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Vorrei tentare di dare un piccolo contributo alla discussione sulla violenza fascista

Publie le domenica 5 settembre 2004 par Open-Publishing

una proposta

Vorrei tentare di dare un piccolo contributo alla discussione sulla violenza che continua a manifestarsi. Non molte ore fa a Milano è stato aggredito un militante del PdCI che aveva sotto il braccio una copia del manifesto. Se passeggiate per le vie del mercato di Como trovate all’altezza della Chiesa del Crocefisso una bancarella piena di bandiere e oggettistica della RSI, del fascismo, ecc.. Si possono acquistare anche pantaloni stili militare, magliette coi simboli di guerra o peggio nazisti: sono proposti sia alla massaia che al giovane. Nessuno dice nulla. Se si passa con l’auto nella trafficata via parallela sembra di scorgere un raduno di qualche gruppo estremista.

C’è imbarazzo e senso di impotenza nell’indifferenza generale che ormai contraddistingue i nostri rapporti umani e sociali. Purtroppo anche in vacanza le cose non sono state poi tranquillizzanti.... Nelle settimane passate infatti - mentre ero a Oltre il colle (BG) - il caffè-bar centrale del paese aveva tappezzato la propria vetrina di articoli di giornali di destra, recanti articoli sulle doti straordinarie del duce; fotografie di parlamentari e ministri dell’attuale governo completavano le “informazioni”. La borghesia bergamasca si soffermava, leggeva e affollava i tavolini del locale collocati in una posizione centrale di passaggio. Si trattava a ben vedere di apologia del fascismo. Ma che fare? Le locali stazioni dei Carabinieri sembrano non esistere. Come villeggiante potevo scattare delle foto e poi?

Io ho pensato di proporre al dibattito la costituzione di un ufficio legale ove far affluire a livello nazionale le tante segnalazioni che potrebbero giungere corredate di fotografie, filmati e documentazione varia in modo da poter costruire azioni mirate. Lo scopo sarebbe quello di tagliare le basi del consenso (che trovano a certi livelli!) puntando dritto a colpire i piccoli sostenitori, i propagandisti ma soprattutto l’inerzia delle forze dell’ordine.

Fa differenza ad es. per un bottegaio ad esempio avere una denuncia penale a suo carico e non averla...

C’è il problema dei costi dell’iniziativa: penso che la stessa debba nascere a livello trasversale fra le forze antifasciste. Non debba quindi essere l’iniziativa del solo Movimento o di un partito ma bensì l’espressione di un accordo fra forze politiche e sociali impegnate non solo nella difesa dell’ANPI ma anche della vivibilità democratica attuale nel nostro paese.

Fatemi sapere per favore cosa ne pensate.

Maurizio Benazzi