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riccardo orioles
La Catena di San Libero
Dopo decenni di sacrifici e di stenti, attraversando una ferocissima
dittatura militare e superando difficolta’ d’ogni genere, finalmente
la sinistra brasiliana - guidata da un ex operaio metalmeccanico:
Lula - e’ riuscita ad andare al governo. Uno schieramento largo e
civile, dai sindacati di sinistra ai cattolici di base, carico di
speranze infinite e di una storia toccante come poche: al Nordest,
che la’ e’ la regione piu’ povera del paese, si contano a decine i
contadini, i sindacalisti, i preti assassinati non dalla mafia (che
in Brasile e’ ancora rudimentale) ma direttamente dai latifondisti;
a Porto Alegre c’e’ stata la capitale mondiale dei no-global, coi
giovani che da tutto il mondo venivano a chiedere esperienza e
consigli. San Paolo, che e’ un Milan e un Turin (ma dei bei tempi)
messe insieme, ha avuto addirittura un sindaco donna - del Partito
dei Lavoratori - il che, in un paese maschilista come il Brasile,
gia’ di per se’ e’ una gran cosa.
Bene: e’ salito Lula, con tutto questo immenso seguito di speranze,
di lotte, di schieramenti netti, di dolori, di carne e sangue dei
cittadini insomma, e s’e’ insediato al governo, qualche anno fa. Con
lui, purtroppo, si sono insediati anche numerosi altri esponenti del
centrosinistra brasiliano: Rutelos, Fasinho, Consuerto, Bosuelos, De
Alhema, Velardos, Rondolinho, Mastele’, De Pedro e altri ancora,
tutti fermamente decisi a portare avanti le riforme del popolo, ma
tuttavia cum juicio e stando molto ma molto attenti a non irritare
soverchiamente fazenderos, banqueros, berlusqueros e compagnia
bella. Nonche’, gia’ che c’erano, a non dimenticare il debito che
il popolo del Brasile doveva a ciascuno di loro per la loro valorosa
lotta a pro’ del medesimo, e ad assicurare dunque un’adeguata
ricompensa a se’ medesimi e ai loro amici.
Alla fine e’ scoppiato lo scandalo, con soldi in nero, scalate in
borsa, pubblicitari pagati miliardi (in nero) per uno spot e il
povero Lula costretto a venire in televisione a chiedere scusa al
popolo e a dire che abusi c’erano e c’erano dei mariuoli. "Si’, lui
e’ pulito - dice il popolo ora - ma ha lasciato rubare mezzo
Brasile". Cosi’, alle prossime elezioni, difficilmente il
centrosinistra verra’ riconfermato. Torneranno i fazenderos, i
banqueros, i berlusqueros e tutti quanti - e non per colpa del
centrosinistra in se’, ne’ di Lula, ma di tutti quei bei personaggi
che forse sarebbe stato meglio ammonire, prima di dargli una
poltrona, sui doveri dei rappresentanti del popolo quando vanno al
governo e anche, possibilmente, sul periodo prima.
Tutto questo naturalmente con l’Italia non c’entra niente e se lo
mettiamo qui e’ tanto per riempire la pagina - in mancanza di meglio
– con qualche notizia dalle lontane Americhe e qualche garbata
critica per i politici del Brasile.
Carriere 1. Per arruolarsi in Al Qaeda. Formare l’apposito numero
verde (Mossul, Nord Iraq) e chiedere informazioni all’operatore.
Orari: tutti i giorni dalle 18 alle 19. Requisiti: religione
islamica, sesso maschile, tolleranza per i rumori forti. Mission:
"Denuncia gli spioni, la polizia segreta, l’esercito, i peshmerga
(miliziani curdi, ndr) e i collaborazionisti". Respons.: shk. Osama
B. Laden. Benefits: non specificati, si accenna solo a "grandi
ricompense per chi fornira’ informazioni importanti". Slogan:
"Telefona ai mujaheddin". [antonella serafini]
Carriere 2. Per arruolarsi nella Guardia Padana. Chiamare la sede
federale (Legnano, Nord Italia) e chiedere di un ufficiale. Orari:
14-18 (feriali), 9-13 (festivi e semif.). Requisiti: solo "veri
padani ambosessi". Mission: "Arruolarsi fra le gloriose e mitiche
camicie verdi". Benefits: Pantaloni neri con tasconi, cappello,
camicia verde con scritta in oro "guardia nazionale padana".
