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Fausto e Iaio, ipotesi e testimonianze.

Publie le martedì 16 marzo 2010 par Open-Publishing

Danilo De Biasio
I tuoi 19 anni adesso me li sento addosso in più. Una poesia, una delle tante che centinaia di uomini e di donne hanno voluto dedicare a due giovani uccisi proprio qui nel 1978. Fausto Tinelli e Lorenzo lannucci sono stati ammazzati in un agguato in questo angolo della periferia industriale di Milano. Per una parte di questa città sono diventati solamente Fausto e laio. Le loro facce sono diventate un simbolo, il simbolo di un delitto impunito di una ferita non rimarginata. 18 anni di inchiesta senza mai arrivare ad un processo e fra tre giorni il 30 giugno l’inchiesta rischiava di venire archiviata, possiamo dire questa sera che l’inchiesta non verrà archiviata c’é un’importante novità ne parleremo dopo. Torniamo ora a quei giorni di marzo del 1978: c’era un altro agguato che riempiva le prime pagine dei giornali,l’agguato di via Fani.
Servizio filmato.
Quando le telecamere della Rai arrivano a via Fani la mattina di giovedì 16 marzo del 1978 e passata poco più di mezzora dal terribile agguato. Un commando composto da almeno 14 persone ha bloccato l’auto di Aldo Moro e quella della sua scorta aprendo un fuoco micidiale, in pochi secondi sono stati sparati oltre 90 colpi.Alcuni testimoni sono sicuri di aver sentito un membro del gruppo di fuoco dare ordini in tedesco. I cinque uomini della scorta sono morti il presidente della Democrazia Cristiana e stato rapito. In pochi secondi sull’asfalto di via Fani si e consumato il primo spietato atto di una tragedia che continuerà 55 giorni e si concluderà con l’assassinio di Aldo Moro. Sono i giorni più oscuri della prima repubblica.
Le Brigate Rosse rivendicano subito, telefonicamente, la paternità del sequestro del "servo dello stato Aldo Moro" e due giorni dopo, il 18 marzo, mandano ai giornali la foto del rapito con il primo messaggio: -Moro e stato catturato e rinchiuso in un carcere del popolo, verrà processato da un tribunale popolare-.Queste sono le immagini girate a Milano, poco dopo le 20, da un operatore della Rai, quella stessa sera in via Mancinelli, quartiere Casoretto. Due ragazzi, che frequentano in Centro Sociale Leoncavallo sono le vittime di un agguato alquanto ben preparato. Lorenzo lannucci, detto laio, 19 anni restauratore, muore sull’asfalto;Fausto Tinelli, 18 anni, studente, viene raccolto agonizzante, muore sull’ambulanza che lo porta all’ospedale. I tre killers sono scomparsi nella notte insieme ai loro complici.Milano e sconvolta da questo duplice omicidio, tanto feroce quanto inspiegabile,per giorni e notti cortei di studenti e lavoratori attraversano la città manifestando
dolore e rabbia e chiedendo giustizia.
Servizio filmato
Milano si e fermata stamani tra le 11 e le 12 per i funerali di Lorenzo lannucci e Fausto Tinelli, i due giovani simpatizzanti dell’ultrasinistra assassinati sabato scorso a colpi di pistola in via Mancinelli. Il silenzio e calato nelle fabbriche e nelle scuole e in silenzio la gente ha accompagnato le esequie dei due giovani, poco più che ragazzi, e alle quali ha partecipato una folla di circa cinquantamila persone.Attraverso poche ma preziose testimonianze oculari, gli inquirenti riescono a ricostruire la dinamica dell’agguato. Verso le 19,30 Fausto e laio si incontrano in una osteria di via Leoncavallo, a pochi passi dal Centro sociale, da lì si muovono per andare a cena a casa di fausto, come fanno sempre il sabato sera, per poi tornare al centro sociale dove e previsto un concerto un concerto di blues.Percorrono a piedi via Lambrate fino a Piazza S. Materno, poi svoltano verso via Casoretto. Il giornalaio all’angolo li ricorda fermi per qualche secondo davanti all’edicola a commentare i titoli del sequestro Moro. Dovrebbero proseguire per via Casoretto verso via Montenevoso, dove abita Fausto, ma qualcosa o qualcuno li attira verso via Mancinelli, una strada buia e poco abitata. Tutto si consuma in ( pochi secondi, a sparare e un’arma sola, una 7 ,65 silenziata e avvolta in un sacchetto di plastica per non lasciare i bossoli sull’asfalto. il killer uccide i due ragazzi mettendo a segno sette colpi su otto in rapida successione. Mentre i tre aggressori che hanno agito a volto scoperto fuggono lungo via Mancinelli, altri due giovani, probabili complici appostati nella zona dell’agguato vengono visti correre verso piazza S. Materno e dileguarsi nella notte. Sul luogo del delitto viene trovato un berretto di lana da marinaio che non appartiene alle vittime e presenta vistose macchie di sangue.Cinque giorni dopo l’omicidio a Roma, con una telefonata anonima ali’ Ansa viene fatto trovare, in una cabina telefonica del quartiere Prati, un volantino siglato Esercito Nazionale Rivoluzionario che sembra un lugubre richiamo al comunicato brigatista di cinque giorni prima. -Comunicato numero uno. Sabato 18 marzo una nostra brigata armata di Milano ha giustiziato i servi del sistema Tinelli Fausto e lannucci Lorenzo, con questo gesto vogliamo vendicare la morte di tutti i camerati assassinati dagli strumenti della reazione e delle sovversione. Il volantino e firmato- brigata combattente Franco Anselmi.
