Home > COCCODRILLO PADANO

COCCODRILLO PADANO

Publie le martedì 20 dicembre 2005 par Open-Publishing
8 commenti

Dazibao Estrema destra Spartacus

de Spartacus

Onorevole Borghezio, come va? Finito ko al primo incrocio di guantoni? Qui crolla un mito: l’eroe duro e puro del celodurismo, il peso massimo spazzanegri-ebrei-arabi-meticci e razzemiste che implode a round appena iniziato.

Non è possibile.

E tutte le ronde padane a cosa son servite? E la sacra ampolla ricolma di pater padus non l’ha preservata come l’acqua dello Stige? E le seratine di cori in stile nazibavarese in birreria non l’hanno gasata abbastanza contro i rossi?

Viene davvero da pensare che la Lega non sia più quella d’una volta se i suoi pilastri rocciosi si sbriciolano tanto maldestramente.

Eppure Obelix, come si fa chiamare dai compagni di merende il celto-piemontese, era uno di quelli che ringhiava e faceva il duro. Artefice e gran capo delle Guardie padane menava fendenti in Parlamento e in certe piazze ghignava agguerrito.

Un tempo se la prese anche con le prostitute, purché di colore.

E incitava a imitare i politici più cagneschi del suo gruppo che sbavavano livore contro gli extracomunitari e più che nei Cpt li volevano in catene, a lavorare nella fabbrichetta di famiglia, e per il restante tempo in galera.

Il ministerialismo di questi anni deve aver fiaccato la razza padana e le camicie verdi assistono alla precoce decadenza del proprio duce. Infatti peso massimo della provocazione Borghezio non è più lui, ha smarrito ogni energia se non riesce a tener a bada un manipolo di ragazzi dei centri sociali che lo incitavano a dar fondo al suo riuscitissimo repertorio di mastino dei Berlusconville.

Ora patetico, la voce mesta, frigna ai Gr Rai, ridotto a elemosinare solidale pietà per un’aggressione subìta insieme ai guardiaspalle.

Il muscolare divenuto coccodrillo padano piange e ripiange, per la cattiva l’Italia che lui vuol federalizzare, per gli ingrati i valligiani che non vogliono i trenini della Valdisusa che tanti dané portano alle tasche dei ministri della grande libera Casa del “facciamo un po’ come cazzo ci pare”.

Animo onorevole, si può sempre sperare nell’anno che verrà.