Respons.: gen. Pollini Alfredo. Slogan: "Servire la Terra e il
Popolo (Volk und Erde)".
Gaza. I coloni hanno costruito su indicazioni precise del governo
israeliano, il presidente Moshe Katsav ha chiesto loro perdono a
nome dello Stato. Ma i recenti sondaggi rilevano che gli israeliani
continuano ad essere a favore dell’evacuazione, mentre solo pochi
estremisti continuano ad opporsi. La maggior parte della popolazione
israeliana ha una posizione molto moderata rispetto alle colonie ed
e’ disposta ad un ritiro entro le frontiere della guerra dei sei
giorni.
Una dimensione che molta stampa ignora e molto pubblico non
considera. [tito gandini]
Iran. Akbar Gandshi sostiene la separazione tra religione e Stato.
Dal maggio 2000 e’ imprigionato in isolamento a Evin per aver
partecipato ad un convegno a Berlino. Da 60 giorni digiuna, ora e’
in ospedale alle cure intensive. Gandshi, dopo essere stato seguace
di Komeini e aver partecipato attivamente alla rivoluzione, ha
studiato sociologia, ha fondato un giornale e ha ferocemente
criticato la dittatura iraniana.: "Un regime totalitario significa
paura e spavento. Dove la societa’ civile viene completamente
repressa, il capo si attribuisce un’onnipotenza divina. E’ la strada
verso il fascismo." [tito gandini]
Castellis e i giudici (texani). Acquisire le registrazioni delle
connessioni entranti sul server di Indymedia: era l’oggetto della
rogatoria internazionale partita da Bologna per le indagini sulla
"Federazione Anarchica Informale". L’Fbi ha pensato che il modo
migliore per ottenerle fosse il sequestro degli hard disk (come dire
che per cercare una traccia del radar bisogna mettere i sigilli a
tutto l’aeroporto).
Dal giorno del sequestro (il 7 ottobre) all’inizio di questo mese
tutte le carte sulle indagini del Tribunale distrettuale di San
Antonio in Texas erano rimaste sotto segreto d’ufficio. Solo grazie
alle pressioni della Electronic Frontier Foundation - che da piu’ di
dieci anni si batte per i diritti della cittadinanza digitale - si
e’ arrivati a una parziale declassificazione dei documenti. Tra
essi ce n’e’ uno (riprodotto solo in copertina) del 3 gennaio 2005
che accompagna una lettera in cui - scrive il procuratore Don J.
Calvert - il governo italiano ribadisce le ragioni per "tenere la
faccenda sotto segreto". Quindici giorni dopo il ministro Castelli
risponde alla Camera addossando qualsiasi iniziativa alla procura di
Bologna. [shining]
Bookmark: http://www.eff.org/Censorship/Indymedia/
Esagerati. HongKong. Il presidente della Banca di Cina, un certo Liu
Jinbao, ha favorito un grosso immobiliarista, un tale Zhou Zhengyi.
L’hanno arrestato, processato, sbattuto in galera, condannato, e
infine minacciano di fucilarlo - il che, francamente, e’ un po’
troppo.
Fra una cosa e l’altra gli hanno anche chiesto - immagino con le
dovute maniere - una lettera di dimissioni.
Linux. Fra i produttori di free software ora c’e’ anche la polizia
tedesca (per la precisione quella della Bassa Sassonia) che ha
sviluppato un sistema informatico autoprodotto (su piattaforma open
source) per il Centro informazioni che coordina la polizia della
regione. Insieme con l’Ufficio Tecnologia della polizia di Hannover
e’ stato inoltre sviluppato, sempre su base GNU/Linux, un avanzato
sistema centrale di raccolta dei casi, il "Nivadis".
