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Un appello per il 2 marzo

Publie le mercoledì 4 febbraio 2004 par Open-Publishing

Il 2 Marzo prossimo saranno processati a Genova 26 manifestanti tra i
molti che hanno partecipato al contro G8 del 2001.

Alcuni di loro hanno tirato sassi contro le vetrine.

Alcuni stavano a guardare.

Alcuni hanno tirato sassi contro le forze dell’ordine.

Tre erano in piazza Alimonda, come Carlo.

Tutti devono rispondere di devastazione e saccheggio, e per questa
imputazione rischiano svariati anni di carcere .

Abbiamo visto i filmati che riprendono nelle piazze e nelle strade di
Genova carabinieri, poliziotti, guardie di finanza mentre manganellano,
feriscono, prendono a calci, rompono braccia, gambe, denti, mascelle, teste
di manifestanti inermi: nessuno di loro è indagato; solo "quelli" della
Diaz e di Bolzaneto (ma non tutti, date le difficoltà di riconoscimento)
saranno chiamati a rispondere di qualcosa, ma intanto si parla di
trasferire il procedimento a Torino, quindi di ricominciare tutto daccapo,
con altri viaggi, altre difficoltà per chi ha sporto denuncia.

Non credo sia nostro compito giudicare le singole azioni degli uni o
degli altri. Il problema sta a monte, nella responsabilità politica e nella
gestione dell’ordine pubblico. Il problema è che, da parte della
magistratura e dell’informazione, non si è mai voluto prendere in esame la
dinamica complessiva degli "incidenti" di quelle due giornate: la teoria
secondo la quale le violenze dei manifestanti hanno provocato le
"esagerazioni" da parte delle forze dell’ordine è totalmente falsa, lo
sappiamo ma nessuno lo dice.

In quei giorni sono state compiute ingiustizie insopportabili.

Staremo in silenzio mentre se ne compiono altre?

Staremo in silenzio mentre dei ragazzi verranno buttati in galera come
dei delinquenti o dei terroristi?

E cosa diremo poi agli altri, a tutti quei giovani che vogliono credere
nella giustizia?