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Alemanno negli studi del NAR Corsi Mario, in "arte" Marione
Publie le sabato 30 ottobre 2010 par Open-Publishing
La storia del sindaco la conoscono in molti, se fosse il caso di ribadire ci sono quantità di informazioni sulla sua persona e sui rapporti clientelari che egli è stato in grado di stabilire, facendo di una città un enclave fascista a tutti gli effetti, ma il romano, come l’italiano, privo ormai di senso di discernimento fra quello che si fa e quello che no, procede a testa bassa e guarda che il suo ombelico, malgrado la pancia si sia fatta più piatta, non per edonismo ma per la corrente situazione economica, controlla bene se in tasca sia rimasto il biglietto di ingresso alla partita, al derby che so, perché per la tessera del tifoso lui sì che la farebbe la rivoluzione. Ma tant’è. Passa intere mattine, potendo, ad ascoltare le facezie della sua squadra del quore. E’ il caso che si cambi la consonante che dà di per sé più spessore. Perché tanto dietro i microfoni c’è un NAR (non sapete chi siano i NAR? Vi dice niente la strage di Bologna? Per i più edotti citerò due nomi: Mambro e Fioravanti...). Ma in queste "urla del silenzio" emesse ad arte per prendere per i fondelli i compagni superstiti e i familiari delle vittime del terrorismo fascista, l’italiano medio da un pezzo dà poco peso o nulla al passato di chi parla. Mario Corsi, indiziato per l’omicidio di Fausto e Iaio e di Ivo Zini, fra cui un incendio al cinema Gardena e un altro all’Induno, continua a fare la sua politica da spalti, corazzato dall’idea che quella sinistra radical chic, come lui la chiama, non muoverà un dito per mettergli il passato in faccia. Eppure carta canta. Mentre il sindaco in questione, dopo aver nominato assessori fascisti, municipi fascisti, con rara eccezione che conferma la regola, dopo aver sistemato ogni più piccola pedina al giusto posto perché tutto si mostri per quello che è, cioè una città immolata in nome della celtica e delle braccette teste (con qualche progettino vivaddio andato in fumo, come quello della Guardia Nazionale, ma forse non bisogna cantare vittoria anzitempo) continua a distribuire con generosità sponsor, con tanto di logo SPQR, fra le iniziative di Casa Pound, di concerti di Zetazeroalfa a Ponte Milvio con o senza cinghiamattanza, con il gesto benedicente complice del fratello di Flavia Perina, altro fascistone che malgrado le proteste di Nobile gli fa pure causa e lo porta in tribunale, perché la protesta è illiberale. (Infondo è un gruppo che parla di "disagio giovanile" poco importa se "nel dubbio mena"). Ecco il sindaco della città Eterna, che si fa eternamente fascista, con la celtica nascosta ma non troppo dietro il bottone della camicia, perché "è un fatto privato". Ma Marione sa come si fa: d’altronde aveva già sperimentato tecniche di terra terra persuasione da stadio, basta mettere uno striscione qui è lì, fra i suoi Boys e i vari Spadino, i vari di allora Zappavigna (questi nominato ora dalla Polverini all’ente Parchi senza colpo ferire). Uno striscione all’ultimo match recitava "Alemanno vomito di Roma". Ma a Corsi la politica fa schifo, anche se lui la fa, la faceva quando era nella sede di Via Siena e prestava manovalanza non potendo avere di meglio nella scatola cranica. Si mette pappa e ciccia, è il caso di dirlo, con quell’altro ex FI, Michele Baldi, poi estremesso dall’Eden Silvano, che dapprima prova a vendere i voti a Rutelli, perdono entrambi il seggio e ci riprova con una lista che annovera fra i suoi fondatari e firmatari degli ignari... defunti. Altra pedata, ma non utile a mandarlo a casa. Ci riprova per fare il verso a Ciavardini e Castellino, col suo POPOLO DI ROMA, e tanto per dirne una Alemanno non si fa sfuggire nemmeno questa occasione: poco meno di una settimana fa concede a questi ultimi la Piazza più suggestiva di Roma, Bocca della verità, e gli fa fare una festicciola tutta all’insegna di CORE e identità e lui vi partecipa commosso. Ma poco importa se dietro ci sono dei terroristi come l’ex NAR (ridalli) Ciavardini.. E’ la volta delle radio ormane, mettiamo anche a loro il logo del Comune come se fosse una t-shirt con il beniamino di turno e chi s’è visto s’è visto. Parliamo del sindaco. Non più pago di alleanze di strada come quelle coi tassisti e dei curvaroli aspiranti camerati e di qualche esponente della Comunità ebraica in diretto contrasto con Terracina, prosegue con la sua propaganda autocelebrativa di destra. Senza contare che un paio di natali orsono concede a quelle personicine a modo che sono Mambro e Fioravanti, abituati a fare via vai nelle stanze capitoline, uno stand nella storica festa di Piazza Navona, un’iniziativa benefica per i bambini disagiati, e indovinare come si chiamava non sarà poi tanto difficile: SPQR! Credo che poco, ma molto poco, ci sia ancora da aggiungere. http://romaclubfrancosensi.net/blog/2010/10/29/alemanno-un-americano-voleva-la-roma-ora-ci-sono-offerte-internazionali-con-profumo-eravamo-daccordo-per-la-cessione-ad-ottobre/