Colonia. Bloccato il piano della polizia tedesca che prevedeva la
distribuzione di preservativi agli agenti in servizio alla Giornata
della Gioventu’. La decisione, secondo il portavoce della polizia,
e’ stata presa "per una questione di sensibilita’", data la nota
opposizione della Chiesa all’uso di anticoncezionali. I preservativi
sarebbero stati distribuiti unicamente ai poliziotti, ma le proteste
cattoliche hanno indotto le autorita’ tedesche a desistere e a non
sollevare il tema della contraccezione in un contesto come quello
della "Giornata della Gioventu’". Meno diplomatici i responsabili
dell’associazione anti-aids "Condoms4Life", arrivati con lo
striscione "Good catholics use condoms". [gioele sandrucci]
Ottanta... "Ho pensato che la borsa si fosse impigliata in un palo.
Invece erano due scippatori che mi tiravano la tracolla". Napoli. La
signora Maria, 80 anni, racconta dal letto d’ospedale la sua triste
avventura. Alle sei e trenta di mattina, nel piazzale davanti alla
Stazione Centrale, due giovani in motorino le agganciano la borsa,
trascinandola a terra. Bottino: 50 euro. Stava andando a visitare i
parenti fuori citta’, come ogni ferragosto. Adesso ha l’omero e il
polso fratturati, escoriazioni su fronte e naso, un trauma cranico
da tenere sotto controllo. "Sono uscita molto presto - spiega -,
pensavo che a quell’ora non ci fossero malintenzionati per strada".
Ottantuno. Pozzuoli. A capo di una banda di guardamacchine abusivi.
La donna, 81 anni, gestiva la sosta illegale in uno spiazzo davanti
a una chiesa. Tra i clienti fissi, parrocchiani e bagnanti dei lidi
vicini.
La signora coordinava l’attivita’ di tre giovani, tra cui un
minorenne.
Nella sua abitazione e’ stata sequestrata una scatola, all’interno
numerose chiavi d’automobili e un libro mastro con la contabilita’
illecita. Una poliziotta si e’ finta automobilista per cogliere gli
abusivi in flagrante. La capobanda, a causa dell’eta’ avanzata, e il
minorenne, per il motivo opposto, sono stati denunciati a piede
libero. [luca rossomando]
Video. Se cercate degli anticorpi di realta’ contro i mondi irreali
della tv-spazzatura, questa e’ proprio una buona stagione per
avvicinarsi al teatro-denuncia e al film-documentario. Marco Paolini
e Michael Moore sono solo gli esponenti piu’ noti di un’ondata
artistica che coinvolge decine di attori e registi che affidano al
palcoscenico e alla pellicola quello che anni addietro si affidava
al ciclostile o ai libri-inchiesta.
In questi giorni il caldo estivo mi ha fatto incontrare per caso una
di queste esperienze in un teatro all’aperto della periferia di
Taranto, dove una manciata di persone ha deciso di disertare per una
sera spiagge e discoteche per ascoltare lo spettacolo di Daniele
Serra "Nato a Taranto", dove il gioco di parole del titolo fa
riferimento alle origini dell’attore ma anche alla N.A.T.O. con i
puntini che schiaccia con il suo peso la "Citta’ dei due Mari". A
Taranto, infatti, c’e’ gia’ una base della Marina Militare e
un’altra della Nato, a comando italiano, e siccome non c’e’ due
senza tre sta per arrivare anche una terza base navale a comando
statunitense, destinata a diventare la testa di ponte sul Medio
oriente della macchina da guerra permanente, per trasformare il
magnifico e pescoso mare di Taranto in un parco giochi per
sottomarini a propulsione nucleare.
C’e’ una speranza per tutte le citta’ italiane che convivono con
basi militari, testate nucleari, sottomarini atomici, aerei trancia
funivie e territori a sovranita’ limitata? Sembra che la risposta a
questa domanda sia in mano agli attori, ai registi e ai
videoproduttori indipendenti che decideranno di affrontare le
emergenze militari e ambientali con una lotta a tutto tondo, che
sappia innestarsi nelle piu’ varie forme di comunicazione: dalla
marcia al volantino, dal cinema al teatro, dal palcoscenico alle tv
di quartiere. Conoscere e’ cambiare, e forse oggi per cambiare
qualcosa c’e’ bisogno di dire le cose di sempre con nuovi linguaggi.
