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Bologna in regime di "occupazione" Cofferati chiude il Pratello

Publie le domenica 9 novembre 2008 par Open-Publishing

E’ un luogo simbolo della libertà cittadina: dalla lotta ai nazisti, a Radio Alice a oggi

Bologna in regime di "occupazione" Cofferati chiude il Pratello

Franco Berardi Bifo

La situazione a Bologna tende a divenire pericolosa, perchè Cofferati sta usando gli ultimi mesi di potere che gli restano per vendicarsi di questa città che lo ha trattato come merita, costringendolo alla fine a rinunciare alla ri-candidatura.

Quest’uomo è ancora alla testa di una piccolo manipolo di burocrati e di guardie che si comportano come occupanti. Prendono decisioni che prenderebbe soltanto un esercito occupante. Chiudono locali pubblici frequentati da studenti e da persone che non hanno molto danaro da spendere. Minacciano la sorpavvivenza economica di intere zone della città.

Adesso tocca al Pratello, da sempre luogo simbolico della vita cittadina.
In applicazione di regolamenti dell’epoca fascista, con un’ordinanza liberticida, cinque locali nei quali abitualmente si ritrovano nelle ore serali cittadini che lavorano e studiano, vengono costretti alla chiusura anticipata, con la minaccia di arresti per chi non obbedisce al diktat. Questo vuol dire condannare al licenziamento e alla disoccupazione un gran numero di dipendenti di quei locali, significa costringere centinaia di avventori a rinunciare alla loro socialità. Significa condannare l’intera strada alla depressione.

Forse il sindaco, che tiene i suoi stivali su questa città, non sa che il Pratello è un luogo in cui nel tempo si è sedimentata una tradizione di libertà di antifascismo e di indipendenza. E’ il luogo in cui i nazisti sequestrarono un comandante partigiano, in cui nacquero i primi gruppi della nuova sinistra, il luogo da cui trasmetteva Radio Alice, e nel quale le osterie da sempre sono ritrovo dell’intellettualità libera.

Se Cofferati riuscirà ad imporre il suo diktat al Pratello, possiamo dire che ha ottenuto il suo obiettivo: soffocare l’anima della città, ridurla a uno spento luogo in cui solo le banche e gli studi notarili hanno diritto di cittadinanza.

La pratellanza saprà come reagire.