Home > APPLAUDITE: PARLA LA MORTE
APPLAUDITE: PARLA LA MORTE
par Lucio Galluzzi
Publie le sabato 10 settembre 2011 par Lucio Galluzzi - Open-Publishing1 commento
I NUOVI BALILLA DEL DUCE IN AGONIA
C’è una scena in Morte a Venezia di Luchino Visconti, che chi ha visto il film, difficilmente riesce a dimenticare.
Gustav von Aschenbach [Dik Bogarte], innamorato del giovane e bellissimo Tadzio [Björn Andrésen], si lascia andare ai trucchi e belletti per negare la gioventù ormai andata via da troppo; lo si vede ad un certo punto, completamente disfatto in viso, colare l’inchiostro usato per tingersi i capelli. I rivoli scendono dall’interno della paglietta, mischiati al sudore e ai tremori della sua fine imminente.
Ieri, accanto al Colosseo, Ballusconi ha partecipato alle giornate degli ragazzi PdL della Giovane Italia, dietro a lui la parete del palco all’aperto con ripetizione modulare dello slogan "largo all’Italia che avanza"; la gran sapientona della ministra fascista Meloni faceva da moderatrice/presentatrice e anche padrona di casa, visto che il "movimento" degli under 21 "azzurrini" è il suo.
La platea era composta da un brivido: giovanissimi maschietti e femminucce, tutti ben curati, pettinati alla come si deve, telegenici e fighi, nessuno escluso, proprio come vuole nonna Maria de Filippi; facce da sono qui per farmi vedere e basta, con il sorriso tatuato per ed espressioni clonate d’estasi da Comunella & Liberatutti al Giubileo.
Sembrava uno dei casting per il Grande Fratello.
A soffermarsi solo sui visi era già una tristezza incredibile per quanta falsità televisiva comunicassero.
Ma c’era di più: tutti indossavano una t-shirt nera, il nastro tricolore reggi pass al collo, appesi allo scollo della maglietta gli immancabili ray ban classici con lenti a specchio, qualcuno li indossava pure.
Facevano impressione: i nuovi balilla; quelli che per convenienza politica ad personam non si dicono più del Fronte della Gioventù e neppure rampolli d’Ordine Nuovo. Ma facevano davvero così tanto Aledanno da piccolo, simil Gnazio la Muffa o Sputazzetta Gasparri appena post adolescenti ad adorare il boia Almirante.
Dolorosi e ancora di più schiaffo alla sana ed autentica gioventù italiana che niente ha da condividere con questi neri schiavetti sicuri che l’inno d’Italia sia "Giovinezza, giovinezza", perché la Meloni, nella sua immensa cultura, questo sa e lo trasmette ai rampolli nel recinto a brucare.
Un’offesa quei ragazzi, davvero un’esposizione di cattivo gusto, per nulla rassicurante e men che meno sana.
Piccoli fascisti in divisa e adunanza obbligata.
Ed ecco il duce che si presenta sul palco.
Completamente vestito di nero, camicia compresa, senza cravatta che fa più sbarazzino.
Si siede accanto alla sua ministra per caso e si mostra: mostro.
Non so se sia vero che il dimagrimento post estivo fosse dovuto a dieta ferrea come lui ebbe a dire; di fatto lo si vide per una settimana circa con il viso spolpato, non più gonfio a pallone come era a luglio, ma ieri era peggio dei suoi peggio trucchi e inganni.
Gonfio come un otre, gli occhi tirati a fessura, cinesi, la pelle del viso come quella tesa al massimo di un tamburo tutta indirizzata al retro orecchie. Era come se gli avessero messo della Loctite sulla nuca e lì dietro confluisse la pelle eccedente, quella che denuncia gli anni veri.
Nonostante il solito cerone arancione che gli spatolano in faccia, era pallidissimo; la camicia sbottonata mostrava, impietosa, il contrasto cromatico, impressionante, tra il restauro/stucchi del viso e la pelle del corpo.
Chiunque, con un minimo di classe e presenza scenica, avrebbe o chiuso di più la camicia, o disattenzionato lo sguardo degli spettatori con un discreto foulard.
Ma Ballusconi che è, come come dice lui, il più grande esperto d’immagine mediatica degli ultimi 150 anni, si è presentato senza badare alla repulsione che simili orrori esibiti possono provocare in chi guarda.
In poche parole era veramente brutto, come non si è visto mai.
Addirittura il bitume usato per fare finta che siano capelli ha cambiato colore, da nero come lo adoperava, ora è tra il mogano e il viola; le luci del giorno e i riflettori denunciavano le zone a macchia di leopardo dove gli inchiostri erano più presenti, i riflessi lucidi mostravano zone circolari opache che nulla hanno a che vedere con il verso lineare della pettinatura.
Non riusciva a stare seduto sulla poltroncina, si toccava la gamba destra e ogni tanto la massaggiava con smorfia di dolore, alla mano sinistra si sono notati, per la prima volta, l’indice e il medio deformati, terza falange incurvata per tutti e due, tremori e tic nervosi sempre più presenti.
Più volte ha sbagliato i soggetti, scambiato i termini, in una logorrea noiosa, interminabile: quella identica ormai da un decennio e più.
Persino la Meloni lo implorava a gesti per fargli capire di finirla e passare ad altro, ma nulla, lui no!
Si è persino arrabbiata la minestrina quando ha visto che il capo è un cocciuto esibizionista fatto perso di se stesso, lo ha attaccato, sperando in un blocco del flusso di delirio: niente da fare!
E’ riuscito anche a dire che lui ha 27 anni, giocando con la sua vera età, ma nessuno ha capito il calcolo.
Quei fascistelli sotto ad applaudire ogni tre parole sceme, inquadrati di continuo, soddisfatti e sorridenti [ma di cosa? Perché?]. Le ragazze che addirittura venivano mostrate quando "commentavano" con goduria scenografica tipo: "madonnina che bravo! ma ti rendi conto cosa sta dicendo? Stupendo! Meraviglioso!"
Ma che spettacolo indecoroso e infame!
Che pessimo esempio educativo, distruttivo, vergognoso.
Non so chi siano i genitori di quei ragazzi, ma davvero che cattivi genitori!
E’ probabile che quei giovani però fossero solo comparse fornite dalle solite agenzie interinali, come era successo per quelle femminili mandate a centinaia da Gheddafi, lo spero davvero, perché altrimenti stiamo peggio di quanto si immagini.
Certi cose dovrebbero essere vietate per legge, chi le organizza messo direttamente in galera per stupro della gioventù.
Alla fine avrei voluto che il pallone gonfiato avesse cominciato a perdere i rivoli di inchiostro dalla testa, misti al sudore e al rantolo della morte, come il Gustav di Visconti.
Ma la natura è matrigna e non lo vuole ancora, purtroppo per noi e soprattutto per lui.
Lucio Galluzzi
©2011 Common Creative Licence
su Blogger
su I Nuovi Mostri Oliviero Beha
su Liquida
su faceBook
su Twitter
su Twubs Editor e Administrator Italia e Mondo per Iran Election
Messaggi
1. APPLAUDITE: PARLA LA MORTE, 15 settembre 2011, 13:00, di Milosevithc
> Che pessimo esempio educativo, distruttivo, vergognoso.
Aò, ma te lo sei riletto l’articolo? E’ pieno de strafalcioni, ma prima de parla’ de educazzione impara a legge e scrive, a cojone! Che se manco sai di’ le cose, figuriamoci se le sai pensa’, a capra der cazzo! Che, non è che te sei proprio come li fascistelli de ’sto cazzo che applaudono ar "duce" der nuovo millennio, aò?