Messaggi

  • Bravo Spartacus!
    A parte le solite querimonie piagnose dei soliti politicastri che temono di essere presi a calci sul naso anche loro, e difendono i privilegi della categoria, l’Italia tutta è stata scosa da una solida risata liberatrice di soddisfazione per il prepotente con la tremarella.
    Vedere questo energumeno nazista degno del Ku Klux Clan e delle peggiori camicie brune hilteriane, questo cultore della mazza e della torcia, della svastica e dei proclami inumani, vederlo in lacrime, piagnolente e confuso, col cerottino sul nasino e il collarone di gommapiuma di chi vuole fregare l’assicurazione, spiace dirlo, ma ha arrecato una liberatoria soddisfazione trasversale a destra e a sinistra. E’ superfluo ricordarlo, ma le sbruffonate di questo nazista padano stanno sulle scatole a tutti, specie ai soci di schieramento e dequalificano in modo abnorme questo povero paese mettendoci ai gradini più bassi di fascismo tribale.
    Non si è capito nemmeno bene chi sia stato il collerico tiratore di calci né come tecnicamente l’evento si sia realizzato (ci voleva proprio una moviola al processo di Biscardi per esaminare con attenzione il triplice goal, ma aspettiamo con ansia di vedere e rivedere con calma le riprese delle telecamere ferroviarie. Sarebbe un bel regalo natalizio delle FFSS agli italiani, più gradito certo dell’invito a visitare lo zio di Matera!). Ora non i sa bene a chi attribuire la paternità del calcione, e gli italiani sono pronti a pagare i rimborsi processuali, ma gli autonomi di Padova di sono tirati indietro perché non presenti sul posto e con alibi collettivo, quelli di Rifodnazione hannoa ddirittura bloccato il goaleador invitando il Borgh. a chiudersi nel cesso.
    Chi dunque ha fatto il fiero gesto? Chi ha osato sfidare manu pedis questo monumento alla imbecillità umana, alla ferocia xenofoba, all’arroganza violenta? E il calcio non gliel’ha dato nemmeno una prostituta nigeriana o un extracomunitario marocchino, perché senno’ non gli avrebbe fatto sanguinare un pochino il naso ma gli avrebbe portato via la testa.
    Il gesto del prode calciatore del Nord non sarà democratico, non sarà civile, forse non avrebbe mai dovuto essere fatto, probabilmente dovrà essere penalizzato perché non si usa in un paese civile calciare chicchessia e i politici non possono creare precedenti.. ma lasciateci dire che enorme senso di liberazione si è sprigionato in ogni dove, io non ho visto altro che gente che rideva a crepapelle. Una grossa omerica risata ha scosso l’Italia.
    Sarà che questi leghisti hanno ormai stufato, sarà che è ora che vadano un po’ a fare scuole serali e lezioni di educazione civica e democrazia, sarà che abbiamo trovato avvilente che un presidente del Senato si abbassasse ai loro discorsi dequalificanti, ma, siccome si sta avvicinando un nuovo anno, abbiamo solo speranza che questa genìa malnata sia mandata via a calcioni (metaforici, si intende) da ogni forma di governo di questo paese.
    E ora ogni volta che un energumeno simile si affaccerà su qualche piazza a dire che ce l’ha duro, gli chiederemo: "Cosa? onorevole, il nasino?"
    Ormai tre eroi abbiamo:
    il muratore Roberto dal Bosco che tirò un cavalletto a Berlusconi
    Pietro Ricca che chiamò "Buffone" il premier al processo SME
    e l’ignoto calciatore del naso di Borghezio.
    A’ la guerre comme à la guerre! L’Italia si difende anche così. Viva l’Italia!
    viviana

  • ahi ahi ahi caro Borghezio : chi semina vento raccoglie tempesta .........
    buster brown

  • Dopo aver visto e letto tutto questo inneggiamento alla violenza da parte di voi comunisti io voterò Berlusconi. Non era mia intenzione farlo ma devo dargli ragione quando parla del pericolo dei comunisti. Siete sempre i soliti, pronti a picchiare e sprangare chi non la pensa come voi. Proprio come succedeva negli anni ’70 quando ammazzavate i ragazzini come Sergio Ramelli rei solo di essere anticomunisti. E come cittadino italiano vi dico anche che i 622 gladiatori erano persone per bene perchè erano dei veri Patrioti pronti a difendere la nostra Nazione dalle orde marxiste che avrebbero volentieri inviato in Siberia migliaia e migliaia di italiani se solo ne avessero avuto la possibilità.

    • O bravo, vota Berlusconi! Vai con chi ti somiglia! Separiamo il grano dall’erbaccia! Fascista eri e fascista resti, con o senza questo sito! E’ una tara genetica. Se ci sei nato, peggio per te. Troppo difficile spiegare a una testa quadra che i comunisti in Italia non si sono mai visti! Viva il pregiudizio e separiamo le pecore da chi pensa, una volta per tutte! Tu di la’ con questi bei soggetti da galera e noi da un’altra parte. E cosi’ sia.
      viviana

