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Venezuela: un mare di consensi per Hugo Chavez

Publie le lunedì 16 agosto 2004 par Open-Publishing

Dazibao


"La vittoria degli ultimi.
Ed è ora
che la sinistra europea abbandoni un certo snobismo"

Ascolta il commento di Fausto Bertinotti, segretario Prc (561
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Solo l’opposizione venezuelana denuncia brogli

di Red

Il presidente venezuelano Hugo Chavez ha vinto il referendum popolare che doveva
decidere sulla revoca del suo mandato presidenziale. Secondo i dati provvisori
diffusi da Francisco Carrasquero, presidente del Consiglio elettorale nazionale
(CEN), i «no» alla revoca sono stati il 58 per cento dei voti espressi, mentre
i «si» si sono attestati ad appena il 42 per cento.

Ma l’opposizione ha già fatto sapere che si opporrà alla convalida del risultato.
Poco prima dell’annuncio di Carrasquero, Ezequiel Zamora e Solbella Mejias, rappresentanti
dell’opposizione nel Consiglio elettorale, hanno detto che non tutti i controlli
era stati effettuati e loro non accettavano l’annuncio della vittoria di Chavez.
E comunque l’opposizione venezuelana ha lasciato intendere che la conta dei voti
sia stata viziata da alcune irregolarità. Ma è una voce isolata. Nessuno, tra
osservatori stranieri e governi, ha parlato di brogli elettorali.

Con il referendum i venezuelani dovevano scegliere se mantenere al governo Chavez fino alla scadenza del suo mandato nel 2006. Accusato di comportamento dittatoriale e cattiva gestione dell’economia, il presidente gode del sostegno degli strati più poveri della popolazione ed è sopravvissuto ad un tentativo di colpo di stato nel 2000 e ad lungo sciopero del settore del petrolio, di cui il Paese è uno dei principali esportatori mondiali. E proprio a proposito di petrolio, Hugo Chavez ha dichiarato di voler «garantire la stabilità del mercato mondiale del petrolio». Un modo per rassicurare l’Opec (Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio) e i mercati, che seguivano attentamente l’esito del referendum, temendo un rialzo politico dei prezzi dovuto all’instabilità del paese. Rialzo che non c’è stato. La vittoria di Chavez ha infatti determinato, sia a New York che alla borsa di Londra, un ribasso del costo del greggio.

La partecipazione popolare al referendum è stata massiccia e l’orario di apertura dei seggi è stato prolungato per ben due volte fino a mezzanotte. Ma anche questa estensione non è stata sufficiente e molti seggi sono rimasti aperti per permettere agli elettori in fila di depositare la scheda nell’urna. Secondo le stime l’affluenza supererà l’80%, un vero record per il Venezuela: quando Chavez fu eletto la prima volta nel 1998 votò il 36,5%, mentre per la sua rielezione nel 2000 l’affluenza fu del 43,8%.

«Con il suo esperimento Chavez ha portato al governo del Venezuela per la prima volta nella sua storia le ragioni dei poveri e degli indigeni» ha commentato il segretario di Rifondazione comunista Fausto Bertinotti. «Per questo abbiamo sempre solidarizzato con quella esperienza. E abbiamo pensato anche nei momenti più difficili, che essa fosse sostenuta dalla maggioranza del popolo venezuelano. Ma ora il voto voluto dall’opposizione taglia la testa al toro. Con l’esercizio democratico del voto, il Venezuela ha detto inequivocabilmente che il governo di Chavez è il suo governo». Bertinotti aggiunge: «Ora i tanti che anche tra le forze democratiche italiane avevano guardato con avversione o sospetto questa esperienza, dovranno ricredersi».

Radio Caracas ha riferito che a mezzanotte meno del 30% dei seggi ha potuto chiudere le operazioni di voto. Gli elettori hanno atteso in media sei ore per poter votare e molti si era muniti di sedie e provviste. L’ex presidente americano Jimmy Carter, che guida gli osservatori internazionali al voto, ha parlato «della maggiore affluenza» da lui mai vista.

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