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Una nuova secessione nel Biafra?

Publie le martedì 17 agosto 2004 par Open-Publishing

di Matteo Fagotto

Poco meno di 40 anni dopo la fallita guerra per l’indipendenza, il Biafra torna ad infuocarsi. Il MASSOB (Movement for the Actualisation of the Sovereign State of Biafra), un movimento indipendentista creato nel 1999, ha proclamato per il 26 agosto uno sciopero generale di tutta la popolazione di etnia Igbo, che conta circa 30 milioni di persone in tutto il paese ed è maggioranza in cinque stati della Federazione Nigeriana. Secondo l’AFP lo scopo della mobilitazione sarebbe la rivendicazione della libertà e indipendenza per lo stato del Biafra, che già nel 1967 tentò di staccarsi dalla Nigeria ma fu piegato dopo 3 anni di guerra civile che provocò più di un milione di morti.

Comprensibile che, in una situazione del genere, le forze di sicurezza nigeriane si siano mobilitate per scongiurare il pericolo: è scattata una vera e propria caccia all’uomo nei confronti dei principali esponenti del MASSOB, che è stato dichiarato fuorilegge nel 2001. Nel 2003 e lo scorso giugno due operazioni della polizia avevano portato alla cattura di una quarantina di uomini, successivamente liberati su decisione di una corte nigeriana.

Un mese di sangue

Ma il problema del Biafra non è l’unico che le autorità nigeriane si trovano a dover risolvere: la cronica instabilità nella regione del Delta persiste. Le operazioni di polizia che miravano a sradicare la criminalità organizzata delle gang che operano nell’area dei pozzi petroliferi hanno raggiunto solo in parte l’obiettivo. Nelle ultime settimane almeno 16 persone sarebbero morte negli scontri tra le varie gang e la polizia.

Inoltre, secondo il quotidiano This Day sei lavoratori della compagnia petrolifera Consolidated Oil sarebbero stati rapiti a fine luglio, pochi giorni dopo che la Shell aveva deciso la riapertura dei propri impianti per le migliorate condizioni di sicurezza. Uno smacco per il governo nigeriano, che nella pacificazione della zona del Delta sta investendo molto soprattutto a livello di immagine.

Un’immagine che ha subìto un altro duro colpo agli inizi di luglio, quando una sconcertante battaglia interna alle forze di sicurezza ha provocato la morte di una persona e il ferimento di altre 26. Lo scontro ha avuto come protagonisti la polizia nigeriana e alcuni ufficiali della Nigerian Air Force, che per vendicarsi della morte di un loro collega avvenuta per mano della polizia hanno organizzato una due giorni di caccia al poliziotto armati di pistole, bastoni e coltelli.

Un episodio che ha costretto lo stesso Ministro della Difesa ad intervenire, creando una speciale commissione d’inchiesta per far luce sull’accaduto. L’episodio, per quanto possa sembrare bizzarro, è comunque la spia di come la Nigeria sia uno stato solo sulla carta, martoriata com’è da lotte etniche, religiose, tra gang e ora anche tra le forze di sicurezza. Prova ne sono i circa 250.000 sfollati provocati dagli scontri religiosi tra cristiani e musulmani dello scorso maggio che non sono ancora riusciti a far ritorno alle loro case.

A completare un quadro già di per sé fosco è arrivata la scoperta di più di 80 cadaveri mutilati, avvenuta la scorsa settimana nello stato sudorientale di Anambra. Sembra che le vittime siano state sacrificate durante messe nere o rituali magici. La polizia ha arrestato una trentina di persone, che hanno però negato qualsiasi coinvolgimento nella questione.

http://www.warnews.it/index.php/content/view/1103/29/