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Vittorio Agnoletto: «Strumentali e politiciste le critiche a Fausto»
Publie le domenica 12 settembre 2004 par Open-Publishing1 commento
di Simone Collini
ROMA Vittorio Agnoletto, eurodeputato eletto come indipendente nelle liste di
Rifondazione, bolla come «strumentali» e «pericolose per il movimento» le critiche
rivolte in questi giorni a Bertinotti, ma al tempo stesso sostiene che il ritiro
delle truppe italiane dall’Iraq «non va messo tra parentesi», anche perché «non è in
contraddizione con la liberazione delle due ragazze italiane».
Onorevole Agnoletto, condivide o no quanto detto da Bertinotti dopo l’incontro
tra governo e opposizione?
«Sono d’accordo che oggi è in assoluto prioritario ottenere la liberazione delle
due ragazze italiane, che bisogna fare il possibile, utilizzando tutti gli strumenti
a disposizione e chiedendo fino in fondo al governo di compiere il proprio dovere
senza commettere gli errori e le scorrettezze che ci sono state nel passato,
come nel caso Baldoni».
Ad esempio?
«Aveva sbagliato Frattini ad andare su Al Jazira e sostenere che gli italiani proseguiranno il loro impegno in Iraq. E purtroppo sbaglia oggi Berlusconi a ripeterlo: si sta giocando con il fuoco, c’è il rischio di far precipitare la situazione mettendo a repentaglio vite umane. E poi bisogna evitare di dare incarichi alla Croce rossa italiana, la Croce rossa più anomala al mondo, visto che per statuto è indipendente ma da noi ha un commissario di nomina governativa».
E con quel che ha detto Bertinotti sul terrorismo è d’accordo?
«Certo, perché la lotta al terrorismo e il no alla guerra non possono essere disgiunti e vanno assunti dal movimento come elementi fondanti. E condivido le parole di Bertinotti quando dice che il terrorismo non è solo la risposta alla guerra, ma ha radici proprie, una sua soggettività e una sua strategia politica autonome, che sono in opposizione a noi non solo per i mezzi che usa, ma anche per la società che vuole costruire. Detto questo, qui c’è un primo appunto che va fatto a Bertinotti, e cioè che il batterci contro il terrorismo non ci deve impedire di vedere che c’è una resistenza civile, di massa, contro l’occupazione ma che è anch’essa contro le pratiche terroristiche. Questa resistenza civile la dobbiamo riconoscere, anche se non condividiamo gli ideali per cui si batte, come la costruzione di una società islamica. Con essa dobbiamo dialogare e riconoscerne il diritto all’autodeterminazione».
Condivide anche quanto detto dal segretario di Rifondazione sul ritiro delle nostre truppe?
«Intanto, non sono d’accordo con la tesi secondo cui per ottenere maggiori risultati per la liberazione delle due ragazze bisogna lasciare in sospeso la richiesta del ritiro. Le due cose non sono affatto in contraddizione».
Bertinotti ha spiegato che una richiesta del genere, al tavolo con il governo, avrebbe interrotto subito le relazioni.
«Un simile incontro è finalizzato a uno scambio di informazioni, sul modello francese, e ognuno ci deve andare con le proprie identità, chiedendo al governo di agire in modo trasparente e senza smettere di porre il problema del ritiro. Essendo la richiesta del ritiro nata ben prima di qualunque ricatto, non rischia di essere letta come un cedimento alle iniziative dei terroristi, quindi non c’è nessun motivo per sospenderla neanche per un periodo di tempo limitato. Semmai da sospendere sarebbero i bombardamenti delle forze occupanti, cosa che credo dovrebbero chiedere tutte insieme le forze di opposizione».
Insomma, è d’accordo con le critiche di Casarini, che ha parlato di "strappo definitivo" col movimento, o da Caruso che reclama "un urgente chiarimento politico", o da Diliberto e Rizzo, dei Comunisti italiani?
«No, quello è politicismo, si tratta di accuse strumentali. Bertinotti ha commesso un errore, anche se secondo me si tratta più di un infortunio. Ma certe polemiche mi preoccupano».
Perché?
«Mi identifico con il percorso del movimento, e sono convinto che si debba discutere mantenendo l’unità, la vera forza del movimento italiano contro la guerra. E chiederei a tutte le forze politiche che sono dentro il movimento di non usarlo come arena per le loro battaglie, ma anzi di evitare le polemiche e lavorare per la sua unità».
Messaggi
1. > Vittorio Agnoletto: «Strumentali e politiciste le critiche a Fausto», 13 settembre 2004, 15:33
Io credo che si stia un po perdendo la bussola, si da del "terrorista" un po a tutti di questi tempi, la liberazione delle due ragazze italiane sta a cuore a tutti, ma a mio avviso quando ogni giorno da anni a questa parte l’iraq è sotto assedio non si corre ai ripari.
A tale proposito vorrei capire se l’interesse è suscitato perchè si tratta di connazionali, o forse perchè esce fuori dalla routine di 200 morti ammazzati al giorno, o perchè il governo barcolla e gli occorre una scusa per generare (Come dice fini) l’ UNITA’, oppure solo per far diventare più cattivi i cattivi e prendersi la propria dose di buonismo.
Detto ciò spero che le nostre connazionali vengano al più presto rilasciate illese, spero che immediatamente vi sarà un ritiro delle truppe (anche se non lo credo possibile, Non ho mai visto avvoltoi allontanarsi da una carcassa fin quando c’è di che nutrirsi), spero anche finiscano questi inutili tentativi di demonizzare a tutti i costi un nemico che non è cattivo assoluto, ma cattivo per i canoni USA.
Non si può predicare la pace nel mondo ed invadere stati a piacimento.