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Un voto per la pace

Publie le lunedì 16 febbraio 2004 par Open-Publishing

Luigi Ciotti, Gino Strada, Alex Zanotelli hanno diffuso questa nota in
merito all’imminente votazione in Senato sulla continuazione della
presenza di militari italiani all’estero:

"Il Parlamento italiano si accinge a deliberare sulla rinnovata
partecipazione delle truppe italiane alla guerra all’Iraq e
all’occupazione di quel paese, in aperta rottura con l’articolo 11 della
Costituzione, con lo Statuto delle Nazioni Unite, con il diritto
internazionale e con la sensibilità e le richieste del movimento per la
Pace.

Chi ha manifestato perché l’Italia non si associasse a questa avventura
militare trova nei tragici sviluppi di questi giorni conferma delle sue
ragioni e chiede oggi che quell’avventura cessi. La richiesta del
movimento per la Pace è inequivocabile: ritiro delle truppe italiane
dall’Iraq, subito.

Chi non è portatore di questa richiesta non appartiene al Movimento per
la Pace. Non si può marciare da Perugia ad Assisi e poi essere indecisi
o compiacenti sulla decisione di abbandonare una guerra coloniale che
non ha mai avuto alcuna legalità o giustificazione.

Le forze politiche e, in ciascuna di esse, i parlamentari che
rifiuteranno queste richieste non dovranno mai più contare sul voto di
chi si sente tradito sui temi decisivi della Pace, della fedeltà alla
costituzione, dei diritti umani, del diritto internazionale.

A queste univoche richieste e a questi irrinunciabili valori dovrà
ispirarsi la manifestazione prevista per il 20 marzo per produrre
chiarezza e non inganni".

Mentre veniva diffuso questo appello Antonio Martino, ministro della
Difesa della Repubblica italiana, ha dichiarato che l’Italia discuterà
la richiesta della Nato per un maggiore impegno militare del nostro
Paese in Afghanistan. Il ministro ha detto che la decisione verrà presa
prossimamente dal Consiglio dei Ministri e sottoposta al Parlamento.

"L’Italia -ha dichiarato Martino- si farà carico di uno dei cinque team
che verranno dislocati sul territorio afgano. Se ci verrà assegnata una
provincia tranquilla serviranno circa cento uomini. Altrimenti
serviranno tre o quattrocento unità."

Si tratta di uomini che andrebbero ad aggiungersi al contingente
italiano, composto da oltre cinquecento militari inquadrati nella forza
multinazionale Isaf, già presente in Afghanistan dall’inizio del 2002.

http://www.peacereporter.net/it/canali/voci/interviste/040213appello