    • Ma pure un gladiatore doveva scrivere qui?!
      Sono andata a cercare chi era Sergio Ramelli. I fatti risalgono a 30 anni fa. Ramellie ra uno studente diciannovenne dell’ITIS Molinari di Milano che professava idee di estrema destra, militante del Fronte della Gioventù (l’organizzazione giovanile del M.S.I.) ; fu percosso sotto casa sua a colpi di chiave inglese da militanti di Avanguardia Operaia e morì dopo un mese e mezzo d’ospedale.
      Dopo il 2003 il Comune di Milano (con maggioranza di destra) ha cercato di ricordare Ramelli intitolandogli qualche aula scolastica ma nessun istituto ha accolto la proposta. Fin dal primo anno di scuola superiore, era stato espulso da ben 2 scuole.
      Ora paragonare questo storia al ceffone che ha fatto sanguinare Borghezio mi pare fuori di testa. E uno che inneggia a Gladio non viene fuori a dire che e’ stato questo sito a spingerlo a votare Berlusconi.
      Dunque l’omicidio Ramelli e’ del ’75.
      Il 18 marzo 1978 Fausto Tinelli e Lorenzo Iannuzzi - Fausto e Jaio - vengono uccisi a revolverate vicino al Centro sociale Leoncavallo da un commando formato da neofascisti e uomini dei servizi segreti. I due giovani erano impegnati nella lotta all’eroina. L’azione viene rivendicata dal gruppo armato fascista "Sergio Ramelli". Dopo pochi mesi viene ucciso in un finto incidente stradale il giornalista de L’Unità Mauro Brutto, che aveva scoperto i retroscena del duplice delitto.
      Mi fermo qui per carita’ di patria. Per indicare tutti i delitti attuati dall’estremismo missino, non mi basterebbe tutta bellaciao.
      viviana

    • Su Borghezio insisto nel dire che quando uno le rogne se le va a cercare, è giusto che le trovi.
      Chi glielo aveva consigliato di mettersi in mezzo a 200 autonomi da solo su un treno? La mamma? Dal Piemonte a Milano poteva andarci in auto o in compartimento riservato o con la scorta. Crede che la gente al solo vederlo provi dei moti di simpatia o di rispetto? Crede di avere suscitato della stima nel popolo italiano nei suoi confronti? Io stigmatizzo il calcio, ma ripeto che se l’e’ voluto.
      Per la par condicio, quando Fassino volle partecipare, sconsigliato da tutti, alla grande manifestazione pacifista di Roma, e ci stava come il cavolo a merenda, dopo tutte le manfrine che aveva fatto per tenere le truppe in Irak in una guerra di pura aggressione, nata su una montagna di menzogne, anche allora quella presenza fu letto come pura provocazione e dovette ritirarsi con la gente che tirava le bottigliette alla sua scorta.
      Ma chi crede di essere questa gente? Crede di non dover pagare mai per i suoi errori e per i suoi atti di insolenza? E i fascisti credono di picchiare, malmenare e uccidere restando indenni? E credono anche di venire su bellaciao a inneggiare a chi tento’ un golpe armato contro lo stato? Cosa hanno, il monopolio della violenza pretendendo pure che le vittime restino inerti?
      Il fascismo è morto e finito e di questi orrori non ne vogliamo piu’.
      viviana

    • L’ignobile ( in questo sono del tutto d’accordo) episodio di Ramelli , peraltro compiuto da personaggi di un gruppo tutt’altro che "estremista" come Avanguardia Operaia, segui’ comunque di poco tempo gli assassinii altrettanto ignobili di Claudio Varalli, studente ( da parte di un fascista, ora avvocato di grido) e di Giannino Zibecchi, insegnate di educazione fisica ( da parte dei carabinieri).

      Cosi’, tanto per chiarire il clima che si respirava in Italia in quel 1975, in aprile, oltre a Varalli e Zibecchi a Milano, erano stati uccisi l’operaio Rodolfo Boschi, militante del Pci a Firenze (dalla polizia) e Tonino Micciche’, operaio Fiat e dirigente nazionale di Lotta Continua a Torino ( da parte di un altro fascista).

