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Come hai vissuto il congresso di Chianciano?

Publie le domenica 27 luglio 2008 par Open-Publishing

Rifondazione: VII congresso

Come hai vissuto il congresso di Chianciano?

di Tommaso Vaccaro

CHIANCIANO - “Come hai vissuto il congresso di Chianciano?”, è la domanda che abbaimo rivolto ai partecipanti alla quattro giorni del VII congresso di Rifondazione Comunista.. I militanti parlano del partito in una fase di profonda crisi e scontro interno.

Marco P.

Devo dire che onestamente mi trovo spiazzato. Quello che è stato il mio partito da quando avevo solo 14 anni lo ritrovo in questi giorni di Chianciano profondamente lacerato e privo di fiducia in sé stesso. Io personalmente ho deciso di votare per il primo documento proprio perché credo che la risposta alla drammatica situazione politica italiana, nei giorni in cui si dichiara guerra ai migranti, alla scuola pubblica ed ai lavoratori, si debba rintracciare in una risposta profondamente di sinistra.
Rifondazione deve essere insomma il punto di partenza per ricostruire quella rappresentanza di classe, che purtroppo in tutti questi anni si è rimpicciolita, quasi fino a scomparire. Non escludo l’ipotesi di riunificare sotto un unico tetto la sinistra del paese. Ma per fare questo, prima di tutto abbiamo il dovere di ricostruire la comunità politica di Rifondazione Comunista.

Antonio F.

Credo manchi il coraggio di saperci reinventare dopo la disastrosa sconfitta elettorale. Anzicchè puntare tutto sulla sperimentazione di nuove strade che ci permettano di rientrare in contatto con la gente, una parte del partito preferisce chiudersi in sé stesso e continuare ad essere una forza minoritaria incapace di influire sui processi politici in corso. Nichi Vendola da questo punto di vista ha dato speranza a molti di noi, per la sua capacità di comunicare non solo con i militanti del partito, ma anche con gran parte del paese che magari non ha nemmeno mai votato Rifondazione Comunista. Al di là di come andrà a finire questo congresso ritengo comunque fondamentale che tutti continuino a lavorare uniti affinché il nostro partito resti integro.

Francesca D.

Sono profondamente disgustato per quello che ho visto in questi giorni. Questo congresso è stato uno scontro continuo e spesso fondato su tutto, fuorché sulla politica. Si è parlato molto di parole come costituente della sinistra, di partito sociale e di formule quasi sempre prive di contenuto. Credo sarebbe stato meglio se i nostri dirigenti avessero affrontato la debacle elettorale, assumendosi pienamente e sinceramente le loro gravi responsabilità. L’esperienza di governo è stata disastrosa e dimostra quanto sia utopistico riuscire a governare insieme ai moderati. Anzicchè pensare a ricostruire un partito comunista forte, oggi si parla di partito fluido e dei nostri possibili futuri alleati. Ma prima di trovare dei compagni di strada credo sia necessario individuare quale sia il percorso politico che si vuole intraprendere.

Paola Q.

Questo congresso ha fatto emergere dei problemi che esistevano da anni in Rifondazione comunista. Problemi come il leaderismo, la scarsa democrazia interna e la volontà di puntare tutto sulla comunicazione mediatica e poco sulla presenza nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro, sono i veri germi che hanno portato al disastro delle elezioni di aprile. Da questo punto di vista ritengo sia stato utile tirare fuori queste contraddizioni esistenti, per potervi porre rimedio proprio adesso che siamo fuori dal Parlamento.

dazebao