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Un milione di firme contro la legge 40

Publie le sabato 2 ottobre 2004 par Open-Publishing

Dazibao


Fecondazione, dopo mesi di raccolta, depositato in Cassazione il doppio
delle adesioni necessarie per il referendum abrogativo

di Andrea Milluzzi

Era dal mese di aprile, quando la battaglia per il referendum abrogativo della
legge sulla fecondazione assistita ha avuto inizio, che questo momento era atteso.
Gli sforzi di migliaia di volontari hanno avuto il loro coronamento, quando
alla Corte di Cassazione sono state depositate più di 1 milione di firme, il
doppio di quelle stabilite dalla legge per la richiesta della consultazione popolare.
750mila quelle raccolte per i 4 quesiti parzialmente abrogativi.

E’ un grande successo dei Radicali, promotori della raccolta firme, di Rifondazione
comunista, Verdi e Italia dei Valori che l’hanno appoggiata, così come del comitato
trasversale per gli altri quesiti, comprendente Pdci, Ds, Sdi e parte dei Repubblicani
e di Forza Italia. A scaricare i pacchi contenenti le schede hanno voluto essere
presenti tutti i protagonisti: da Marco Pannella, Daniele Capezzone e Rita Bernardini
per i Radicali, a Luca Coscioni, presidente del partito, accolto al suo arrivo
da un fragoroso applauso, da Tiziana Valpiana, Erminia Emprin e Gabriella Stramaccioni
per Rifondazione comunista a Gavino Angius e Katia Zanotti per i Ds; poi Bondi
e Del Pennino, Maura Cossutta dei Comunisti italiani, Loredana De Petris dei
Verdi, Bobo Craxi del nuovo Psi, Nessuno tocchi Caino e il comitato delle associazioni «NO
alla legge 40».

Cartelli al vento: «Decidi tu, non lo Stato», «Decidi tu, non il Vaticano» quelli appesi al collo dei Radicali, «Una legge contro le donne. Cancelliamola» quello di Rifondazione e del Forum delle Donne. Flash e telecamere cercano i sorrisi, le strette di mano e gli abbracci che si sprecano in questa occasione di felicità per una vittoria «che abbiamo sempre cercato con forza, ma di cui non sempre eravamo certi» racconta Rita Bernardini; «Un milione e rotti di firme per il quesito totalmente abrogativo parlano da sole» ha commentato Marco Pannella «adesso, se la Corte approverà il referendum, il problema sarà difenderle dalle oligarchie di destra e di sinistra che da decenni hanno paura di dare la voce ai cittadini». «E’ un risultato straordinario, di cui, da segretario di partito, mi sento in dovere di ringraziare soprattutto il Prc, che ha dato un contributo serio ed importante» sottolinea Daniele Capezzone, che poi lancia un monito a chi di dovere: «Non ci provino i partiti a togliere la voce ai cittadini».

I taccuini dei cronisti si riempiono di frasi e figure. Le più curiose sono senza dubbio quelle dei vari Angius, Valpiana, Pollastrini e via dicendo che si adoperano per scaricare i numerosi pacchi catalogati per portarli negli uffici della Cassazione. A urne chiuse, la discussione si sposta sul futuro di questa lotta, soprattutto quando i tentativi di arrivare ad una modifica legislativa della legge 40 si sprecano in un ramo e nell’altro del Parlamento: «Queste firme costituiscono un potere negoziale con cui ogni proposta di modifica non potrà non fare i conti» esordisce Zanotti «anche se a mio parere questa legge è inemendabile, il vero potere sta nel popolo. Ci tengo poi a sottolineare il grande successo delle donne in questa campagna». Ancora più decisa Tiziana Valpiana: «E’ un momento importantissimo. La gente ha capito la posta in gioco, nonostante l’oscurantismo della Tv e adesso questo avrà un peso contro chiunque preferisca qualsiasi modifica all’abrogazione. Quello che serve in materia è un regolamento dei centri ed una normativa più leggera possibile». Giustamente, ognuno si gode anche i frutti del proprio lavoro, come nel caso di Barbara Pollastrini, coordinatrice delle donne Ds: «Le 750mila firme raccolte in poco tempo per i quesiti parziali sono un risultato politico-culturale significativo. E’ chiaro che gli italiani chiedono una buona legge, non un pasticcio. Altrimenti andremo al referendum»; cosa si intenda per "buona legge", lo spiega Pollastrini stessa: «Una legge leggera, sul modello di quella spagnola, che contenga i punti-obiettivo dei quesiti parziali e che garantisca sicurezza alle donne». «L’importante è che il dibattito sia uscito dalle sedi istituzionali per andare fra la popolazione» sottolinea Monica Soldano, del comitato delle associazioni. Ma adesso non si può svendere questa battaglia a colpi di emendamenti». «Un milione di firme significa referendum» taglia corto Erminia Emprin «chi pensa di poter modificare la legge in Parlamento non vuole misurarsi con la democrazia ed il pluralismo».

Dopo la consegna, tutti a Campo de’ Fiori per festeggiare fino a mezzanotte sotto la statua di Giordano Bruno, con discorsi, ospiti illustri e una mostra fotografica. Tutto quello che da mesi era pronto ad esplodere ha avuto l’occasione di farlo.

http://www.liberazione.it/giornale/041001/LB12D6B2.asp