Il prossimo passo potrebbe essere un "reality show" dai gironi
infernali delle acciaierie Ilva. Scommettiamo che fa audience?
[carlo gubitosa]
Made in Italy. Venezia. Multa di tremila euri a due turisti
stranieri per aver comprato da un ambulante una borsetta
"falsificata", cioe’ praticamente identica all’originale ma senza la
griffe che, per virtu’ del "made in Italy", dovrebbe bastare a farne
oggetto d’adorazione. Gli acquirenti, purtroppo per noi italiani, al
culto di Santa Griffa non ci credono piu’: anche perche’ spesso e
volentieri le borse da duecento euri "italiane" sono prodotte (per
delocalizzazione) in Cina, esattamente come quelle che arrivano a
venti euri al pezzo sulle ali dei "vu cumpra’". Imparare a fare gli
imprenditori? Mai piu’. Meglio continuare con la serenata del "made
in Italy" (inventata, non casualmente, ai tempi di Craxi),
incazzandosi con gli stranieri che non ci cascano piu’.
Acqua. Manca l’acqua a Catania, privatizzata da poco. Il presidente
del consorzio, Giuseppe Giuffrida, e’ indagato dalla procura per
interruzione di pubblico servizio. Il Codacons, quello dei
consumatori, dice che i pozzi sono pieni ma ai cittadini non arriva
niente. La citta’, ai piedi di una montagna innevata, soffre
tuttavia la siccita’ ogni estate per colpa del vecchio canale di
gronda (a suo tempo appaltato ai cavalieri), e del concetto moderno
secondo cui l’acqua e’ oggetto d’affari e non appartiene a tutti.
Pietre. Palermo. Ennesima aggressione razzista contro il Laboratorio
Z di Palermo, dove da anni risiede una comunita’ di richiedenti
asilo: due grosse pietre (una da 7 chili) scagliate nella notte
nelle stanze degli immigrati. Per fortuna, nessun ferito.
Oro. Assieme e quasi parallelamente al prezzo del petrolio, va
salendo quello dell’oro. Non essendo un economista, non ne conosco
il motivo e mi limito a segnalare che ai tempi dei nonni il rincaro
dell’oro (bene-rifugio per antonomasia) nella percezione comune era
associato all’imminenza di guerre. Ma oggi in guerra ci siamo gia’.
Dei. La povera storia civile del senegalese autista di camion e dei
tre ragazzi valdostani tutti travolti insieme - il tir era vecchio e
sovraccarico come chi, per due soldi, lo guidava - giu’ per il
viadotto dell’autostrada. E ora eccoli qua, i parenti italiani e
quelli neri, nella camera mortuaria dell’ospedale, ognuno a vegliare
i suoi. Si guardano tutti in silenzio, con imbarazzo, uno balbetta
una scusa, l’altro sforza un sorriso. Poi uno degli italiani - il
dolore rende piu’ intuitive le persone buone - si accorge che c’e’
un problema; non ci sono i soldi per riportare a casa il camionista
morto. E fulmineamente, come se gliel’avesse detto qualche angelo
del catechismo, capisce la soluzione: colletta fra noi italiani, fra
noi poveri parenti di Luca, Davide e Michele, e via ecco qua i soldi
per la bara e il trasporto e tutto, non e’ stata colpa di suo
fratello Mamadou se i freni erano logori, lo sappiamo che anche lui
era un povero cristo inchiodato a quel camion per campare.
Cosi’, nel nome di Cristo e di Allah, i rispettivi preti hanno
biascicato le loro preghiere e le bare sono partite per i rispettivi
cimiteri, sotto i cipressi d’Italia o sotto il sole africano.