Danilo De Biasio
Come abbiamo visto in questa ricostruzione di Pino Adriano questo nome, Brigata Franco Anselmi, nel 1978 compare per la prima volta. E’ un nome da tenere a mente, spiegheremo poi perché.
Maria lannucci e la sorella di laio. Abitavate in questo quartiere, qui proprio in piazza S. Materno, giocavate probabilmente in questo oratorio e frequentavate gli stessi ambienti. Lei dove era quella sera?
Maria lannucci
lo quella sera ero andata a mangiar fuori come tutti i sabati sera, bene o male, con gli amici, amici di Fausto e di laio anche. Verso le 20,30 siamo rientrati in zona Leoncavallo perché c’era un concerto e volevamo andarci. lo sono arrivata alle 8,15 in trattoria e mi hanno assalito? Mi hanno dato la notizia -guarda tuo fratello é in via Mancinelli , morto, steso per terra, non aver paura, stai qui con noi.-. E io non capivo più niente.
Danilo De Biasio
Ecco due giovani, alla fine degli anni ’70, del Leoncavallo, uccisi in una imboscata.Che cosa ha pensato?
Maria lannucci
Non abbiamo pensato... cioè, erano come noi. Perciò eravamo sconvolti e distrutti da questa cosa. Potevamo pensarle tutte, regolamento fascista. Però al momento la reazione e stata di annientamento di tutti; sono morti loro e siamo morti noi perché erano due Come noi e non c’era nessun motivo particolare.
Danilo De Biasio
Chi amava Fausto e laio ha trasformato il dolore da atto privato in azione politica.Con caparbietà la signora Danila Tinelli ha fatto in modo che in tutti questi anni non si spegnesse mai l’attenzione su questo caso.Signora Come e riuscita?
Danila Tinelli
Sono riuscita attraverso... mio figlio mi ha dato la forza di andare avanti e ho avuto sempre vicini i ragazzi di tutti i centri sociali, in particolar modo del Leoncavallo.Però voglio dire che io non mi arrenderò mai. Voglio la verità, la voglio a tutti i
costi perché mi spetta di diritto perché lo stato e stato assente per 18 anni.
Danilo De Biasio
Dicevamo che prima di diventare dei simboli comunque Fausto e laio erano dei ragazzi come tanti altri. Lo chiediamo a Ivano Vallese che li ha conosciuti da vicino.
Ivano Vallese
Si, erano molto amici tra di loro ed anche io ero loro amico. Guarda e stata proprio una cosa sconvolgente erano ragazzi normalissimi, pieni di vita, molto disponibili per il prossimo. Non erano assolutamente violenti, come tanto ragazzi di quel periodo volevano un mondo diverso e si prodigavano per avere questo. lo quando penso a loro provo un grande dolore. Provo un grande dolore veramente. Niente,spero veramente che questa vicenda possa scaturire...
Danilo De Biasio
Possa esserci soluzione finalmente per questo caso...
Ivano Vallesi
Si, spero che anche questo nuovo momento politico possa fare luce in questa vicenda, e non solo in questa ma in tutto lo stragismo che ha insanguinato questo nostro stato. Veramente questo noi lo vogliamo, lo vogliamo molto.
