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Cipputi tra l’incudine ed il martello

Publie le domenica 11 aprile 2010 par Open-Publishing

CIPPUTI TRA L’INCUDINE ED IL MARTELLO

Cipputi è davvero disgraziato: è stretto tra l’incudine di Sacconi ed il martello del PD. In più deve fare i conti con un Sindacato ansioso di riuscire gradito alla Confindustria ed al Governo che a maggioranza ha già firmato l’espropriazione dei suoi diritti e soltanto una parte, la CGIL, continua a difenderlo sempre più debolmente, sempre con meno convinzione.
Ieri Sacconi si è presentato all’assemblea degli imprenditori italiani riuniti a Parma per rassicurarli che l’art.18 sarà gestito dall’arbitrato. Il ricorso al giudice del lavoro resterà una mera opzione formale ma dovrà cedere il passo ad un decisionismo nelle procedure di licenziamento veloce, sicuro, senza complicazioni. Si risponderà alle osservazioni del Capo dello Stato con una riproposizione più accorta dell’arbitrato.
Inoltre Sacconi ha annunziato il suo programma di nazismo pedagogico delle nuove leve giovanili
del lavoro. Esse non dovranno essere impregnate di nichilismo come quelle degli anni settanta che
hanno impestato la scuola, la magistratura, l’editoria con le loro idee.
I giovani dovranno accettare i lavori anche più umili, essere educati dallo Stato e dagli Imprenditori
al lavoro manuale. Ancora non sappiamo quali mezzi saranno adottati dal Ministro: ci saranno corvee’ obbligatorie per pulire le latrine? Che cosa sono i lavori più umili?
Insomma alla fine degli studi e conseguite le lauree o i diplomi i titoli di studio dovranno essere accantonati e si dovranno accettare tutte le proposte che fanno gli imprenditori. In atto questo succede sempre più frequentemente. La novità sembra consistere nelle pene che saranno inflitte a coloro che oseranno rifiutare proposte, perchè troppo avvilenti.
Nell’Inghilterra della rivoluzione industriale il lavoratore era obbligato a presentarsi ogni giorno al suo posto pena gravissime sanzioni. Un lavoratore assente o fuggitivo poteva essere ripescato dalla polizia e riconsegnato al suo datore di lavoro. In caso di recidiva poteva anche essere impiccato.
Un odio profondo per i principi della giustizia sociale difesi dal socialismo sembra guidare il livido e velenoso progetto del Ministro. Entro maggio presenterà un progetto di demolizione dello Statuto dei Diritti dei lavoratori. Al suo posto subentrerà uno Statuto dei Lavori che garantirà diritti agli imprenditori e soltanto obblighi per i lavoratori..
L’assenza di serie resistenze, il collaborazionismo di Cisl e UIL, la debolezza della CGIL paralizzata dai veti del PD che immobilizzano i suoi funzionari, sembrano spingere il Ministro sempre più lontano
dall’esercizio di un equilibrata e serena gestione delle forze del lavoro, verso non solo l’abrogazione di tutti i diritti dei lavoratori ma - ed è questa la novità più odiosa e preoccupante - in direzione di una legislazione di obblighi e di imposizioni. Lo squilibrio che si è creato per la defezione dei Sindacati e del PD dalla difesa della classe lavoratrice ha fatto perdere ogni senso del limite e del lecito. La destra italiana chiede condizioni simili a quelle imposte ai lavoratori nell’Inghilterra o nella Francia della industrializzazione. Il libretto di lavoro di Napoleone con l’annotazione dei comportamenti del lavoratore sarà introdotto in Italia?
Condizioni disumane e degradanti per gli esseri umani sono già in gran parte praticate da una imprenditoria che occulta all’estero le sue ricchezze e, senza voler generalizzare, ha in sè persone capaci di squagliare nell’acido un operaio che sottrae un po’ di benzina o di bruciarlo vivo se reclama i salari arretrati, o costringerlo a farsi scoppiare il cuore per racimolare
pochi euro nella raccolta dei pomodori.
Sacconi è il Ministro che non solo non ha niente da dire a coloro che hanno ridotto in schiavitù gli immigrati ed anche i precari della legge Biagi, ma spinge per una legislazione che renda quasi legale il loro comportamento asociale.
Questa è l’incudine. Il martello è costituito dal PD che, in concorrenza con la destra sempre per avere gli applausi dal grande parterre in giacca e cravatta del Convegno di Parma, dopo il rinvio alle Camere
della 1167, propone in forma solenne la sua alternativa con il ddl Nerozzi-Marini che introduce in Italia
quanto è stato duramente bocciato in Francia: il CUI (in Francia si chiama CPE). Una proposta che non aggira con marchingegni giuridici l’art.18 ma semplicemente lo sopprime con un contratto triennale che si finge di poter trasformare a tempo indeterminato e che garantisce anche salari bassissimi, minimi, al disotto financo della legge bronzea molto al disotto della garanzia di sussistenza della vita dei lavoratori.
Nel miraggio di un passaggio al contratto a tempo indeterminato i lavoratori saranno indotti ad essere non solo superzelanti ma ad aderire alle scelte politiche gradite alle aziende e cancellare il Sindacato dalla loro vita. Parlo naturalmente del sindacato autentico e non di quello gradito al padronato che ieri si chiamava "giallo", ma oggi può essere altro. Accetteranno qualunque sacrificio e paghe di fame.
Il messaggio che il PD lancia agli imprenditori è questo: la destra è pasticciona e la 1167 modificata difficilmente supererà l’esame della Corte Costituzionale. Noi tuteliamo assai meglio i vostri interessi: fidatevi di noi! Il disegno di legge scritto da Boeri, Garibaldi, Ichino e presentato da tutto il nostro gruppo senatoriale, vi garantirà la massima licenziabilità ed inoltre bassi salari. Noi siamo più scaltri, più competenti. Non è un caso che Treu e Damiano hanno criticato la 1167 anche se soltanto il giorno stesso della sua approvazione. La soluzione PD mette a disposizione del padronato uno strumento
che precarizzerà per sempre il lavoro italiano.
Cipputi, si guarda attorno e chiede aiuto per essere liberato dalla morsa tra l’incudine ed il martello.
Ma non vede nessuno che abbia la forza necessaria per aiutarlo. I sindacati confederali Cisl ed UIL lo hanno già posato. La CGIL mostra di voler fare qualcosa per lui, ma molto di malavoglia. E’ assai lontana dall’organizzare in Italia un movimento come quello francese. Mugugna ed abbozza e, per farsi perdonare la sua riluttanza a conficcare i suoi chiodi nella carne di Cipputi, celebrerà assieme a CIsl ed UIL il 1 Maggio.
Pietro Ancona
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