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Alle Primarie con Fausto Bertinotti, "il transessuale"
Publie le martedì 2 agosto 2005 par Open-PublishingProdi sulle unioni civili ha trovato un compromesso con Rutelli e Mastella. Bertinotti fa di più:ci incontra, ci stringe la mano e non gli viene una cianosi quando dice «gay e lesbica»
Alle Primarie con Fausto Bertinotti, "il transessuale"
di Vladimir Luxuria
Forse ci sarebbe bisogno di un corso di dizione, di perfezionamento linguistico per molti politici che ancora oggi hanno problemi con l’enunciazione della parola "omosessuale". Non si tratta di disfasia o di balbuzie, deve essere qualcos’altro... ovviamente le cose non dette non possono neanche essere scritte, l’innominabile "vizio dei Greci" non deve essere messo nero su bianco, soprattutto quando spiazza, disorienta, fa perdere le coordinate di una geografia mentale pigra e bacchettona, un mondo ordinato e statico creato nel cervello di qualcuno che non crede al movimento, alla deriva dei continenti, al panta rei: tutto scorre.
Ma come questi omosessuali non fanno solo sesso nella loro vita? Il suffisso della loro denominazione non li contraddistingue come una fauna particolare che fa sesso 24 ore su 24, anche durante il sonno? Ma noi li immaginavamo solo in parchi pubblici a godere o a farsi ammazzare, ambientalisti nel senso di "amanti del verde (di notte) "!
Tutti gli epiteti usati per disprezzarci vanno nella stessa direzione, o meglio nella stessa zona anatomica: "buco" (lo usano i toscani), "busone" (in Emilia), "culattone" (usato in Lombardia e da Tremaglia). E invece: sorpresa! Questi zozzoni, questi sporcaccioni, questi trasgressivi adesso chiedono il riconoscimento giuridico della loro sfera affettiva, dei loro sentimenti. Non tornano più i conti: i gay, le lesbiche e i/le transessuali sono capaci anche di amare, di fare famiglia, di normalizzarsi e imborghesirsi con quei banali problemi di reversibilità della pensione, accesso alle case popolari, assistenza in caso di malattia.
In poche parole questi deludenti trasgressivi vogliono far parte integrante del tessuto sociale, dimostrare di non essere delle schegge impazzite ma di essere strumento di coesione fino a rasentare, se non la beatificazione, almeno la fedeltà o la lealtà. Che scandalo! Ma i nostri politici in Italia (diversamente dal resto d’Europa e del mondo occidentale) non sono abituati ad assorbire questa roba qui: l’omosessuale ossessionato dal sesso (meglio se clandestino) è più controllabile, ricattabile, più borderline. Non sarà mica che magari questi non solo si uniscono ma qualche coppia delle loro dura di più di una eterosessuale?
In una bellissima opera teatrale di Annibale Ruccello dal titolo "Cinque rose per Jennifer" si parla di un serial killer che si aggira in un quartiere napoletano uccidendo solo i travestiti. Alla fine, come in un giallo, si scoprirà l’assassino: la Solitudine, i travestiti si suicidavano perché soli, disperati, senza speranza. Alla fine del "World Gay Pride" a Roma nel 2000 Fausto Bertinotti parlò al mezzo milione di partecipanti di "legittima ricerca della felicità". L’amore è anche un subdolo mezzo per combattere la solitudine, e oggi molti dopo aver trovato il compagno o la compagna si sentono abbandonati dallo Stato, isolati in un assoluto vuoto legislativo, abbandonati nella caparbietà del loro amore da un Governo che non vuole vedere in faccia la realtà, compreso quelle coppie gay e lesbiche che un figlio già lo hanno. Le istituzioni ci considerano solo come corpi lussuriosi e deviati: puoi anche essere un gay, una lesbica o una transessuale monogama o dedita alla castità, ma per il solo fatto di essere tale sei escluso dalla donazione del sangue, non siamo degni di un atto di tale generosità, anche d’estate quando l’emergenza sangue è più grave.
Romano Prodi sulle unioni civili (su esempio del Pacs in Francia) ha trovato un compromesso per non scontentare Rutelli e Mastella, nella Carta dei valori dell’Unione presentata martedì scorso si legge: «Sul tema dei nuovi diritti e nuove responsabilità che emergono in una società che cambia, l’Unione si impegna a promuovere strumenti giuridici capaci di offrire adeguata e giusta tutela alle esigenze della comunità e ai diritti civili e sociali delle persone». La parola "omosessuale" o "pacs" non è stata scritta, in modo tale (come è già avvenuto nella scorsa legislatura del centro-sinistra) che alla fine uno può rimangiarsi tutto e dire "ma noi non avevamo promesso niente nero su bianco"!
Bertinotti fa qualcosa di più coraggioso e politicamente meno ambiguo: viene a incontrarci, ci stringe la mano e non gli viene una cianosi quando pronuncia la parola "gay e lesbica", e questa volta (spronato da Marcella Di Folco, presidente del Movimento Italiano Transessuali) può dire "Io sono transessuale! ". Chissà se anche Prodi non ci faccia questo bel regalo per le primarie o se si lascerà intrappolare nella contrapposizione cattolici-libertini creata artificiosamente da chi vede di cattivo occhio l’estensione dei diritti a tutti.
La società è pronta ad accogliere le nostre esigenze, sono i poteri ecclesiastici e vaticani a volerlo impedire, non certo la base credente della popolazione italiana: la Spagna è una nazione cattolica e laica, il voto sul divorzio e l’aborto ha coinvolto anche i cattolici italiani. Sostengo Bertinotti perché penso che indipendentemente dai nostri partiti di riferimento è arrivato il momento di dire "basta" a chi considera meccanico il nostro voto indipendentemente dagli impegni presi e perché sono stufa di aspettare: non vorrei che quando approveranno le unioni civili io sarò così vecchia che non avrò neanche la soddisfazione di trovare qualcuno con cui unirmi.
Rifondazione ha siglato un patto con la comunità glbt e manterrà fede alle sue promesse, non sarà il disatteso "contratto con gli italiani", non eravamo nel salotto buono di Bruno Vespa ma all’Hotel Nazionale, di garanzia c’è la storia personale di uno che la stampa potrà anche accusare di "radicalità" ma non di disonestà politica, intellettuale e giuridica o peggio ancora di trasformismo.