Danilo De Biasio
Come tante sere passate insieme anche quel 18 marzo del 1978 Fausto e laio percorrevano questa strada, tornavano dal Leoncavallo. E in quegli anni, il Leoncavallo, che questa sera ha ritenuto di non partecipare alla trasmissione ma che era stato invitato. Il Centro Sociale Leoncavallo si proponeva allora ma si propone anche adesso come una alternativa al disagio giovanile. Ma in quegli anni cominciava la strage anche a sinistra di giovani per eroina. Si scriveva allora -Né i colpi di bacchetta magica né colpi di spranga possono farci ritrovare chi in questo momento si trova perso nella solitudine del buco. Cosa c’entravano Fausto e laio con l’eroina lo scopriamo in questo filmato di Pino Adriano.
Servizio filmato
laio lannucci abitava con la famiglia in una casa di piazza S. Materno sull’angolo di via Lambrate. Fausto Tinelli abitava in via Montenevoso 9, proprio di fronte al civico 8, dove, al primo piano c’era a quell’epoca un covo delle Brigate Rosse sei mesi dopo la morte di Fausto e laio i Carabinieri del generale Dalla Chiesa vi faranno irruzione, arrestando cinque brigatisti e recuperando i memoriali di Aldo Moro. Dalle indagini della magistratura non sono emerse relazioni tra il covo brigatista e la morte di Fausto e laio.Come era Fausto? Apparteneva a qualche gruppo in particolare?
A nessun gruppo. Mi ricordo che partecipava anche lui alle manifestazioni, però se c’era qualche azione violenta e c’erano in quel periodo gruppi del corteo che andavano a fare espropri proletari oppure chi partecipava a aumenti dei biglietti ATM, a spaccare macchinette o cose del genere assolutamente allora lui si bloccava era assolutamente contrario e contestava queste cose. E se ne distaccava proprio a livello di dibattito con tutti quelli che avevano questo tipo di atteggiamento.
Danilo De Biasio
Come era di carattere?
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Dolce. Dolce e buono. Soprattutto altruista e pensava sempre per gli altri.Fausto e laio da qualche mese sono impegnati in un lavoro politico molto particolare. Insieme ad altri ragazzi milanesi si sono mobilitati contro lo spaccio dell’eroina. Si dedicano con abnegazione a questo lavoro, indagando per mesi intorno alla stazione di Lambrate punto di arrivo e smistamento di consistenti partite di droga e nella zona del Parco Lambro dove nello spaccio sono coinvolti noti estremisti di destra. L ’idea e che per contrastare la diffusione della droga che comincia a seminare la morte tra giovani studenti e proletari si debba agire cominciando dal basso, nei quartieri, individuando gli spacciatori, i canali di smistamento, e denunciando tutto apertamente.
l risultati dell’indagine sulla droga stanno per essere pubblicati in un libro bianco. Il settimanale l’Espresso, in edicola 1’8 marzo ne anticipa i contenuti e ne rivela la forza esplosiva in un articola corredato di foto e brani del dossier che denunciarlo gli spacciatori e denunciano i luoghi del traffico.
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Ricordo in particolare una cosa che aveva iniziato a raccontarmi quando mi aveva fatto conoscere sua mamma, mi aveva portato a casa sua. Una volta aveva trovato delle scritte sotto casa dedicate a lui personalmente, di minacce -Tinelli stai attento- cioè di minaccia abbastanza esplicita e si era dato da fare, aveva chiamato qualche amico per cancellare nel più breve tempo, in modo che la mamma andando al lavoro non avesse modo di leggere perché era attaccatissima a Fausto e sarebbe stato per lei un terrore.Lo avevano minacciato tanto e vero che mio marito la sera alcune sere lo riaccompagnava in macchina perché aveva paura.
