - vista dai fautori del libero scambio - la situazione è anche più grave, perché mina dall’interno le leggi sui consumi.
«Il diritto dei lavoratori alla mobilità all’interno dell’Unione Europea resta una delle spinte maggiori che possono stimolare la ripresa economica», bacchetta la cristiano democratica lussemburghese Viviane Reding, che è vicepresidente della Commissione europea e commissario per i diritti fondamentali e la cittadinanza. Ogni tentativo di porre limiti a questa mobilità, rilancia Strasburgo, significa discriminare i lavoratori immigrati.
Come i democristiani tedeschi del Csu, anche i conservatori inglesi temono un’invasione di bulgari e rumeni entro i confini del regno di Sua Maestà. E siccome, fanno sapere da Londra, "il nostro welfare è vantaggioso per i lavoratori disoccupati", è necessario correre ai ripari, riducendo per legge la possibilità di usufruire dei favori dello Stato britannico. Le norme anti immigrati, già annunciate da tempo potrebbero entrare in vigore ad aprile.
E mentre la ministra degli Interni Theresa May e il ministro per il Lavoro e le Pensioni Iain Dunkan Smith, annunciano il prossimo giro di vite, da Strasburgo sono costretti a ricordare a Cameron che il suo governo se la prende con cittadini europei. Preoccupazione che non colgono nemmeno i laburisti britannici. Anzi, il centro sinistra inglese applaude alle misure del centro destra, cavalcando lo stesso treno dell’anti immigrazione.
Addirittura la socialdemocratica Rachel Reeves, ministro ombra per il Lavoro e le Pensioni, annuncia l’ok dei labour ai test per valutare se i lavoratori potranno godere dei sussidi sociali del governo inglese. E poi, ai microfoni dei giornali inglesi, rilancia con la proposta dell’aumento di 20 sterline a settimana per il sussidio di disoccupazione, ma solo per chi ha pagato i contributi previdenziali negli ultimi cinque anni.
Ma i cronisti le fanno notare la natura discriminatoria della sua proposta, visto che svantaggerebbe innanzitutto i nuovi arrivati, che cinque anni prima non erano nemmeno nel paese. Solo un dato: un sondaggio del Sunday Mirror rivela che la percezione del problema immigrazione è falsata. La maggioranza degli intervistati credono che il sussidio di disoccupazione favorisca 400 mila immigrati, mentre a goderne sono solo in 60 mila.