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BAGNASCATE

par Lucio Galluzzi

Publie le sabato 20 agosto 2011 par Lucio Galluzzi - Open-Publishing

SANTA SEDE: PAGA LE TASSE E SMETTILA DI MUNGERE!

PICCOLA STORIA DELLE VERGOGNE ECONOMICHE VATICANE [E NON SOLO]

Ci vuole davvero la faccia tosta e il cinismo che ha sempre caratterizzato i ministri politici della Santa Sede per arrivare a dire che "tutti devono pagare le tasse in Italia, soprattutto gli evasori".

Lo ha detto Bagnasco, cardinale, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, arcivescovo metropolita di Genova ed ex ordinario militare per l’Italia: cioè colui che in nome e per conto dello Stato Vaticano interviene illegalmente con ingerenze negli affari interni di uno Stato straniero sovrano [l’Italia] permettendosi pure di indirizzare la maggioranza parlamentare a modificare o approvare leggi gradite al soglio di Pietro.

Si interessano di ogni ambito riservato che riguarda il cittadino italiano. Dettano legge su contraccezione, eutanasia, omosessualità, procreazione assistita, vita intima delle coppie, aborto, ricerca staminale, masturbazione… come se tutti noi fossimo di proprietà loro, delle cose appartenenti al loro mondo, soprammobili o orpelli vari.

Ma Bagnasco sarebbe stato apprezzabile, per la prima volta, se avesse usato l’onestà e la trasparenza, che mai questi personaggi frequentano, e il coraggio di dirci finalmente: "è una vergogna che i primi evasori d’Italia, e del mondo, cioè noi del Vaticano, continuiamo a non pagare le tasse… chiediamo quindi la cancellazione dei privilegi Concordatari e la Santa Sede inizierà fin da subito a corrispondere l’ICI sul 40% degli immobili italiani dei quali è proprietaria unica…"

Invece no: bestemmiando i Vangeli, questi ipocriti porporati, guardano la pagliuzza nell’occhio dell’altro e fanno finta di non accorgersi dei colonnati che hanno nel loro.

Guai a voi, diceva il Cristo, se farete ministero della mia Via; ma tanto ai prelatoni questo non interessa, se fottono alla grande della fede proprio perché non l’hanno mai posseduta.

Vivono nello Stato più piccolo e ricco del Mondo, un caso unico di monarchia assoluta elettiva.

L’organizzazione piramidale e non democratica, governata dal Papa e gli esercizi di apostolato e beneficenze fanno sì che la Santa Sede amministri i suoi beni e le sue società in tutto il mondo.

I beni immobili che posseggono, un impero, situati in altri Stati godono, come in Italia, di regimi più che privilegiati; l’extraterritorialità consente l’esonero da imposizioni di tasse.

I privilegi sono estesi anche in materia di commerci, contratti, donazioni e finanze.

La Santa Sede gestisce i soldi usando da sempre opacità, tanto per usare un termine non forte; Città del Vaticano è un vero ed autentico "paradiso offshore".

L’extraterritorialità permette alla sua banca, lo IOR, di non dare alcuna spiegazione, seppur richiesta dalla Magistratura come più volte è successo, su movimenti e conti sospetti, collegati a fatti criminosi, riciclaggio e morti ammazzati sotto i ponti di Londra.

Può capitare però che per la vergogna e gli scandali, i banchieri di Dio forniscano documentazioni ai PM italiani, falsificando palesemente le informazioni.

E’ successo, basta cercare nella cronaca giudiziaria specifica.

Pur dichiarando il falso e compiendo un reato, i bugiardi non possono essere perseguiti, perché immuni, come il Concordato garantisce loro.

In Italia lo Stato Vaticano amministra proprietà immobiliari, attività bancarie e di credito, imprese industriali, finanziamenti diretti e indiretti a carico del bilancio dello Stato italiano e di Enti Pubblici, ha il monopolio quasi assoluto nel campo dell’assistenza, nelle iniziative a favore della gioventù, nella gestione di cliniche e enti ospedalieri. La Chiesa, da sempre, condiziona il Parlamento nella sua produzione legislativa, per assicurasi, anche, il regime di privilegio tributario al quale tanto tiene.

Il Vaticano, grazie ai Patti Lateranensi e le successive modifiche scellerate dei nostri politici al Concordato, ha conservato e moltiplicato in Italia immense ricchezze; gli immobili disseminati su tutto il territorio nazionale, ma soprattutto a Roma godono di un regime fiscale che è ridicolo.

Le chiese sono semivuote, ma le casse sempre strapiene. Un immenso fiume inesauribile di denaro affluisce in Vaticano dall’Italia e da tutte le Nazioni a maggioranza cattolica: offerte, donazioni, eredità, quote di imposte.

Soltanto una piccolissima ed insignificante percentuale di tali ricchezze finisce in opere umanitarie.

Il resto lo spendono in catechesi parrocchiale, edilizia del culto, sostentamento del clero [40.000 preti, solo in Italia], ma anche in banche amiche e da qui la liquidità si ricicla e si moltiplica in investimenti, titoli, immobili, divinvolti business, azioni in industrie…

Non per niente il Vaticano è rimasto implicato in vicende nere: "l’impiccagione" di Calvi, il Banco Ambrosiano e l’assassinio di Marco Ambrosoli. lo IOR di Marcinkus e altri faccendieri come Michele Sindona.

Sindona era Consulente finanziario del Vaticano e della mafia italo/americana. Sospettato negli USA di essere coinvolto in traffico internazionale di stupefacenti e legato alla mafia, in Italia può tranquillamente continuare i suoi sporchi affari grazie agli ottimi rapporti che ha con la Democrazia Cristiana e alle credenziali che gli derivano dal suo legame personale con Paolo VI.

Proprio Paolo VI lo incarica di eludere la legislazione fiscale italiana sottraendo alla tassazione l’ingente patrimonio azionario vaticano [non contemplato nel Concordato].

Sindona esegue: trasferisce gli investimenti nel mercato esentasse degli eurodollari tramite una rete di banche off-shore nei paradisi fiscali.

Non è dato sapere, segreto di Stato, se la Chiesa abbia beneficiato dello scudo fiscale di Tremonti.

Il Vaticano ebbe anche a che fare con la banda della Magliana, tanto che il suo capo, Enrico de Pedis, ottiene sepoltura come un papa santo nella basilica di Sant’Apollinare in Roma.

Il Diritto Canonico concede il privilegio di inumazione in Sant’Apollinare solo ai Papi, ai cardinali e vescovi.

Di sicuro prima o poi pure Andreotti e Vitalone otterranno tale sepoltura.

Lo garantisce l’omicidio Pecorelli.

Ora, Bagnasco e tutta la sua corte possono vergognarsi e magari tacere piuttosto che sparare puttanate sulle tasse altrui.

Lucio Galluzzi

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