Servizio filmato
Per mesi polizia e magistratura cercheranno gli assassini di Fausto e laio nel mondo della droga e in quello della destra eversiva milanese senza ottenere risultati concreti. Un giornalista in particolare si appassiona alle indagini: e Mauro Brutto redattore giudiziario dell’Unità di Milano si e occupato di vari sequestri di persona e del riciclaggio in Svizzera dei soldi dei sequestri. Ha denunciato i legami fra la malavita milanese dominata da Francis Turatello, i clan mafiosi catanesi e corleonesi e personaggi che si muovono fra il mondo politico, eversione nera e servizi segreti. Mauro Brutto ha ricevuto minacce di morte e gira armato.Sta preparando un dossier sulla morte di fausto e laio. La sera del 15 novembre 1978 mentre sta cercando testimoni in via Arquà, a pochi passi da via Mancinelli,sconosciuti che lo seguono gli sparano addosso. Dieci giorni dopo il 25 novembre mentre attraversa a piedi viale Murat viene investito da un’auto che lo uccide. E’ una Simca bianca che non verrà mai ritrovata. Il dossier su Fausto e laio scompare.
Danilo De Biasio
L’awocato Dario Brutto e il fratello di Mauro. Lei non ha mai smesso di indagare sulla morte di suo fratello.
Dario Brutto
Ci sono state due inchieste della magistratura ambedue conclusesi con sentenze di non luogo a procedere perché ignoti gli autori del reato. lo da parte mia hocontinuato a sperare, a credere che qualcosa venisse fuori da questa situazione,ma purtroppo devo dire che la magistratura non e che ci abbia dato una grandemano.
Danilo De Biasio
Ma lei e riuscito a scoprire qualcosa di più?
Dario Brutto
Niente di più di quello che hanno scoperto i giudici.
Danilo De Biasio
Senta, quel borsello che non e stato trovato, e stato trovato vuoto, che cosa conteneva? conteneva il dossier.
Dario Brutto
Guardi io non so cosa contenesse quel dossier. Senza dubbio conteneva dei documenti molto importanti tanto e vero che mio fratello prima di essere ucciso si recò presso il nucleo di polizia giudiziaria dei carabinieri presso il Tribunale di Milano chiedendo del colonnello Gerolamo Cucchetti (?) per lasciargli questo dossier. In sostanza lui era stato fatto segno a un attentato precedentemente in via Arquà, dove era stato fatto segno di tre colpi di pistola, non si sentiva più sicuro,voleva consegnare a qualche magistrato o allo stesso Gerolamo Cucchetti, colonnello comandante il nucleo di polizia giudiziaria questo dossier e per una serie di circostanze non ci e riuscito. Il giorno dopo e stato ucciso, il borsello e stato trafugato e il dossier e sparito.
Danilo De Biasio
Questo Dossier eroina che voleva superare, denunciando con nomi e cognomi, il confine di una lotta alla droga fatta solo di proclami e probabilmente la causa, ma non la sola che può spiegare l’omicidio di Fausto e laio. Allora con la morte diFausto e laio in molti a Milano capirono e anche noi di Radio Popolare capimmo,che toccare i santuari della droga significava rischiare la vita perché si intaccavano interessi forti e inquietanti. Scoprire poi che qui, in questo quartiere,I’ intreccio tra il terrorismo di destra e gli spacciatori, era molto forte, fu naturalmente qualcosa che spinse i giovani di allora a venire.Abbiamo qui adesso Armando Spataro che torna qui dopo 18 anni, perché Spataro é il primo magistrato che si occupò della morte di Fausto e laio e poi anche della morte di Mauro Brutto. Adesso Armando Spataro fa parte della direzione distrettuale antimafia di Milano. C’e Don Gino Rigoldi animatore della Comunità Nuova, comunità per il recupero dei tossicodipendenti, e forse molti non lo sanno sei un grande amico di Jovanotti e anche ispiratore di alcune sue canzoni.Allora innanzitutto, Armando Spataro, lei tra i primi atti della sua indagine andò a fare alcune intercettazioni telefoniche in un bar di questa zona che si sapeva essere frequentato da spacciatori e estremisti di destra. Perché e andato così a colpo sicuro?
Armando Spataro
Le rispondo subito, mi consentirà solo una piccola premessa. lo intanto non mi sono occupato della morte di Mauro Brutto però sono molto vicino ai parenti delle vittime che hanno parlato qui prima di me che comunque hanno seguito questa vicenda. Sento di dover dire che ogni inchiesta giudiziaria soprattutto relativa a fatti così tragici che si concluda, o per lo meno che ancora si trova in uno stato di nulla di fatto rappresenta una sorta di sconfitta per chi lavora, e sotto questo punto di vista sono molto vicino ed esprimo tutta la mia solidarietà ai parenti e agli amici delle vittime. Perché l’intercettazione. Perché come e stato ricordato la possibilità che l’omicidio fosse collegato alla attività di controinformazione dei due ragazzi fu tenuta presente da subito dalle forze di polizia giudiziaria. Quel bar come del resto tanti luoghi pubblici era vicino alla via dell’omicidio e si pensava comunque che per la vicinanza fisica alla via del Leoncavallo vi potessero circolare persone che avessero avuto a che fare con l’omicidio.
