Home > Brasiliano ucciso, tutti contro Scotland Yard: «Volevano insabbiare l’inchiesta»

Brasiliano ucciso, tutti contro Scotland Yard: «Volevano insabbiare l’inchiesta»

Publie le venerdì 19 agosto 2005 par Open-Publishing

di red

Tutti contro Ian Blair. Il giorno successivo alle rivelazioni della emittente britannica Itv sull’uccisione dell’elettricista brasiliano Charles de Menezes (che ribaltano totalmente la versione ufficiale fornita da Scotaln Yard ) è proprio lui, il capo della Metropolitan Police londinese, a finire sul tavolo degli imputati. E con una duplice accusa: non solo Ian Blair avrebbe infatti fornito una versione “aggiustata” della morte dell’elettricista brasiliano (freddato con 8 colpi a sangue freddo dai suoi agenti in borghese nella metro il 22 luglio) ma avrebbe anche tentato di bloccare, l’inchiesta della Commissione indipendente d’inchiesta (la Ipcc) cioè proprio quell’inchiesta che, secondo quanto anticipato dall’emittente Itv, ribalterebbe la ricostruzione dell’uccisione del giovane brasiliano (in sintesi: non indossava affatto un lungo cappotto, non fuggì dagli agenti ma se ne stava tranquillamente seduto in metro).

«Nelle ore immediatamente successive all’uccisione di Charles de Menezes Sir Ian Blair scrisse una lettera al ministro degli Interni per chiedere che l’indagine indagine interna avesse la precedenza su quella della Ipcc» scrivono un po’ tutti i maggiori quotidiani britannici, dal Times al Guardian, dall’Indipendent al Daily Mirror. Ma il tentativo di rendere bloccare l’inchiesta fu vanificato dall’Home Office stesso e le indagini dell’Ipcc iniziarono senza indugi il 22 luglio stesso. Il ministro dell’Interno, Charles Clarke, respinse infatti la richiesta anche perché l’indagine della commissione scatta automaticamente nei casi di morte provocati da poliziotti.

Nel pieno della bufera, da parte sua Scotland Yard ha ammesso che la lettera è stata scritta ma si difende dicendo che l’intento era solo quello di «chiarire quale sarebbe stato il ruolo della Commissione Indipendente nel caso in cui fosse venuto fuori che nella sparatoria era coinvolto un kamikaze o un terrorista coinvolto negli attentati del 7 luglio». Ma la versione non convince né l’opinione pubblica né i familiari del giovane brasiliano. E Harriet Wistrich, avvocato dei de Menezes, ha ripetutamente chiesto le dimissioni di Ian Blair : «Ormai è chiaro che Scotland Yard ha detto solo bugie - ha dichiarato la legale- e, cosa più grave che nessuno ha cercato neppure di correggerle».

Oltre ai familiari e all’avvocato del brasiliano ucciso, anche Nick Harvey, deputato liberale, ha chiesto al capo di Scotland Yard di «mostrare almeno rammarico e di riconoscere pubblicamente che l’intera faccenda è stata gestita davvero male». Diversamente, ha aggiunto, la sua posizione diverrebbe «insostenibile».

Il giorno dell’uccisione Ian Blair , infatti, aveva detto che l’operazione era «direttamente collegata» all’attività antiterrorismo e che il giovane brasiliano aveva tentato di fuggire agli agenti. Una versione smentita dalle immagini delle telecamere a circuito chiuso, che documentano tutta un’altra dinamica. In oltre anche altri particolari mettono nei guai il capo della polizia che fin da subito aveva difeso la consegna “Sparare per uccidere” data in quei gionri ai suoi uomini. Secondo il Daily Mirror, infatti, secondo il quale l’ufficiale che dirigeva le operazioni il 22 luglio (Cressida Dick), aveva in realtà ordinato che la persona sospetta fosse bloccata prima dell’ingresso alla stazione di Stockwell e, soprattutto, che fosse presa viva. Secondo la fonte della polizia citata dal tabloid, «sicuramente il comandante Dick non ha dato a nessuno l’ordine di uccidere Menezes. Il gruppo di fuoco era lì per precauzione. Sembrerebbe che non abbiano fatto in tempo a trasmettere l’ordine di prenderlo vivo. Forse cinque secondi in più avrebbero salvato la vita a Menezes».

http://www.unita.it/index.asp?SEZIO...