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Afghanistan del lavoro

Publie le domenica 10 ottobre 2010 par Open-Publishing
2 commenti

  l’Afghanistan del lavoro -

Anche nella morte non c’è “par condicio”.
Se in Afghanistan cadessero tre soldati al giorno la cosa verrebbe considerata intollerabile.
Se muoiono in Italia 1.050 lavoratori nell’ultimo anno, per condizioni di lavoro senza alcun controllo da parte dello Stato, per criminale desiderio di profitto dei datori di lavoro, tutte evitabili da una ordinaria applicazione di leggi esistenti, non c’è scandalo e la cosa viene considerata tollerabile.
Il “governo del fare” non fa nulla per fermare questo massacro, però trova cifre colossali per mandare mercenari in Afghanistan a rimorchio degli USA, specialisti in guerre perdute e inutili, dove i “terroristi” sono gli invasori che hanno l’impudenza di definire la loro guerra di aggressione una missione di pace e di diffusione della democrazia.

paolo de gregorio

Messaggi

  • Condivido con te, c’è molta ipocrisia... e per le istituzioni esistono ancora purtroppo morti di serie A e morti di serie B. Lo trovo semplicemente vergognoso!!

    • aggiungiamo Fassino possibilista sulle bombe sui caccia ...il quadro è completo!

      Osservo però che la cosa di una gravità inaudita, è che mentre si ritiene intollerabile la morte di mercenari che in sostanza partecipano ad una guerra che porta distruzioni, morti e sofferenze, si ignorano le morti di lavoratori che creano risorse per la nostra vita, a cui dovremmo rispetto. Ai mercenari funerali di stato, agli operai la beffa di chiamare la loro fine morte bianca e quando la notizia viene data è presto archiviata.

      Per quanto riguarda i partiti, non è solo vergognoso è anche complicità nel criminale stillicidio di tali morti "bisnche".