Ditelo, ai due vecchissimi dei, rimbambiti dalle urla che sentono
salire verso di loro, che non sono impazziti tutti i loro figli, che
c’e’ ancora qualcuno che li onora abbracciandosi e non
perseguitandosi a vicenda.
Paolo G. wrote:
< Da qualche tempo, a seguito del divenire di alcune architetture
finanziare (convertendo del debito) mi sembra di vedere che i fondi
di gestione (proprieta’ delle solite banche italiane che ormai sono
le azioniste principali della Fiat) sono rientrati massiciamente sul
titolo Fiat in borsa dopo averlo venduto per anni. Ecco il perche’
ora i media hanno il compito di rilanciare l’immagine (e le vendite)
di Fiat >
Stefano Longagnani wrote:
< Chi e’ Ivan Scalfarotto? Perche’ vuole presentarsi alle primarie
del centrosinistra? Mi devo fidare? Io mi sono letto il suo blog, il
sito di Liberta’ e Giustizia (Scalfarotto ne fa parte), e non
conosco molti dei nomi che ho trovato. Ho guardato le sezioni "link
amici" e tra molti siti che non conoscevo, ne ho trovato alcuni che
apprezzo da tempo. Pero’ sono stato tanto ma tanto fregato dalle
parole dei politici di ogni parte, che prima di perdere tempo per
l’ennesima volta, preferisco informarmi da qualcuno di cui ho
imparato con il tempo a fidarmi. Grazie fin d’ora >
* * *
Veramente non so saprei. A occhio mi sembrerebbe del tipo "societa’
civile moderata". Sostenuto da Repubblica, quindi non esattamente un
ragazzo di base. Deplorevoli - a proposito di primarie - i soldi
spesi da Prodi e Bertinotti per campagne pubblicitarie costose e
professionali che forse, in quest’occasione, sarebbe stato meglio
sostituire col vecchio e democratico impegno dei militanti.
Alessandro Paganini wrote:
< Ricapitoliamo. Carnevale si’, Caselli e Boccassini no. Metta,
Squillante e Verde si’, Forleo no. Intercettare? Caruso si’, Fiorani
no.
Non vi dicono niente? Ottimo, continuate tranquilli a dormire >
G.M. wrote:
< Cartolina dalle Lofoten. Qui e’ tutto come te lo immagini:
bellezze naturali, gente civile e gentile, immigrati inseriti,
socialdemocrazia scandinava (il governo, per ora e’ di centrodestra
ma non credo che faccia differenza). Perfino i gabbiani sono piu’ in
carne e non hanno la diarrea o se ce l’hanno vanno a farla in mezzo
al fiordo. Purtroppo la stampa comunista e’ arrivata sino a qui.
Sanno tutto su Berlusconi, dalle corna nelle foto di gruppo alle sei
televisioni alle leggi ad personam. Uno, al Capo Nord, mi chiede:
"Is he really involved with Mafia?" Che gli rispondi? Per fortuna a
togliermi dall’imbarazzo ci pensa un 50enne di Modena appena
arrivato dall’Italia in bici in mezzo ad una tempesta di pioggia e
vento. Grande festa e, naturalmente... forza Italia >
Massimiliano Coccia wrote:
<A un anno dalla morte di Enzo Baldoni in Iraq le sue spoglie
torneranno in Italia. Ma come e' morto Enzo? Perche' le sue spoglie
sono state (forse) riportate quasi un anno dopo? Al di la' delle
colpe che il Governo, Scelli (il Commissario, poi passato in
politica, della Croce Rossa) e altri hanno in tutta questa vicenda,
rimane anche un'altra macchia per cui nessuno ha chiesto scusa:
quella dei giornalisti. Baldoni e' stato purtroppo considerato un
giornalista di serie B proprio per il suo carattere atipico e
libero. Non era un soldatino da redazione e leccapiedi dei potenti
direttori. Esempio di libero giornalismo, in uno stato ingabbiato >
Prossimo numero: dove passano le vacanze i giornalisti.
AntonellaConsoli
< Bambini che ridono
stelle che cadono
stelle che ridono
e benedicono... >
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