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Le forze Usa lasciano gli avamposti isolati
L’esercito americano ha chiuso il fortino nella valle di Korangal, in Afghanistan. In termini di vite umane era costato 42 soldati e centinaia di feriti. Molto sforzo per nulla, perché la valle nella provincia orientale di Kunar, desertica e spopolata, restava e resta saldamente in mano taleban nonostante l’impiego di risorse materiali e umane. Non è l’unico avamposto sigillato: nel 2007 e nel 2008, spiega il New York Times, due fortini e una base satellitare sono stati chiusi nella valle di Waygal in Nuristan e nel 2009 due ne son stati chiusi, sempre in Nuristan, nell’area di Kamdesh. Con la base di Korangal sono state abbandonate anche altre cinque basi satellitari. Qualcuno (oltre ai giornali americani) se n’è accorto?
La fortissima attenzione che abbiamo sul caso del personale di Emergency, giustificata dall’indignazione per il fatto che si tratta di italiani, umanitari e volontari probabilmente coinvolti in una oscura manovra, rischia di farci dimenticare la cornice della vicenda. E in questo caso la cornice è quanto mai parte del quadro e lo condiziona pesantemente. Oltre la guerra, che ne è ovviamente lo sfondo naturale.
La recente vicenda di Emergency scoppia in un momento delicatissimo nei rapporti tra Kabul e Washington e, di riflesso, con tutti gli alleati occidentali dell’Afghanistan. Un momento in cui la corda è tesa, la tensione è alta, gli screzi all’ordine del giorno. I colpi bassi pure. Un quadro aggravato, come racconta la vicenda dell’avamposto di Korangal, da un discreto nervosismo che caratterizza i manovratori delli Isaf-Nato, e in particolare il generale McChrystal (comandante delle truppe Usa in Afghanistan oltre che della missione internazionale), cui spetta il compito di dimostrare, entro sei-otto mesi, che aver portata i 1300 soldati americani del 2001 ai 70mila attuali (più o meno dispiegati e in crescita) è un’impresa con un senso.
Sul piano politico la corda è sempre più tesa dopo gli attacchi sferrati a giorni alterni a Karzai dalla stampa americana, da mezze dichiarazioni ufficiali o di questo o quell’anonimo funzionario. Infine, quando a fine marzo il parlamento afghano ha bocciato la legge con cui Karzai voleva assicurarsi il pieno controllo di una commissione elettorale, il presidente è letteralmente esploso, coprendo i suoi alleati di insulti e pesantissime accuse. La recente visita del presidente degli Stati uniti Baracki Obama in Afghanistan inoltre ha sgombrato il campo da nubi solo fino a un certo punto tanto che, a inizio aprile, la visita di Karzai a Washington del prossimo 12 maggio sembrava sul punto di saltare. Come insegna l’esperienza, quando la corda politica si tende troppo e quando il presidente si sente nell’angolo, partono i colpi di coda. Non è da escludere che quello contro Emergency rientri in una strategia per alzare il prezzo: colpire Emergency per parlare a Roma (la nuora) perché, in ultima analisi, Washington (la suocera) intenda.
Sul piano militare la situazione non è meno tesa. Dopo che l’Operazione Moshtarak ha dato la prima spallata in febbraio ai comandi taleban dell’Helmand meridionale, ora McChrystal vuole prendere di petto la regione di Kandahar e rendere «sicura» la sua capitale. Il nuovo piano strategico è quello di abbandonare avamposti inutili e onerosi concentrandosi sulle aree dove il controllo del governo è debole e inesistente, e «proteggere» gli afghani dai taleban. Una scommessa forte. Ma la turbolenza politica non aiuta. Karzai ha fatto un giro di visite dai capi villaggio della zona (gli anziani, come si dice in gergo) rassicurandoli sul fatto che nulla si farà in futuro sul piano militare senza il loro accordo.
McChrystal è in fibrillazione: deve assecondare due presidenti, il suo e quello afghano, ma fino a che punto? Il generale ha anche un’altra preoccupazione. Nonostante promesse, rassicurazioni e cambio delle regole d’ingaggio, i suoi ragazzi continuano a sbagliare: sparano sulle corriere, ai posti di blocco, lungo le strade come purtroppo avviene in ogni guerra. Nemmeno questo aiuterà un conflitto che, per arrivare a soluzione, ha puntato tutto sull’opzione militare. Inevitabilmente prigioniera delle logiche perverse della guerra (vittime civili, consenso in calo, perdite) e di quelle altrettanto minate della politica. Di cui Emergency sembra pagare in parte il conto.
Emanuele Giordana
Lettera22
Messaggi
1. Alta tensione nei comandi Nato, 19 aprile 2010, 11:29
Karzai è ormai un fantoccio logoro e parzialmente fuori controllo !!
Urge sostituirlo con fantoccio nuovo e più ubbidiente !!
MaxVinella
2. Alta tensione nei comandi Nato, 19 aprile 2010, 21:23
Ma è evidentissimo( tranne a LaRussa) che la guerra è persa, tanto vero che il gen. Mc Crystal ha detto che stanno "trattando" con i talebani " buoni". Ma come finora non si era detto che i taliban erano cattivissimi? Non si era detto che l’unico Taliban buono era il taliban morto( una battuta che si portano dietro dal Vietnam)?Dopo 9 anni di guerra i vertici americani ammettono di controllare meno del 50% del territorio( che vuol dire all’incirca il 30%), che la popolazione "non capisce i benefici della democrazia" e che non si vede una fine della resistenza degli "insurgents"!Tra l’altro sono mancati gli obbiettivi principali della guerra e cioè l’arresto del mullah Omar e di Bin Laden( vecchio socio in affari di Bush padre e grande amico di Ronald Reagan negli anni"80).A questo punto l’unica preoccupazione dell’amministrazione Obama è come uscire onorevolmente, come già successe ai russi, da un vero e proprio campo minato e come non far sparare alle spalle ai propri soldati mentre si ritirano.
Tuttavia una considerazione va fatta: ma è proprio necessario scodinzolare ed accodarsi alle" grandi potenze"per avere unpò di considerazione internazionale? Dalla guerra in Crimea in poi sembra che seguire i "grandi" nelle loro stupidaggini sia lo sport nazionale!
michele
1. Alta tensione nei comandi Nato, 20 aprile 2010, 18:20
Quando c’era Bush era un genocidio. Ora che c’e’ Obama i crimini li chiamiamo "stupidaggini". Un poco riduttivo direi. E’ mai possibile che ad un personaggio "simpatico" si possa giustificare tutto? A quando l’affermazione che Obama e’ in guerra perche’ trascinato dal Berlusca?
3. Alta tensione nei comandi Nato, 22 aprile 2010, 20:18
Io dico stupidaggini perchè sono un signore e non possodire cazzate.....uh l’ho fatto!michele