Home > Un Medio Oriente abbandonato alla soldatesca
di Richard Labévière
Diciamolo chiaramente, « la Road map é ormai morta e sepolta. Posto alla soldatesca,
più che mai ». E’ un diplomatico europeo a parlare cosi’, ieri a New York, all’uscita
dalla seconda riunione ministeriale annuale del Quartetto, il collegio di mediatori
internazionali per il Medio Oriente formato da Stati Uniti, Unione Europea, Russia
e Nazioni Unite.
Mentre il primo ministro israeliano ripete le sue minacce di morte contro Yasser
Arafat che, fino a prova contaria, resta il presidente eletto dell’Autorità palestinese,
mentre il presidente candidato George Bush ha chiamato martedi, dalla tribuna
dell’Assemblea generale dell’ONU, i leader del mondo a tagliare i ponti con il
vecchio dirigente palestinese, il Quartetto deve constatare il suo fallimento
e la sua impotenza di fronte ad uno scontro israelo-palestinese che non fa che
peggiorare.
Le operazioni militari dell’esercito israeliano continuano a moltiplicarsi ed intensificarsi. La costruzione di qualcosa come 1500 colonie israeliane supplementari é stata lanciata il mese scorso e dubbi sempre più forti pesano ormai perfino sull’utilità di un Quartetto che non fa che guardarsi la punta delle scarpe.
Eppure, lo svolgimento dell’Assemblea generale dell’ONU é sempre, tradizionalmente, un’occasione per ravvivare la fiamma della pace. L’anno scorso, in occasione della 58.ma sessione, non meno di ventuno risoluzioni sono state adottate dall’Assemblea generale sul Medio Oriente. L’UE ha votato a favore della maggior parte di questi testi, compresi quelli che condannano la costruzione del « muro » israeliano. Il 9 luglio scorso, la Corte internazionale di giustizia, uno dei principali organismi delle Nazioni unite, ha dichiarato illegale la costruzione del muro israeliano sul territorio palestinese, reclamando il suo smantellamento ed il versamento di riparazioni ai Palestinesi danneggiati dall’opera. Tel Aviv ha subito dichiarato che non avrebbe tenuto conto del parere della Corte ed annunciato l’accelerazione della costruzione del muro, posizione riaffermata ieri all’ONU in consultazioni informali dal capo della diplomazia israeliana Sylvan Shalom. Dal 1948 il Consiglio di Sicurezza, l’Assemblea generale e la Commissione per i diritti dell’uomo delle Nazioni unite hanno adottato più di quattrocento risoluzioni riguardanti il conflitto israelo-palestinese. A tutt’oggi nessuna, nessuna ha conosciuto neanche un accenno di applicazione.
Mediante le nuove tecnologie, fra cui le televisioni satellitari, le opinioni pubbliche del mondo arabo-mussulmano hanno ormai accesso a queste informazioni. Come spiegare loro che si bombarda la Serbia, il Kossovo o l’Irak in nome di risoluzioni del Consiglio di sicurezza quando, malgrado le ingiunzioni internazionali della stessa istanza, si abbandona alle soldatesche le popolazioni civili, ostaggi del conflitto israelo-palestinese ? Lo scontro di civiltà fra Oriente e Occidente non puo’ che aggravarsi se non lo si affronta diversamente.
Tradotto dal francese da Karl e Rosa - Bellaciao
Source: http://bellaciao.org/fr/article.php3?id_article=9674