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TE LA RACCONTO IO LA SCUOLA, MA DALL’INTERNO
Berlussonini 48 ore fa: "Crediamo nell’individuo e crediamo che ciascuno debba avere il diritto di realizzare se stesso, di aspirare al benessere e alla felicità, di costruire con le proprie mani il proprio futuro, di poter educare i figli liberamente; e liberamente vuol dire di non essere costretti a mandarli a scuola, in una scuola di Stato, dove ci sono insegnanti deh vogliono inculcare dei principi che sono il contrario di quelli che i genitori vogliono inculcare ai loro figli, educandoli nell’ambito della loro famiglia"
Enterogelmimi oggi: "Bersani si rassegni, la scuola non è proprietà della sinistra, del suo indottrinamento e il nostro sistema educativo sta abbandonando i vecchi slogan e va avanti"
Berlussonini 24 ore dopo, la smentita: "Come al solito rovesciate le mie parole, la solita pretestuosa strumentalizzazione; il mio richiamo, al contrario il mio richiamo al valore. La Scuola pubblica presuppone libertà di insegnamento, ripudio dell’indottrinamento. A questo punta la nostra Riforma".
Come al solito siamo sempre noi che non capiamo e travisiamo le sue parole, strumentalizziamo e manchiamo di contestualizzazione
E se riprendiamo esattamente le parole che ha pronunciato 48 ore fa il barilotto zoppo, siamo degli sporchi comunisti al soldo bolscevico.
Perché lui quelle cose non le ha dette così come le ha dette, nella sua testa erano altre, poi se la sua bocca le ha fatte uscire in modo diverso non è colpa sua, ma nostra che non siamo bravi in telepatia.
Povero Silvio, capito così bene dalla Enterogelmini che era in sala e non ha osato proferir parola, come se lei non fosse la ministra dell’istruzione, neppure rappresentante dello Stato.
Infatti la Mariastar legge nel pensiero del suo padrone, ed è pronta a donarci la vera e sacrosanta idea primieva che il duce pazzo concede solo alla sue podestà.
Questi tizi del partito dell’amore solo loro, si permettono, da sempre, qualsiasi esternazione cretina e grave, poi quando ci si indigna per lo schifo che fanno: smentiscono.
E tutti i servi della corte a ripetere la negazione della realtà come fosse la cosa più normale di questo mondo.
Ma non è così.
In pochi anni, cinque per l’esattezza, di gestione della Scuola Pubblica sotto la guida malsana e incompetente della Maria Letizia la Monatta, prima, e di Enterogelmini dopo, l’istruzione statale è stata resa macerie, relitto abbandonato.
L’istruzione e la cultura ridotte ad una sterile voce del capitolo finanziario di TremoRti, che di fatto è il vero ministro dei ministri, soprattutto della Mariastar.
Quello che l’acida ed antipaticissima ministressa fa passare per rivoluzione pedagogica e didattica, strutturale, epocale della scuola italiana, ha in realtà un solo nome: tagli economici, indiscriminati, ordinati dal ministero dell’economia, cioè solo ed esclusivamente sempre da TremoRti.
Non si capisce, e non lo capiremo mai, noi insegnanti, che competenze precise abbiano questi personaggi per intervenire così pesantemente in sistema educativo che era tra i primi del mondo.
Lo era, purtroppo.
La rovina berlussoniana si è abbattuta su tutto, complici i sindacati padronali Cisl Uil e Ugl con la connivenza vergognosa del PD che mai ha assolto al compito di opporsi seriamente alla banda di cialtroni che di cosa pubblica non capisce alcunché.
Da anni la Nazione è ostaggio del privatissimo e squallido mondo malsano e malato di un premier che impone al Parlamento di lavorare solo ed esclusivamente su leggi ad personam: deve salvarsi a tutti i costi, costi quel che costi dai processi che lo attendono.
Così, nella completa disinformazia di regime, gli insegnanti non solo vengono umiliati con il blocco degli stipendi per tre anni, ma sottoposti all’insulto d’essere giudicati da colleghi loro che stabiliranno se sono veramente bravi, solo così avranno aumenti in busta paga.
Questo significa una sola cosa: la guerra dei poveri. Insegnanti di serie A contro quelli di serie B e C. Chi si adegua al sistema ed è virtuoso, non sciopera, non protesta, non si ammala, dice sempre sì, onora il capo e i suoi tirapiedi… verrà considerato "professionista produttivo" e sarà premiato.
Gli altri: si fottano!
Non basta: gli aumenti maturati negli ultimi periodi, mai versati e promessi a gran voce dal governo, non sono mai stati percepiti e neppure si può sapere indicativamente quando saranno versati, se lo saranno.
Ma, siccome il dipendente pubblico è il limone unico da spremere fino alla morte, questo mese, ognuno di noi docenti, si è ritrovato con una media di 200 euro in meno di stipendio: conguaglio previdenziale c’è scritto.
Loro i soldi che ci devono non li tirano fuori, se lo faranno saranno senza interessi perché gli arretrati per gli statali funzionano così; ma quando devono fottersi parti consistenti del nostro salario sono puntualissimi!
Quello non lo dimenticano.
Si va anche oltre.
Siccome noi insegnanti siamo considerati dall’altro nano LaBrunetta dei fannulloni e truffatori, quando ci ammaliamo non solo veniamo multati, ma ci viene riservato un trattamento penosissimo: ridotti agli arresti domiciliari.
Per il lavoratore privato l’orario di visita fiscale va dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 17.00 alle 19.00.
