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Arma spuntata

Publie le sabato 5 marzo 2011 par Open-Publishing
1 commento

Sciopero generale.

Ha tanto il sapore del gioco delle parti poichè, oramai, lo sciopero generale di una giornata, di quattro ore et similia, non fà del male se non ai soli Lavoratori che vi aderiscono e, nel caso dei Servizi Pubblici, anche agli utenti degli stessi.

Vanno pensate nuove forme di lotta e/o di protesta, con il blocco - sine die, per esempio -, magari con sit-in ai quali partecipino i lavoratori fuori servizio, per esempio per bloccare tutte le strade di accesso al Parlamento e così via.

Basta raccolta di firme che, anche così come nel caso dei tre referendum spostati al "mare" per il 12 giguno p.v., di fatto cercano di vanificare ogni sforzo di raccolta e sbeffeggiare la volontà popolare.

Il "Nonno " sonnecchia ed l Sindacato non deve partecipare alla pantomima dello sciopero; della serie "M’ha menato, gliene ho dette tante".

Una bella, efficace ed efficiente Rivoluzione dei calci nel sedere da appioppare, da parte di migliaia e migliaia di persone ai nostri Rappresentanti che se li meritano, per esempio ed, a parte la proposta - fattibile invero - occorre pensare altre forme di lotta per mandare via le varie cricche che ci governano.

Altrimenti è teatrino; ognuno recita la sua parte.

Messaggi

  • Sciopero (quasi) generale

    A più di quattro messi dalle prime richieste della piazza (16 ottobre: manifestazione nazionale della Fiom e dei movimenti) la neo-segretaria della Cgil "concede" (bontà sua) l’indizione di uno sciopero generale di tutte le categorie. "Un atto di responsabilità" lo definisce... e infatti tempi e modi della proclamazione sembrano proprio voler esorcizzare qualsiasi uso generalizzato della scadenza.

    Per evitare il prodursi di qualche emulazione italiana di piazza Tahrir, si piazzano 4 ore ("siamo responsabili") il prossimo 6 maggio. Reazioni e commenti piovono sul web e tra il passa-parola della base, tra l’ironico, il cinico e il disilluso. Solo le dichiarazioni ufficiali dell’opposizione gioiscono di un gesto "importante per i diritti e la democrazia", politico nella dichiarata volontà di non agitare le acque che un minimo poterbbero pur incresparsi.

    Se gli ingenui in buona fede si lasciano cullare da un "meglio tardi che mai", i più sanno bene che le modalità scelte obbediscono al codice politico del "sindacalese". Con questa formula la Camusso e il suo gruppo dirigente intendono ricordare al paese chi comanda nel sindacato: l’indizione non segue le richieste di Fiom, base e movimenti ma è una esclusiva e deliberata scelta del direttivo Cgil.

    I limiti della scadenza sono evidenti a tutt*. In particolare per quanto concerne i tempi della scadenza: 1) il 6 maggio, che seguirà di poco le manifestazioni del 1 maggio, dove la Cgil sfilerà - come sempre - assieme ai sindacati "gialli" di Cisl e Uil che procedono a spron battuto nella firma di accordi separati. 2) un’astensione di 4 ore, inadeguata per uno sciopero generale, indicazione spesso non raccolta dagli stessi lavoratori che non sempre accettano una soluzione così tiepida.

    Una mossa di estremo equilibrismo che svela anche il differente approccio poltico che separa l’azione della Cgil da quela della Fiom, dei movimenti, delle istanze di base. Per Camusso & c. (sinistra istituzionale e ceto economico-politico che guarda al dopo) il problema è solo Berlusconi e il suo governo, per noi i nemici sono anche Marchionne, Confindustria e il nuovo paradigma di assoggettamento generalizzato al Capitale sotto il segno dell’austerità e dei sacrifici.

    Red. Infoaut

    http://www.infoaut.org/blog/editoriali/item/650-sciopero-quasi-generale