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Violenze sui no global in caserma, i pm di Napoli confermano l’accusa più grave
Publie le domenica 14 marzo 2004 par Open-Publishing«Alla Raniero fu sequestro di persona»
Violenze sui no global in caserma, i pm di Napoli confermano l’accusa
più grave
E’ durata oltre cinque ore, di fronte al gup Maria Picardi del tribunale
di Napoli, la terza udienza preliminare per i fatti del 17 marzo 2001.
Come si ricorderà, dopo le cariche della polizia che dispersero i
manifestanti che contestavano il Global Forum, centinaia di persone
furono trasportate dagli ospedali alla caserma Raniero. Circa un
centinaio di fermati denunciarono di aver subito percosse, ingiurie,
offese e perquisizioni anali. L’inchiesta che ne seguì, condotta dai pm
Marco Del Gaudio e Francesco Cascini, è ora giunta ad un punto cruciale,
33 le richieste di rinvio a giudizio per gli agenti e i due funzionari
di polizia responsabili della caserma. I pm hanno ribadito in aula
l’impianto accusatorio in parte disatteso dal tribunale del riesame e
dalla cassazione, che bocciò l’accusa di sequestro di persona.
Del
Gaudio, il primo ad intervenire, ha citato la giurisprudenza della Corte
europea dei diritti dell’uomo in materia di trattamenti inumani e
degradanti. Francesco Cascini ha difeso con forza il lavoro della
procura, ribadendo che, per come si sono svolti i fatti, altra ipotesi
non può configurarsi: non si tratta di arresto illegale sostiene il pm,
ma di vero e proprio sequestro di persona. Per i primi 20 fermati, dice
infatti Cascini, si procedette in assenza di qualsiasi formalità, anche
al di fuori dei poteri concessi dalla legge Reale. E muoversi al di
fuori di ogni procedura non è semplice abuso di potere, ma una
restrizione ingiustificata della libertà personale che in quanto tale va
sanzionata. I pm hanno contestato anche i reati di violenza privata e di
lesioni personali aggravate.
I presunti responsabili dei peggiori abusi
sono stati riconosciuti con le garanzie dell’incidente probatorie.
All’udienza di ieri erano presenti molti degli agenti incriminati, che
non hanno mancato di esprimere ad alta voce le proprie contrarietà alle
tesi dei pubblici ministeri. Gli avvocati dei ragazzi parte lesa,
costituitisi parte civile, hanno condiviso le conclusioni dei pm e si
sono associati alla richiesta di rinvio a giudizio. Mancano a questo
punto due udienze, il 18 aprile e il 5 aprile, poi la giudice deciderà.
Lunga l’arringa di Sergio Rastrelli, intervenuto ieri a difesa di ben 25
indagati. L’avvocato ha aperto il suo intervento leggendo stralci di
Zona Rossa, libro inchiesta della Rete no global pubblicato nell’estate
del 2001 da DeriveApprodi. Nonostante i tentativi del gup, Rastrelli ha
voluto cominciare da prima dei fatti della caserma Raniero, per
contestualizzare gli eventi e far capire quali erano le intenzioni dei
«professionisti dell’assedio e del disordine».
A differenza di alcuni
suoi colleghi, che hanno puntato a stralciare singole posizioni,
Rastrelli ha difeso per intero l’operato degli agenti, sostenendo la
legittimità dell’ordine di condurre i fermati in caserma, del fermo di
polizia ai sensi della legge Reale, e ha contestato per intero la bontà
delle testimonianze dei fermati. Non nega la difesa che possano esserci
stati degli eccessi, da attribuire a singoli, ma se non si può
giustificare la violenza - ha ricordato l’avvocato - «un certo rigore è
necessario» e una caserma «non è un collegio di educande». E solo a
questo punto che molte delle facce degli agenti presenti di sono
rasserenati.
DARIO STEFANO DELL’ACQUA
NAPOLI
manifesto.it