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Milano. Dario Fo alla Statale e la città si schiera con gli studenti

Publie le giovedì 30 ottobre 2008 par Open-Publishing

Milano. Dario Fo alla Statale e la città si schiera con gli studenti

di Tommaso Tafi

MILANO - E’ cominciata in sordina l’odierna giornata di protesta degli studenti universitari di Milano, ma si è conclusa solo pochi minuti fa al termine di un susseguirsi davvero intenso di iniziative. Circa cinquecento ragazzi si sono dati appuntamento questa mattina all’interno dell’aula magna dell’università Statale di via Festa del Perdono per assistere, come da programma ad uno speciale spettacolo di Dario Fo. Il premio Nobel milanese, infatti, ha voluto manifestare la propria solidarietà agli studenti in lotta mettendo in scena uno dei pezzi classici ed indimenticabili del suo repertorio: quel "Bonifacio VIII" già recitato proprio sullo stesso palco della Statale quasi 40 anni fa.

Un delirio di applausi e un continuo aumentare di studenti, chi in piedi, chi seduto per terra, chi arrampicato sulle transenne, ha accompagnato la performance di Fo, che ha più volte incitato i presenti a non mollare e a non farsi obnubilare la mente da chi "osteggia in ogni modo la consapevolezza critica dei ragazzi". Intanto, proprio mentre lo spettacolo giungeva alle battute conclusive, in aula sono cominciate a circolare le prime voci di quel che stava accadendo fuori, per le vie del centro di Milano, dove i

ragazzi dei licei riuniti in corteo avevano dato vita ad un lancio di uova in direzione delle forze dell’ordine, che avevano risposto caricandoli e arrestando alcuni manifestanti. A questa prima notizia, attorno alle 11:40 ne è poi arrivata un’altra, ancora più temuta: quella dell’approvazione definitiva del decreto Gelmini ad opera del Senato della Repubblica.

Immediatamente i leader della protesta studentesca hanno preso la parola, incitati dallo stesso Fo, e, dopo aver compattato tutti gli studenti li hanno invitati a scendere in strada per manifestare al fianco dei licei e degli altri atenei milanesi. A questo punto un corteo di circa settecento persone si è riversato in via Larga per dirigersi verso la facoltà di scienze politiche, dove si è ulteriormente ingrandito e rafforzato.

I ragazzi hanno così dato vita ad una lunga marcia di più di 4 ore e mezza che ha attraversato trasversalmente la città al grido di "noi la crisi non la paghiamo" e di "Gelmini, Tremonti con noi farete i conti". Lungo il suo percorso il corteo ha più volte incontrato la solidarietà dei milanesi che, affacciati alle finestre o in piedi fuori dai negozi hanno applaudito questo lungo e composto serpentone. Un operaio africano ha perfino manifestato saltando, cantando e ballando la propria solidarietà agli studenti, che hanno risposto scandendo le parole "la Statale è antirazzista..e Milano è antifascista". Si è trattato di un corteo pacifico che non ha mai né cercato il contatto con le forze dell’ordine che lo seguivano e, a volte, lo guidavano, né ha lasciato per le strade i segni del suo passaggio, ma ha senza dubbio raggiunto il suo obiettivo: causare il blocco della circolazione in buona parte della città. Gli automobilisti coinvolti, tuttavia, non hanno manifestato rancore nei confronti degli studenti, anzi, molti hanno accompagnato a colpi di clacson i cori che partivano dai megafoni.

Gli studenti della Statale si sono poi incontrati alla stazione di Lambrate dove si sono ricongiunti con i ragazzi del Politecnico e hanno improvvisato una temporanea occupazione dei binari del treno, senza, questa volta, incorrere nella risposta violenta delle forze di polizia. Dopo aver percorso più di 15 Km gli studenti hanno preso la via del ritorno, con uno spirito ancora più positivo e propositivo nonostante la stanchezza, intonando cori come "Gelmini in miniera. Tremonti in fonderia..questa è la nostra democrazia" o come "i fondi per la scuola si devono trovare..tagliando la spesa militare". Uno dei momenti più belli dell’intera giornata è stato quando il corteo è stato applaudito da decine e decine di alunni e maestre affacciati alle finestre di una scuola elementare incontrata lungo il percorso, a riprova del fatto che il decreto legge approvato oggi avrà pesanti ripercussioni su tutti, soprattutto sulle future generazioni.