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8/9/1943- 8/9/2011 , quale il giorno della vergogna?

par antonio camuso

Publie le venerdì 9 settembre 2011 par antonio camuso - Open-Publishing

8 settembre 1943-
8 settembre 2011 quale il giorno della vergogna?

Questa volta vogliamo esser noi a fare del revisionismo storico, costretti dalle vicende di scandali sessuali , una classe politica più corrotta e più inchiodata alle proprie poltrone degli stessi gerarchi del gran consiglio del fascismo ed un Mussolini che con la sua Claretta Petacci muoiono insieme , appaiono degli amanti sfigati di un romanzo dell’800 se paragonati alle prostitute d’oro e papponi ingrassati con i ricatti ai danni di colui che da premier sognava di esser ricordato come il più grande uomo di Stato che l’Italia mai avesse avuto.

Se ieri fu un Re che mollò la capitale in mano ai tedeschi per salvare la propria pelle e della famiglia , con corte al seguito, condannando a morte sicura migliaia di soldati abbandonati alla mercè dei nazisti per mezza Europa, oggi invece c’è chi per salvare la propria poltrona, ordina a qualcun altro di filarsela dall’Italia per stare lontano da quei persecutori di giudici, ficcanaso e bacchettoni oltre che a suo dire invidiosi perché impotenti…mentre sull’intero popolo italiano cade la ghigliottina della logica dei banchieri del Capitale Globalizzatore

8 settembre 1943
Onore a tutti coloro che si sacrificarono per riscattare l’Italia , soldati, partigiani, semplici uomini e donne.
Vergogna per quelli che oggi sacrificano l’onore dell’Italia per la sete di potere e di denaro!
Vergogna per coloro che ci hanno ridotti ad un altro 8 settembre schiacciati non dai carri armati dalla croce uncinata, ma dai contabili della BundesBank

8 settembre 2011
C’è la possibilità di salvare il nostro paese? Certo ripartendo con lo spirito di sacrificio che animò la ricostruzione , ma demolendo di sana pianta il sistema putrescente che ci consegna il liberismo internazionale e il berlusconismo

E ad iniziare quel lontano 43 la rinascita del nostro paese furono uomini, e donne, che sì erano stati allevati in un ventennio di retorica fascista, ma che sentivano ognuno dentro di sé l’amore per la propria terra, le proprie origini, le tradizioni dei loro paesi, ma innanzitutto l’orgoglio di non voler chinare la testa come popolo e come esseri umani

Ci domandiamo oggi:-"ha senso parlare di orgoglio, di spirito di sacrificio quando l’immagine mediatica ma purtroppo in parte reale, che si ha del nostro paese è quella desolante di un paese che invecchia per paura di far figli poiché farne troppi significa non poter fare carriera, non poter viaggiare all’estero con i voli low cost visto che i ragazzini non li puoi mollare al portinaio poiché lo abbiamo fatto fuori alle assemblee di condominio e i nonni li abbiamo sbattuti in un monolocale con la badante per impossessarci del loro appartamento , ma anche non avere il tempo per le due ore di bodybuilding, le due di piscina, l’ora di ballo ed infine il sabato notte da fare l’alba in discoteca?-"
Sì l’Italia che ci regalano i nostri ricordi , per i più vecchi di noi, o anche i film con Anna Magnani , era l’Italia delle sartine che si cucivano i vestiti da sole, delle donne con una tribù di figli appresso, scarmigliate , senza rossetto , che ad avvicinarsi odoravano del latte uscito dalle loro mammelle per allattare l’ultimo nato o da quello del pane appena tirato dai forni di casa, con le mani sporche di farina della pasta fatta in casa, un ‘Italia di quelle donne che come nei film del neoRealismo erano le prime in piazza ad occupare le case o nelle grandi lotte per il lavoro e la democrazia.

Sermone vetero-nazionalpopolare e antifemminista?