Danilo De Biasio
Ma ci sono state sentenze che hanno confermato intreccio, che esistevano degli intrecci tra lo spaccio e I’estremismo di destra?Armando Spataro
Guardi dire che vi siano sentenze in generale si, probabilmente la risposta e positiva. Va però detto che intanto queste sentenze non sono relative alla realtà milanese soprattutto di quel periodo. Se mi consente in relazione all’omicidio di Fausto e laio furono due le piste battute, quella che ho già indicato prima e quella di un omicidio motivato politicamente e qui probabilmente la chiave di lettura poteva essere questa: se i due ragazzi erano stati uccisi per la loro identità cioè per essere Tinelli e lannucci probabilmente la motivazione andava ricercata nell’attività di controinformazione contro lo spaccio di eroina. Se invece erano stati uccisi due ragazzi qualsiasi in quanto usciti dal circolo Leoncavallo quindi di sinistra,probabilmente, come io peraltro sono propenso a credere, la motivazione era politica. lo personalmente non credo che nella vicenda del duplice omicidio per quanto si avverta sia siano verificati intrecci tra l’una e l’altra matrice.
Danilo De Biasio
Adesso deve essere proprio velocissimo nelle risposte. Perché innanzitutto se la pista imboccata era quella buona poi non si andò a fondo?
Armando Spataro
No questo lo escludo, lo contesto con assoluta serenità. Intanto non possiamo dire se la pista era quella buona per la semplice ragione che non abbiamo colpevoli individuati. Si è andati avanti su tutto quello che poteva consentire indagini, questo sento di poterlo dire.
Danilo De Biasio
Ultimissima cosa. Dossier eroina: cento nomi, anzi forse duecento nomi di spacciatori. Se adesso 1996 si dovesse fare un dossier quante pagine dovrebbe avere?
Armando Spataro
Ah, guardi, Milano e un a delle capitali mondiali del traffico degli stupefacenti a livello di criminalità organizzata e dello spaccio a livello di quartieri tra l’uno e l’altro livello ci sono collegamenti. Credo che le inchieste di questi ultimi anni che hanno portato alla sbarra migliaia di persone dimostrino quanto I’attività delittuosa sia ramificata a tutti i livelli.
Danilo De Biasio
Don Gino Rigoldi, allora, forse erano velleitari questi giovani che pensavano di sconfiggere la droga con questo dossier. Adesso cosa serve?
Don Gino Rigoldi
Adesso serve che qualcuno si occupi dei giovani, che nascano spazi dove i giovani possano ritrovarsi, far cultura, stare insieme, inventare modalità di lavoro, anche ideale che possa far rivivere questa città che sotto questo profilo e decisamente spenta e morta, ognuno e per conto suo, tu trovi i luoghi del centro dove lì si aggrega tanta gente ma soltanto per divertirsi. Posti per stare insieme inventarsi un po’ la vita, cambiare la città, qui mancano completamente e noi dobbiamo fare queste cose. Certo che. ci vuole la polizia, le indagini della magistratura per frenare almeno questo mercato ma bisogna che la gente si metta insieme e cominci a voler cambiare questa città, trovare motivi di vita e di idealità più viva di quella che abbiamo adesso. E’ necessario come il pane secondo me.
Danilo De Biasio
Dicevamo all’inizio della trasmissione che c’erano delle importanti novità sul fronte giudiziario adesso possiamo già dire qualche cosa. L’inchiesta non viene archiviata , il giudice Salvini ha ottenuto la proroga di un anno, per capire quali sono le motivazioni che hanno fatto sì che si andasse avanti in questa inchiesta le vedremo tra un minuto.Dicevamo che l’inchiesta su Fausto e laio non verrà archiviata. Ma c’é dell’altro. E’ in corso una perizia su un’arma, un’arma utilizzata in un’altro omicidio avvenuto più o meno nello stesso periodo della morte di Fausto e laio, verosimilmente riconducibile a quell’area politico terroristica che ha rivendicato l’attentato qui di via Mancinelli.
