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A me piace che i militanti siano tali

Publie le domenica 6 luglio 2008 par Open-Publishing
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Rifondazione: VII congresso

A me piace che i militanti siano tali

di Maria Rosa Calderoni

Caro direttore, io sono una vecchia (vecchia?!) militante, diciamo della prima ora, in quel di Rimini, ero nella famosa saletta dove si è gettato il seme di Rifondazione. Ma non mi ritrovo per niente in quelle cose che tu dici, l’analisi del sangue, la superpurezza ideologica, l’inclinazione avanguardistica (!?); e del resto non mi piacciono questi distinguo antropologici: che fai, mi discrimini, mi prendi le impronte?

Mi piace invece pensare che questo partito comunista appartenga ai comunisti, non a tutti quelli che passano per strada, magari per caso, nelle vicinanze. Di lunga data o no, mi piace che i militanti siano tali e che le regole valgano in modo uguale per tutti, al Nord e al Sud, magari anche a Reggio Calabria; mi piace che tutti contino allo stesso modo, magari anche i sostenitori di Vendola. Perché allora, secondo quanto scrivi, chi contesta l’annullamento di un congresso è per te l’unico detentore della verità e chi lo ha annullato - nella fattispecie la commissione che ha il titolo e il diritto-dovere di farlo - è un figlio di puttana (stalinista, ovviamente) pronto a usare «ogni mezzo pur di vincere»?

Ma no, la cosa è molto più semplice, elementare Watson: magari che le "tessere dei tesserati" ci siano, esistano: "vere" tessere insomma (come la mia). E’ chiedere troppo? E’ troppo chiedere di "guardarci dentro"? Una rosa è una rosa. E anche una tessera di Rifondazione...

su Liberazione del 05/07/2008

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