Prendiamocela questa accusa ma ricambieremo con l’accusare di schizofrenia coloro che continuano a dire che gli immigrati sono innocui poiché fanno i lavori che gli italiani non vogliono fare, ma contemporaneamente non si facciano vedere nei nostri quartieri bene e che non abbiamo soldi per arrivare a fine mese

L’Italia del dopo guerra è popolata di “innocui” disoccupati nostrani pronti a fare qualunque lavoro per dar dare da mangiare ai propri figli, come ci mostra lo splendido film “ladri di biciclette” , sono uomini che sudano sangue e lacrime nel tirare su case ed officine, spaccando la terra con quei pochi attrezzi salvati dalle fonderie belliche, usando i carri armati come trattori come nei film di Don Camillo e Peppone, ma pronti ad usare quelli e i fucili della Resistenza al fascismo per ricordare al Palazzo che la lezione non era dimenticata e di piombo ce n’era abbastanza per fare un altro 25 Aprile.

E’ un’Italia quella che ereditiamo da quelle due date 8 settembre e 25 Aprile che riesce a camminare grazie al mondo contadino che sino ai tardi anni 50 la farà pressocchè autonoma sotto il punto di vista alimentare ( anche se dobbiamo ricordare gli aiuti del piano Marshall –in cambio dell’adesione alla NATO e gli accordi dolorosi con gli industriali del carbone europei- minatori italiani schiavi in cambio di carbone per le nostre industrie)
Oggi l’Agricoltura italiana è morta e il suo funerale è sotto i nostri occhi in particolare nel nostro Sud e i motivi li sappiamo ma facciamo gli struzzi quando ci lamentiamo del lo stipendio che non basta per rricvare alla terza settimana , ma nei carrelli che riempiamo per le prime tre settimane vi sono alimenti totalmente inutili e dannosi che a farne a meno ci farebbe più sani e più ricchi. Bevande zuccherate e gassate , dolci che sono bombe ecologiche, formaggi fatti con simil-latte, pesce dai nomi esotici ma di dubbia provenienza, frutta che deve essere assolutamente fuori stagione , e pomodori e tutti i prodotti da orto che provengono da allevamenti in serre in cui concimi e pesticidi abbondano.

Così l’Italia dei pomodori pachino e san Marzano di Napoli è divenuta quella che acquista metà della produzione dalle serre idroponiche dei Paesi Bassi, le olive e l’olio dal sud Mediterraneo, i meloni dall’Egitto e così via, senza parlare delle arance siciliane che un tempo andavano a finire sotto i trattori perchè l’UE voleva che andasse così , oggi semplicemente gli aranceti come i vigneti pugliesi sono stati estirpati ed un ‘intera generazione di agrumicoltori e di vinaioli e contadini è stata spazzata via con tutte le sue conoscenze e tradizioni.

Nei campi della Puglia della Sicilia , della Sardegna o della Basilicata oggi c’è solo il silicio del fotovoltaico selvaggio, delle pale eoliche piazzate nei posti più belli e pozzi e trivelle petrolifere in mano ai soliti dell’Energia Padrona che han disseminato il Sud di megacentrali a Carbone e che volevano piazzare anche il nucleare
In cambio il nostro export quello dei piccoli padani, quello che un tempo era il loro orgoglio e il traino dell’economia degli anni 90 ebbene ormai è soppiantato dalla produzione massiccia cinese capace di replicare , innovandolo, al prezzo più basso, qualunque nuovo prodotto.

Oggi Napolitano ha fatto un discorso ben poco sibillino ( non siamo più l’Italia degli anni 70, 80 o 90…) e molto simile a quello di una Cassandra che ha aiutato insieme con la sua parte politica a far in modo che il cavallo di legno, inventato da un diabolico Capitalismo (che un tempo dicevamo delle multinazionali ed oggi del Capitale globalizzatore) , entrasse dentro Troia , ma… Troia sta già bruciando ed occorre che i Troiani accorrano prendendo le armi, spegnendo gli incendi, rischiando di perdere l’ora di danza classica o di palestra e magari anche la pelle ma ancor peggio di rovinarsi le Nike appena comprate e magari esser costretti a chiedere di aiutarci a spegnere l’incendio a quei cani rognosi dal colore della pelle un po’ scuro, i nostri zio Tom a cui deleghiamo i cosiddetti lavori umili, e forse accorgersi che quelli sono i primi a voler salvare il nostro paese e la nostra casa che brucia.

Antonio Camuso

Archivio Storico Benedetto Petrone