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VENEZUELA: Chavez, oratore e provocatore infaticabile
Publie le lunedì 16 agosto 2004 par Open-PublishingResta al potere, ma comunque quattro elettori su dieci avrebbero voluto la revoca immediata del suo mandato presidenziale. Negli ultimi anni i venezuelani si sono divisi tra chi ama a chi odia Hugo Chavez. Ed è proprio la capacità di dividere l’elettorato che contraddistingue il
presidente del Venezuela, giunto al potere per la prima volta nel
1998 con il 57 per cento dei voti. E con la promessa di sradicare
la corruzione imperante, mentre il vecchio potere si stava sgretolando.
Nato a Sabaneta nel 1954, figlio di un’insegnante, Chavez uscì dalla scuola militare nel 1975 con una laurea in ingegneria. Ha cinque figli ed è un appassionato di baseball.
Oratore infaticabile, capace di tenere la folla per ore, è cattolico praticante e amico di Fidel Castro. Fondatore del Movimento V Repubblica e tra gli iniziatori della «rivoluzione pacifica» bolivariana, oggi oltre a rappresentare un riferimento storico politico per il paese, è anche una presenza televisiva costante.
«Alo Presidente» (ciao presidente) è il suo tv show dal vivo, in
onda ogni domenica. Ed è proprio nel giorno del riposo settimanale che i suoi sostenitori si riscoprono in milioni. In particolare nelle baraccopoli dei sobborghi della capitale Caracas.
Considerato un grande provocatore, non perde mai occasione per
una polemica. Contro i petrolieri: li ha descritti come uomini da vita negli chalet, dove «bevono whisky e praticano orge». Contro la Chiesa: staffilate verso i vescovi in un paese a schiacciante maggioranza cattolica. Contro gli Stati Uniti: i rapporti con Washington si sono complicati già durante la guerra nell’Afghanistan dopo l’11 settembre, in seguito alle accuse del presidente venezuelano indirizzate agli Usa: «combattono il terrore con il terrore».
Anche grazie alle sue uscite, questo ex tenente-colonnello tiene
alta l’attenzione internazionale sul Venezuela. I suoi primi 50 anni sono stati celebrati lo scorso 28 luglio. La sua carriera politica è invece iniziata il 4 febbraio 1992 con un tentativo di colpo di stato: cercò di spodestare il governo dell’allora presidente Carlos Andrès Perez. Il fallimento nell’impresa gli valse due anni di detenzione: approfittò del periodo per stendere il programma del suo progetto di rivoluzione «pacifista e democratica» ispirata a Simon Bolivar, eroe dell’indipendenza latinoamericana. E anche oggi, dichiarandosi vincitore nel referendum che avrebbe potuto metterlo fuori scena, ha detto che si tratta di una vittoria «della Costituzione bolivariana»