Umberto Gay, giornalista di Radio Popolare, ha lavorato a fondo su una importante inchiesta su Fausto e laio e Daniele Biacchessi ha appena pubblicato un libro su questa vicenda. Insieme a loro vogliamo vedere quest’ultimo filmato che ricostruisce l’identità del gruppo di fuoco Franco Anselmi che ha rivendicato l’attentato contro Fausto e laio.
Servizio Filmato .
Roma 6 marzo 1978. Due ragazzi ben vestiti entrano in un’armeria del quartiere Monteverde e, pistole alla mano, si impossessano di armi, gioielli e denaro. Altri due li aspettano fuori su un’auto e una moto rubate. Mentre escono col bottino c’e uno scontro a fuoco: tre riescono a fuggire il quarto perde la vita sulla porta del negozio. E’ Franco Anselmi 22 anni iscritto al primo anno di legge all’università di Perugia dove divide un miniappartamento con Massimo Carminati.Ha cominciato la sua attività politica cinque anni prima nel Fronte della Gioventù.Il 28 febbraio del 1975 a piazza Risorgimento negli scontri tra estremisti di destra e di sinistra Anselmi e accanto a Mikis Mantakas quanto quest’ultimo viene ucciso da un proiettile di P38 che lo colpisce alla testa. Il sangue schizza sul berretto di lana di Franco che da quel giorno giura vendetta. Un anno dopo Franco Anselmi e a Sezze a fianco dell’onorevole mlssino Sandro Saccucci: negli .scontri che seguono il comizio rimarrà ucciso un giovane comunista. A fine ’77 con i fratelli Fioravanti,Alibrandi e altri, compie i primi attentati terroristici contro le sedi romane del messaggero e del corriere rivendicati dai NAR, Nuclei Armati Rivoluzionari.
Il 7 gennaio del ’78 davanti alla sede del Movimento Sociale, vengono uccisi due studenti di destra, Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta. Centinaia di neofascisti si radunano sul posto, scoppiano disordini e un altro studente di destra, Stefano Recchioni, viene colpito dal fuoco di un carabiniere e muore tra le braccia di una compagna di scuola, Francesca Mambro. Franco Anselmi e tra la folla e intinge il suo berretto di lana nel sangue dei caduti giurando nuove vendette. La sera del 28 febbraio Alibrandi e altri 4 quattro decidono di vendicare i morti di Acca Larentia. In una spedizione al quartiere Don Bosco si lanciano sparando contro alcuni ragazzi di un centro sociale, feriscono Nicola Scialabba e ammazzano con due colpi alla nuca il fratello Roberto. Il 6 marzo c’é la rapina all’armeria di Monteverde che costa la vita a Franco Anselmi, due giorni dopo in una cabina telefonica sulla Cristoforo Colombo viene fatto trovare il volantino che annuncia la nascita dei gruppi armati Franco Anselmi. Il 18 marzo a Milano tre killers giovani, eleganti, a volto scoperto, uccidono Fausto Tinelli e laio lannucci.Cinque giorni dopo a Roma un volantino rivendica l’esecuzione dei due ragazzi milanesi per vendicare Mantakas, Ciavatta, Bigonzetti e altri quattro camerati uccisi.Il volantino é firmato Brigata Combattente Franco Anselmi. E le azioni terroristiche nel nome di Franco Anselmi, continueranno per quattro anni: a Roma con l’attentato alla sezione del PCI alla Balduina e due rapine alle armerie Omnia Sport e Perini nel 1979 e 1980. A Napoli il 5 aprile 1980 con l’attentato al direttore del manicomio giudiziario di Sante Frau. A Venezia pochi giorni dopo la strage alla stazione di Bologna per scagionare Marco Affatigato. A Roma con l’esecuzione di Francesco Mangiameli, accusato di infamia e tradimento. A Milano, Padova,Roma tra l’80 e l’81, con l’uccisione in scontri a fuoco di due carabinieri, un poliziotto e due agenti della Digos. Ancora a Roma il 21 ottobre ’81 con la spietata esecuzione del capitano di polizia Francesco Straullo e del suo autista. Oltre a aver fatto arrestare decine di terroristi neri il capitano Straullo era a conoscenza di risvolti molto delicati delle inchieste Moro e Pecorelli.L’ultima volta che compare il nome di Franco Anselmi e il 5 marzo del 1982 per rivendicare una rapina in banca a Roma che finisce con la morte di uno studente e l’arresto di Francesca Mambro. I fratelli Fioravanti sono già in carcere, Alibrandi e morto in uno scontro a fuoco, Giorgio Vale farà presto la stessa fine. Gilberto Cavallini verrà arrestato a Milano.Lei ammette...Ammetto la mia responsabilità.Nel corso di vari processi, grazie anche ad alcuni pentiti, o protagonisti di questa lunga scia di sangue hanno riconosciuto quasi tutti i loro delitti. Ma nessuno ha mai voluto ammetere la paternità dell’omicidio di Fausto e laio. perche nessuno parla? Che cosa si nasconde dietro il delitto di via Mancinelli.
