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«Voto anticipato» in Florida, prime contestazioni
Publie le mercoledì 20 ottobre 2004 par Open-Publishing
Leggete anche l’ottimo articolo di Manuel Valenzuela qui
Ieri mattina in tutta la Florida sono cominciate le «votazioni anticipate», early
vote. E non solo in Florida: anche in Texas, Colorado e Arkansas, mentre in un
certo numero di altri stati americani tra cui Ohio, Iowa, Nevada e New Mexico
le operazioni di voto anticipato sono cominciate già da oltre una settimana.
E’ il sistema elettorale statunitense: gli elettori hanno la possibilità di esprimere
il proprio voto in anticipo, secondo date e modalità decise da ciascuno stato:
molti vanno a votare in anticipo per evitare code nel «election day» del 2 novembre,
o per togliersi il pensiero, o perché devono partire. In Oregon poi si vota ormai
solo per posta, e le votazioni sono già in corso.
Il punto è che in Florida, dove tutti ricordano bene la débacle del 2000 quando l’elezione di George W. Bush fu decisa per poche centinaia di voti contestati, qualche ora dopo l’apertura dei «seggi anticipati» erano già segnalati i primi problemi. Come nella contea di Broward: c’erano 14 seggi aperti, ma non riuscivano a collegare i computer con l’ufficio centrale. Riferisce poi l’agenzia Ap che nella contea di Palm Beach (al centro del «riconteggio» nel 2000), una deputata democratica ha protestato: le è stata data una scheda elettorale incompleta, da cui mancava il foglio su un referendum statale (insieme al presidente, gli americani votano spesso per cariche locali o referendum statali). Peggio ancora: quando l’ha fatto notare, gli addetti se ne sono infischiati. «Non è un buon inizio», ha commentato indignata la deputata.
I votanti in Florida hanno la scelta se usare le nuove macchine elettroniche (introdotte dopo il 2000 per sostituire le schede da punzonare che si erano rivelate così imprecise) o chiedere la scheda di carta. Molti gruppi per i diritti civili hanno raccomandato di chiedere schede di carta per evitare problemi di conteggio con le macchine elettroniche: in teoria semplici, reagiscono toccando lo schermo come certi bancomat, ma non danno nessun riscontro di carta («ricevuta») del voto espresso. Per questo, e per altre possibili irregolarità sono state presentate già diverse azioni legali circa le macchine elettroniche. Del resto, stuoli di migliaia di avvocati in tutti gli States sono già pronti per il conteggio dei voti che si annuncia tra i più litigiosi.
Molti hanno criticato il «voto anticipato» perché aumenta le possibilità di manomissione dei voti. Ma questa ormai è la prassi. Così, nel centro (downtown) Miami fin dal mattino centinaia di persone hanno tenuto una manifestazione rumorosa davanti a un seggio per invitare gli elettori a farsi avanti, con musica hip-hop e slogan «ogni voto conta». Del resto, entrambi i candidati ieri hanno cercato di capitalizzare sul «early vote»: John Kerry ha cominciato la giornata con un comizio proprio a West Palm Beach, George Bush ha fatto campagna più tardi a Boca Raton.
Un piccolo anticipo del 2 novembre: appelli al voto, contestazioni, proteste e azioni legali incluse.
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/19-Ottobre-2004/art12.html