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CRISI ECONOMICA : VINCE LA DESTRA

Publie le mercoledì 28 aprile 2010 par Open-Publishing

Storicamente è facile constatare che, ogni volta che c’è una crisi economica, si assiste a una rimonta della destra (oggi: 11,2% di Le Pen in Francia, 15,6% della Rosenkranz in Austria, 75% di Orban in Ungheria, tenuta della Lega in Italia..). Questa avanzata della destra è fisiologica e si ripete ogni volta che il malessere sociale aumenta, non avviene solo in Italia a causa della degradazione della partitocrazia italiana, ma è riscontrabile in tutta Europa.

La paura per il futuro e il disagio esistenziale producono una regressione dei non abbienti a una situazione viscerale in cui ha buon gioco quel tipo di propaganda che usa la rabbia popolare, fomenta la lotta tra poveri, cerca capri espiatori e spinge a emarginare e colpire i diversi.

L’ascesa prima e la tenuta poi della Lega si basano principalmente sull’odio sociale. L’uomo che si sente privato della sicurezza economica si scatena in primo luogo contro chi può colpire fisicamente: se stesso (aumento dei suicidi), i propri famigliari (aumento delle stragi in famiglia, praticamente una ogni 2 giorni), il proprio prossimo più debole (aumento delle aggressioni a stranieri, barboni ecc., parte più indifesa della società). Chi non produce atti violenti reagisce comunque con atti sovversivi votando chi sull’odio sociale basa il suo potere. E’ come se la democrazia fosse accusata di essere la causa prima del disordine e malessere crescenti, al punto che a molti sembra più semplice non emendarla dai manipolatori ma eliminarla del tutto consegnando ogni potere all’uomo forte, come via più breve e semplice per la risoluzione di ogni problema.

Ogni volta che c’è una crisi economica la destra ci guadagna, è un risultato fisiologico, perché focalizza il disagio sociale in odio con obiettivi mirati: le istituzioni democratiche, il parlamento, i sindacati, i magistrati, gli emarginati, i non cittadini, le minoranze senza diritti, i più poveri ...

In tal modo i veri autori della crisi distolgono ogni reazione da sé, proprio mentre di fatto aumentano il disagio rafforzando i baluardi dei potenti e le loro impunità, aumentando i costi della vita, minando i diritti del lavoro, aumentando la precarizzazione, riducendo i presidi democratici, riducendo i salari, distruggendo lo stato sociale e abbassando le difese dei deboli.. ma gli elettori non capiscono questo gioco perverso e non riescono a indirizzare lo scontento verso le cause effettive del loro disastro: il neoliberismo, il sistema finanziario, le banche, i politici corrotti, i grossi industriali, i grandi centri occulti di potere e la Chiesa che li affianca...

Il povero capisce solo che diventa più povero e attacca il suo concorrente immediato: chi è più povero di lui. E’ una lotta per le briciole, mentre i veri carnefici ne approfittano aumentando la loro presa assoluta sul potere.

E’ chiaro che nella situazione di enorme malessere prodotta dalla crisi mai emendata del neoliberismo, l’unica sponda per chi soffre e ha paura avrebbe dovuto essere un progetto chiaro e semplice di lotta al neoliberismo stesso, con la prospettiva di un mondo futuro basato su coordinate rivoluzionarie, che pone al centro della rappresentazione l’uomo e non il mercato.

Il pensiero no global ha tentato di fare questo, nel silenzio o nella derisione dei media, nella sordità della politica, nell’astenia della Chiesa. I suoi effetti sono stati nulli sulla grande massa e alla fine hanno accolto solo pochi nuclei di resistenti e poche menti illuminate, premi Nobel, studiosi, sociologi, economisti ecc., nel giusto ma incapaci di coinvolgere le masse.

Circa la partitocrazia italiana, la sx si è divisa in una minoranza sempre più emarginata e franta senza potere, di cui una parte è stata assimilata alla casta assumendone volto e caratteri, e in un gruppo parlamentare insussistente a livello di opposizione vitale, che non ha fatto che omologarsi al peggio del neoliberismo stesso, fino a non costituire più alcunché di alternativo.

E’ mancata una grande personalità con carisma popolare (un Martin Lutgher King, un Gandhi…) in grado di predicare una grande visione, capace di focalizzare su di sé i bisogni e le aspettative dei cittadini, e capace di opporsi con un grande quadro dell’immaginario alle sciagure del neoliberismo. Ora, mentre gli effetti di questa sciagurata crisi economica continuano ad allargarsi negli Stati più deboli come la Grecia o l’Italia o l’Irlanda, e ai lavoratori si prospettano condizioni di lavoro cinesi, mentre i diritti del lavoro subiscono costanti attacchi nazionali ed europei e continua la mercificazione di tutto l’esistente, si affievolisce quello che Aristotele chiamava cervello razionale per accentuare la presa del cervello sensoriale, viscerale, rettile, che aggredisce in modo cieco e perpetua la distruzione del mondo.

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