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Ad Avellino, al circolo del capoluogo hanno tentato di fare lo stesso...

Publie le domenica 6 luglio 2008 par Open-Publishing
3 commenti

Rifondazione: VII congresso

Rossella circolo “E. Che Guevara” Avellino

, ovviamente non si parla di oltre 300 tessere, ma di 24…in ogni caso questo non è il partito che può ripartire, non con questi mezzi, compagni.

Andare in giro a presentare la mozione e non ascoltare alcun intervento da parte degliiscritti, nessuno che abbia voglia di dire come la pensa, tutti solo pronti ad alzare la mano per votare il leader e non una linea politica in cui si crede, beh questo è deleterio per tutti noi ma dove andremo a finire??

Ho venticinque anni e sono iscritta a questo cazzo di partito da 10 anni, gli ho dedicato ogni mia energia, ogni mio tempo libero, ogni mio risparmio, e tutto questo io e i tanti compagni liberi da schematismi di potere logorante NON LO MERITIAMO!!!

Abbiate il corggio di portare a votare i compagni e non i cammelli, non servirà a nessuno vincere in modo fittizio questo congresso. Il giorno dopo quando ci ritrovermo le sezioni vuote e avremmo perso i nostri migliori compagni beh allora forse qualcuno si renderà conto ..ma temo sarà troppo tardi.

Messaggi

  • Non gliene frega niente, Rossè, questi vogliono traghettare una indistinta aggregazione "di sinistra" a fare una corrente ultraminoritaria nel Pd ...

    Per garantirsi i postarelli da deputato, assessore, consiglieri vari ....

    K.

  • Lettera aperta ai compagni impegnati nei dibattiti congressuali

    Scritto da Compagni del Cantiere per la Costituente Comunista in Campania

    domenica 06 luglio 2008

    Cari compagni, l’Appello per la "Costituente Comunista", ideato per pilotare dopo le elezioni un diverso dislocamento di dirigenti e militanti, ha favorito l’incontro tra compagni e ha stimolato la loro coscienza verso obiettivi e su percorsi molto diversi e verso ben altri orizzonti. Oggi in tutta Italia si tengono incontri, riunioni, assemblee di comunisti - indifferentemente senza partito, ancora organizzati nei partiti numericamente più consistenti o in quelli più piccoli - con lo scopo di avviare, insieme, il lungo processo di ricostruzione di un Partito Comunista che, facendo tesoro delle esperienze di questi anni, superando lacerazioni e divisioni, cancellando preclusioni e settarismi, segni una completa discontinuità con tutto ciò che - nel merito, nel metodo e nei gruppi dirigenti - ha portato a questa ennesima e disastrosa sconfitta.

    La battaglia congressuale che state sostenendo può rivestire una grande importanza per il futuro del comunismo in Italia.

    Ad essa guardiamo con interesse e ci auguriamo che possa riportare il successo necessario sulle diverse forme di opportunismo che hanno portato al degrado prima e alla sconfitta poi.

    Occorre sgominare definitivamente i gruppi dirigenti responsabili anche del disastro elettorale e che sono ancora ben decisi a continuare pervicacemente nella deriva anticomunista e governista, subalterna al PD e nella prospettiva dichiarata di unità con SD.

    D’altro canto, come era naturale attendersi, molti altri dirigenti - pienamente corresponsabili delle scelte di questi anni - pensano di poter agilmente saltar giù dal carro degli sconfitti e riciclarsi.

    La maggior parte di noi proviene da quelle centinaia di migliaia di comunisti che avevano investito le loro speranze e i propri sforzi in uno dei due partiti oggi rimasti privi di rappresentanza parlamentare.

    Abbiamo militato a lungo al vostro fianco e abbiamo sostenuto le vostre stesse battaglie. Ma, alla fine, ce ne siamo allontanati avendo maturato la convinzione che l’esperienza della "rifondazione" - e, dunque, sia del PRC che del PdCI - fosse inadeguata già all’origine e che, quindi, non fosse possibile contrastare l’opportunismo dilagante e arginare il degrado, ma fosse necessario creare condizioni nuove per avviare un percorso di ricostruzione del Partito comunista in Italia.

    Il risultato delle elezioni ha provocato delusione e rabbia nei comunisti che hanno visto in quel disastro il punto di approdo della sciagurata politica di questi anni. In molti, allora, abbiamo pensato che fosse giunto il momento e che ci fossero le condizioni per riprendere, insieme, un percorso di unità per la costruzione del nostro partito, il partito della classe operaia.

    Su questo obbiettivo di lungo periodo che riteniamo sia comune, pensiamo che sarebbe sciocco e autolesionista arroccarsi in arbitrari settarismi di bandiera o avventurarsi in controproducenti tentativi di strumentalizzazione: auspichiamo quindi che possiate riportare nei vostri congressi il successo per cui vi state battendo contro l’anticomunismo e le diverse forme di opportunismo e che concludiate i vostri lavori con una esplicita apertura - nella linea come nelle strutture organizzative e dirigenti - al confronto, alla collaborazione e all’integrazione con le migliaia e migliaia di comunisti che vogliono, senza discriminazioni e ipoteche aprioristiche da parte di nessuno, contribuire insieme alla costruzione di un autentico e conseguente partito rivoluzionario.

    Compagni del Cantiere per la Costituente Comunista in Campania

    • Compagno si, compagno no, compagno un cazzo

      Sto facendo il notiziario cambogiano da una radio libera del chi?
      Il microfono è un po’ fallico però il potere non ce l’ho no no,
      circondato dai mass media sulla sedia io lavoro sempre gratis ma,
      c’è Antonietta che mi ama che mi aspetta, tutta notte lei mi ascolterà.
      Compagno sì, compagno no, compagno un caz
      Compagno sì, compagno no, compagno un caz
      Io c’ho un profugo cileno a casa mia, è arrivato nel ’73,
      e da allora lui non è più andato via, Antonietta fammi star da te,
      passa un giorno, passa un mese, passa un anno, in ogni caso vincerà il padrone,
      Antonietta mi ha buttato per la strada, vuoi veder che sono io il coglione.
      Compagno sì, compagno no, compagno un caz
      Compagno sì, compagno no, compagno un caz
      Compagno sì, compagno no, compagno un caz
      Compagno sì, compagno no, compagno un caz
      Io vado a prendere un po’ d’erba da un amico, ad Antonietta la regalerò,
      io la lascio chiusa in macchina un secondo per andare a bere un buon caffè,
      quando esco mi han spaccato il finestrino e un ragazzo sta saltando il muro,
      come fai a mandare uno a san Vittore, poi finisce che gli fanno il culo.
      Si avvicina un tizio con cravatta e giacca, tira fuori infatti un tesserino,
      e mi dice tu sei uno di sinistra, stai tranquillo sono un celerino,
      son pulotto si, ma son del sindacato, forza dimmi cosa ti hanno rubato,
      io gli dico lascia perdere compagno, è un problema troppo delicato.
      Compagno sì, compagno no, compagno un caz
      Compagno sì, compagno no, compagno un caz
      Compagno sì, compagno no, compagno un caz
      Compagno sì, compagno no, compagno un caz