      E a breve distanza dalla morte di Ramelli, sempre a Milano i fascisti sanbabilini avevano ucciso a coltellate Alberto Brasili, operaio nemmeno particolarmente politicizzato, soltanto perche’ aveva strappato un manifesto del Msi mentre passeggiava con la fidanzata.

      Ea novembre a Roma ci furono l’uccisione di Pier Paolo Pasolini ( dove le implicazioni dei fascisti cominciano faticosamente ad uscire fuori) , quella di Pietro Bruno, studente e militante di Lotta Continua, da parte dei carabinieri ,e ancora quella di Antonio Corrado, giovane proletario di S.Lorenzo, di nuovo ad opera dei fascisti.

      E qualche mese prima c’era stato il massacro del Circeo ad opera dei noti fascisti Ghira, Izzo e Guido.

      Ripeto, l’episodio Ramelli fu una cosa veramente ignobile e condotto da gente piu’ abituata a colpire gli altri compagni ( le chiavi inglesi di A.O. in quel periodo mandarono all’ ospedale non pochi militanti di altre organizzazioni) che non i fascisti, ma il clima che si respirava allora in Italia era quello che ho descritto ....

      Keoma

  • Tra il 1966 ( uccisione dello studente Paolo Rossi all’ Universita’ di Roma da parte dei fascisti di Delle Chiaie) e i primi anni ottanta ci fu in Italia una vera e propria guerra civile strisciante che poi culminera’ nel lottarmatismo da entrambe le parti ( anche se bisogna dire che nel periodo del lottarmatismo lo scontro diretto tra estrema destra ed estrema sinistra fu quasi inesistente, tutte e due tendevano ad "attaccare lo stato" ).

    Ma nella prima fase ( grosso modo 1966-1975 ) lo scontro fu veramente impari e i fascisti godettero pressoche’ sempre della copertura dello stato e spesso agivano in stretto rapporto con servizi segreti, polizia e carabinieri.

    Vorrei ricordare i tentetivi di golpe, Piazza Fontana, Brescia, Italicus, bombe ai treni ( Azzi preso mentre innescava un ordigno sul Roma - Milano), i fatti di Reggio Calabria e le miriadi di aggressioni, non poche omicide, da parte dei fascisti nelle piazze e nei quartieri.

    Grosso modo dal 1976 la tendenza si rovescio’ ; da un lato lo stato tese a scaricare i fascisti, dall’ altro la pratica dell’ antifascismo militante divenne dilagante ed effettivamente isolo’ i fascisti nelle loro "riserve indiane".

    Evito di commentare la cazzata secondo cui i combattenti della Rsi "combattevano il capitalismo" ; non sta ne’ in cielo ne’ in terra ed e’ stata ampiamente smentita dalla storia.

    Che, durante i pochi mesi di Salo’, Mussolini e il suo entourage tentarono di giocare la vecchia carta "sociale" del fascismo degli inizi , e’ vero ma furono per primi i tedeschi ( che erano il vero potere ) a bloccare sul nascere ogni applicazione dei programmi demagogici della cosiddetta " Carta di Verona".

    Gli anticapitalisti veri stavano dall’ altra parte e naturalmente vinsero la guerra sul campo e poi persero pesantemente quella politica, con l’ avvento del vecchio potere e col riciclaggio di non pochi fascisti al suo interno, il tutto garantito dalla presenza militare americana e, con forme ancora piu’ reazionarie, di quella inglese sul territorio italiano.

    E a sancire definitivamente il tutto ci penso’ poi anche Baffone con gli accordi di Yalta che collocavano, senza ombra di dubbio, l’ Italia nel campo "amerikano".

    Keoma

    P.s. Che c’entra poi un verme come Borghezio con una discussione di tipo storico come questa non lo capisco proprio.

    Al di la’ della sua antica militanza in Ordine Nuovo, quel verme dovrebbe fare schifo anche a chi si dichiara fascista, se non altro per coerenza "nazionale".

    O no ?