Danilo De Biasio
Allora Daniele Biacchessi importanti novità. Che cosa puoi dire?
Daniele Biacchessi
E’ stato accertato dai magistrati romani, dai magistrati milanesi l’esistenza di un doppio livello: da una parte chi professava la lotta armata, la lotta contro lo stato e chi faceva dell’altro. Una sorta di gruppo questo Franco Anselmi che secondo le risultanze processuali anche nel processo NAR a Roma faceva sostanzialmente rapine per autofinanziamento e aveva contatti che sono stati accertati alcuni contattiimportanti con esponenti della criminalità organizzata romana e apparati dello stato .
Danilo De Biasio
Umberto Gay
Già nell’88 scrivevate insieme a Fabio Poletti che era proprio questo intreccio, la mala, il traffico I’estremismo di destra che lì bisognava andare a scandagliare. Ora si può andare più avanti, si può stringere il campo?
Umberto Gay
Sì, finalmente dopo 18 anni c’é qualche elemento nuovo. Il circuito che si presenta con questa rivendicazione, questo volantinaggio, presenta la possibilità di affermare che c’era un circuito alto. Franco Anselmi non e un nome qualsiasi in quel mondo, il mondo della destra. E’ il nome di un capo, di un comandante. Il fatto che la prima rivendicazione avvenga sui cadaveri di Fausto e laio e la chiave dilettura importante.Quello e i trafficanti di eroina. All’epoca fare controinformazione sull’eroina significava dare molti fastidi ai trafficanti. Diciotto anni e vorrei ricordare che e l’unico omicidio politico di questa gravità e intensità ancora non risolto.
Danilo De Biasio
Senti ma forse siamo vicini come non mai alla verità su Fausto e laio ma ci sono voluti diciotto anni, come e possibile?
Umberto Gay
Io ho sentito le cose che diceva prima il Dott. Spataro, io le confermo. La magistratura, attenzione, la magistratura si mosse nella direzione giusta. Noi però oggi diciamo che Polizia di Stato, Carabinieri e Prefettura dell’epoca invece in qualche maniera coprirono, furono superficiali, omisero di fare indagini delle importantissime; lo avete detto voi nel filmato il berrettino di lana trovato con dei capelli dentro; i nastri registrati scomparsi da casa Tinelli mentre Danila portava Fausto a essere seppellito Trento. Chi entrò quella sera con le chiavi di casa eportò fuori i nastri? Noi questa sera accusiamo questi organi dello stato e contemporaneamente diciamo a polizia e carabinieri di adesso a Milano che hanno una formidabile occasione per portare un contributo grosso di pacificazione a questa città. Perché finche non ci sarà la verità su Fausto e laio i centri sociali il movimento antagonista, chi ha lavorato e sudato sulla vicenda di Fausto e laio non si pacificherà.
Danilo De Biasio
Siamo in chiusura
Umberto Gay
Io parlo, parlo... lo so che gli assassini ci stanno guardando qui a Milano o a Roma.Vi dico questo, questa e l’ultima tranche di indagini possibili. Confessate. L’unica chiave per chiudere questa vicenda e la verità politico storica su questi due nostri amici, compagni, fratelli di cui non abbiamo più potuto vedere il sorriso. Dopo questa tranche di indagine l’azione, giusta. degli amici e dei compagni di Fausto e di laio non si potrà fermare.
Danilo De Biasio
In extremis, a tre giorni dalla data prevista dell’archiviazione del processo, abbiamo detto questa sera che non sarà più chiusa questa inchiesta. E’ un risultato importante, un risultato a cui hanno lavorato molti di coloro che erano invitati alla trasmissione di stasera.
Grazie

Trasmissione "Confini" 27/06/96