Home > BOLOGNA 11 marzo 1977 ore 10. La morte di Francesco Lorusso

BOLOGNA 11 marzo 1977 ore 10. La morte di Francesco Lorusso

Publie le mercoledì 10 marzo 2010 par Open-Publishing
2 commenti

L’11 marzo un gruppo di studenti contesta l’Assemblea di Comunione e Liberazione, che ha espulso con la forza alcuni giovani di sinistra. Nei disordini seguenti uno studente di 25 anni, Francesco Lorusso, militante di Lotta Continua, viene ucciso in via Mascarella da un colpo sparato da un carabiniere. Nel pomeriggio un grande corteo del Movimento si snoda per le vie del centro cittadino. Molte vetrine di negozi vanno in frantumi. I manifestanti tentano tra l’altro l’assalto alla sede cittadina della DC. Vengono occupati i binari della stazione ferroviaria. Alcuni gruppi di studenti fronteggiano le forze dell’ordine con lanci di bottiglie molotov e "sanpietrini". Nella zona universitaria sono compiuti espropri proletari, tra cui quello al ristorante Cantunzein e al bar Titano in via Zamboni. Le strade attorno a piazza Verdi sono interrotte da numerose barricate, erette soprattutto con i mobili della vicina mensa universitaria. E’ distrutta la Libreria Terra Promessa di Comunione Liberazione.

http://www.lestintorecheamleto.net/capitolo2cronaca.pd...

le voci http://www.radioalice.org/voci.html

I giovani del gruppo cattolico si barricano all’interno di un’aula, invocando l’intervento delle forze di polizia. Appena giunti sul posto, con mezzi spropositati, i carabinieri si scagliano contro gli studenti di sinistra intenti a lanciare slogan. La carica fa subito salire la tensione. Nel corso degli scontri successivi, che interessano tutta la zona universitaria, Francesco Lorusso, 25 anni, militante di Lotta Continua, viene raggiunto da un proiettile mentre sta correndo, insieme ai suoi compagni, per cercare riparo. Muore sull’ambulanza, durante il trasporto in ospedale. Alcuni testimoni riferiranno di aver visto un uomo, poi identificato nel carabiniere ausiliario Massimo Tramontani, esplodere vari colpi, in rapida successione, poggiando il braccio su un’auto per prendere meglio la mira. Lo sparatore, arrestato agli inizi di settembre e scarcerato dopo circa un mese e mezzo, sarà in seguito prosciolto per aver fatto uso legittimo delle armi.
Quando si diffonde la notizia dell’assassinio, migliaia di persone affluiscono all’Università. Dopo che il corteo, partito nel pomeriggio, viene disperso da violente cariche, una parte dei manifestanti occupa alcuni binari della stazione ferroviaria, scontrandosi con la polizia, mentre altri si dirigono verso il centro della città e sfogano la propria rabbia anche infrangendo le vetrine dei negozi. Le iniziative di protesta dei giorni successivi sono duramente represse. Numerosi i fermi e gli arresti. Finiscono in carcere, tra gli altri, i redattori di Radio Alice, emittente dell’area dell’Autonomia Operaia chiusa dalla polizia armi alla mano.
I fatti di Bologna caricano di tensione l’imponente corteo nazionale contro la repressione che si svolge il 12 marzo a Roma. Bottiglie molotov vengono lanciate contro sedi della DC, comandi di carabinieri e polizia, banche, ambasciate. Gli scontri nelle strade sono violenti, e in alcuni casi si svolgono a colpi di arma da fuoco.
Ai compagni, ai familiari e agli amici di Lorusso si impedisce intanto di svolgere il funerale in città e di allestire la camera ardente nel centro storico, mentre il contatto ricercato dai militanti del movimento con i Consigli di Fabbrica e la Camera del Lavoro è reso difficile dalla posizione intransigente assunta dalle organizzazioni della sinistra storica. La frattura con il PCI raggiunge il suo apice nella manifestazione contro la violenza, organizzata per il 16 marzo a Bologna dai sindacati confederali, con la partecipazione, tra gli altri, della DC, partito che il movimento aveva indicato quale principale responsabile dell’assassinio. In quell’occasione al fratello di Francesco fu vietato l’intervento dal palco.

Messaggi