Per noi l’orario è dalle 8.00 alle 20.00, con un’ora di libertà 13.00-14.00, undici ore su dodici.
E’ una vergogna!
Chi si è preoccupato di denunciare questa disparità incostituzionale di trattamento fra cittadini italiani? Nessuno!
In tre anni la gestione berlussoniniana della scuola pubblica ha tagliato otto miliardi, tagli puri, solo ed esclusivamente per "fare cassa" pro TremoRti e manovra finanziaria-patto di stabilità; l’istruzione è vista dall’esecutivo come un "bene" del tutto inutile ed accessorio. La Enterogelmini si giustifica adducendo alla Riforma epocale sua: quella fatta di grembiulini obbligatori e maestro unico.
130 mila insegnanti tagliati più 45 mila tecnici ATA.
Di epocale nella Riforma Enterogelmini c’è solo questa ecatombe che ha inferto un colpo mortale alla scuola primaria [quella che una volta si chiamava in modo molto più comprensibile "elementare"], prima era considerata l’avanguardia mondiale dell’istruzione; venivano da ogni parte del mondo a studiare il nostro modello.
Le scuole di, Reggio Emilia, per esempio hanno ottenuto riconoscimenti internazionali come le migliori del mondo.
Eravamo un’eccellenza.
Oggi, grazie ai distruttori al governo, siamo diventati uno schifo.
Smontati i moduli, negato di fatto il tempo pieno nonostante la continua crescita di richieste da parte delle famiglie, difatti il ministero ha smesso di rendere pubblici questi dati, tutti possono capire il perché.
Gli "utenti" della scuola primaria hanno bocciato sonoramente il modello elementare della Enterogelmini di 24-27 ore settimanali; l’80% sceglie e vuole il tempo prolungato in modulo, tre insegnati su due classi, e pieno.
Il numero degli alunni per classe è stato innalzato, nelle superiori si arriva anche a 35, in barba ad ogni norma di sicurezza e bypassando i limiti imposti dalla legge se in aula è presente uno svantaggiato; in questo caso gli alunni non possono essere più di 20.
Il governo e il ministero se ne fottono altamente. Denunciati in class action dalle famiglie di portatori di handicap e condannati dal TAR del Lazio, fanno finta di nulla.
Gli insegnanti di sostegno dono stati decimati e sempre di più il docente di classe, che non ha specializzazione idonea, è costretto a sopperire scegliendo di seguire o gli alunni normodotati o quello abbandonato a se stesso.
Le famiglie pagano una tassa, calcolata molto per difetto, di 100 euro l’anno, non prevista dalla legge: a scuola manca tutto, anche la carta igienica.
Ai genitori si chiede di tutto: risme di carta per fotocopie, sapone liquido, rotoli di carta Scottex.
Le "private" invece godono ottima salute, non solo vivono nell’oasi privilegiata del Concordato, la maggior parte è a gestione confessionale, ma la ministra bugiardona in una notte ha trovato per loro 245 milioni da elargire subito.
Solo la Slovacchia investe meno di noi nell’istruzione.
Siamo i penultimi in Europa, scavalcati dall’Estonia e nel mondo anche dal Brasile.
La spesa pubblica italiana per la scuola è pari al 9% di quella pubblica totale, il livello più basso fra i Paesi industrializzati, e totalmente usata per gli stipendi da fame di noi docenti.
E’ un vero disastro al quale si aggiunge la riforma della scuola superiore: tagli negli orari, cancellazione di sperimentazioni, separazione netta tra licei e professionali così i figli tredicenni dei ricchi vanno da una parte e quelli dei poveri Cristi dall’altra.
Allora ha ragione il duce nano: la scuola pubblica non educa?
Certo che nella situazione di sfascio nella quale l’ha scaraventata, lui e i suoi ignoranti rappresentanti, si può fare ben poco oltre.
Lo sappiamo noi che ci lavoriamo dentro ogni giorno e viviamo momento dopo momento tutti i problemi che ci cadono addosso, le umiliazioni, il senso di fallimento perché senza mezzi è difficile creare interesse, le offese, i genitori arrabbiati, la sfiducia, il senso di impotenza quando vedi che c’è uno sciopero generale e la tua scuola resta aperta, gli alunni poveri ai quali non puoi dare un minimo di aiuto se non di tasca tua…
E che cosa va a urlare quel cialtrone ai cristiani riformisti? Che la scuola non inculca i valori della famiglia?
Lo dice a braccio, lasciando il discorso preparato, lo fa solo per ingraziarsi la benevolenza del potere ecclesiastico.
Lui che si permette di dare lezioni sulla famiglia a noi docenti?
E’ l’ultimo che può e deve parlarne di famiglia e di valori cristiani, con tutte le porcate che sono venute fuori sulla sua passione irrefrenabile per troie pure minorenni, i divorzi che ha sulle spalle, le convivenze e la sporcizia vergognosa che ha sparso su tutta l’Italia.
E la Enterogelmini invece di fare la cagnolina lobotomizzata che difende il puttaniere di Stato, ripetendo sempre la stessa manfrina sul ’68 e l’indottrinamento della sinistra nelle scuole, farebbe bene a dimettersi, prendere a braccetto il suo amato capo e iscriversi tutti e due al CEPU, ad un corso di Educazione Civica, che a loro tanto manca fin dalle basi, magari leggendosi a qualche libro serio, invece di usarli puciandoli nel cappuccino al mattino.
Ai miei alunni il Bunga Bunga non lo insegnerò mai!
Lucio Galluzzi
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