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Berlusconi e i sette satiri

Publie le mercoledì 26 ottobre 2005 par Open-Publishing

Dazibao Governi

di Utopico

Ci risiamo. Il Berlusconi, capo del governo, immerso fino ai capelli ( si fa per dire) nel conflitto di interessi nel campo dei media, delle assicurazioni, e di mille altre società e proprietà, lancia l’ennesima invettiva, gridando al complotto, a suo dire, della stampa, dei giornalisti, delle televisioni, al soldo della sinistra. Salva solo il fido EmilioFede e il feudo di Rete4, esempio lampante di pluralismo e corretta informazione, sempre secondo il Berlusconi furioso.

Nell’editto pronunciato dopo le polemiche seguite alla trasmissione di Celentano, Rockpolitik, elenca quelli che sono i suoi carnefici, i vari Vergassola, Gene Gnocchi, la Dandini, Enrico Bertolino, i fratelli Sabina e Corrado Guzzanti, e ovviamente Celentano e i suoi compagni di trasmissione. Che dagli schermi delle tv non perdono occasione, sempre secondo Berlusconi, di fare battute contro il presidente del Consiglio.

Ricordiamo tutti il famoso editto bulgaro quando Berlusconi nel 2002 da Sofia in Bulgaria, parlo’ della Rai e di alcuni conduttori - tra cui Enzo Biagi, Daniele Luttazzi e appunto Santoro - criticando le loro trasmissioni, ritenendole non adeguate per un servizio pubblico.

"Ho già avuto modo di dire - disse Berlusconi nella conferenza stampa conclusiva della sua visita in Bulgaria - che Santoro, Biagi e Luttazzi hanno fatto un uso della televisione pubblica, pagata con i soldi di tutti, criminoso; credo sia un preciso dovere della nuova dirigenza Rai di non permettere più che questo avvenga".

Il risultato lo conosciamo tutti e conosciamo la solerzia con cui, all’epoca, i vertici Rai eseguirono gli ordini del Capo.

Le persone citate da Berlusconi, da Vergassola ai Guzzanti, fanno satira, e satira intelligente, e la fanno perchè, sinceramente, l’oggetto o meglio il "soggetto Berlusconi" offre milioni di motivi per farne. Oltre a quelli personali, sono le sue immani gaffe, il suo egocentrismo, la sua voglia irresistibile di essere allo stesso tempo, sceneggiatore, attore e regista di ogni avvenimento politico e non. Ad essere la "guest-star" ci prova ogni giorno in Italia perchè all’estero, tranne quei due fresconi di Bush e Blair, compagnucci di merende e passeggiate fra merda di vacche in Texas o cactus in Costa Smeralda, non trova nessuno in Europa e non solo, che gli dia anche un minimo di considerazione o lo prenda minimamente sul serio.

La frustrazione allora si trasforma in rabbia. Una rabbia che prima si esprime con i comunicati dei vari maggiordomi, da Sandro Bondi a Cicchitto e poi con le sue parole, che ampliano, ove ve ne fosse il bisogno, il senso di fastidio per un uomo arrogante e petulante.

Berlusconi, nel delirio ormai inarrestabile di potenza che si porta dentro, vorrebbe solo sudditi obbedienti, proni al suo passaggio, che innalzassero monumenti e cattedrali per la gloria dell’Unto del Signore, che fossero eternamente riconoscenti a lui e magari anche alla sua "famigghia" per i suoi sacrifici, per il tempo, rubato alla sua vita, che gli concede.

Invece no, tutti contro di lui, tutti schierati a sbeffeggiare il Cavaliere che ha creato posti di lavoro, che ha aiutato le aziende italiane ( solo le sue) che ci ha salvato dai "comunisti".

La satira non deve fare la satira secondo Berlusconi. Basterebbe vedere come la satira è veramente libera in altri paesi, pensiamo agli Usa e al Late Show di David Letterman , da cui Luttazzi prese ispirazione per il suo Satyricon.

" E’ la stampa bellezza, e tu non ci puoi fare niente. Niente" . Era la frase-simbolo che Humphrey Bogart, nei panni del giornalista idealista Ed Hutchinson, pronunciava nel film "L’ultima minaccia". Hutchinson, di fronte alle pressioni e alle minacce del boss malavitoso di turno, se ne infischiava e pubblicava l’articolo che lo avrebbe smascherato.

Nello stesso modo vorremmo ricordare a Berlusconi che " E’ la satira, bellezza, e tu non ci pui fare niente. Niente".

Perchè oggi è difficile zittire tutti quelli che non credono più alle favole propinate per anni dal piazzista di Arcore. E la fine di questo incubo si avvicina a grandi passi e Berlusconi lo sa. E’ farà di tutto per evitarla e quindi siamo tutti chiamati a vigilare, manifestare e difendere la libertà. Che sia di stampa, di espressione e sopratutto di satira verso il potere, che si chiami Berlusconi o Prodi o in altro modo. Perchè vogliamo urlare, gridare sempre " Il Re è nudo!".

Oggi immaginiamo il rabbioso Silvio Berlusconi alle prese con i sette satiri da lui citati nell’ultimo "editto". Lo immaginiamo nelle vesti di Biancaneve mentre addenta la mela della satira. Una Biancaneve che ci auguriamo dorma a lungo, perchè, francamente, non vediamo Principi Azzurri all’orizzonte disposti a baciarlo.

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