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Una proposta di lavoro sulla “questione settentrionale”
a cura delle Redazioni di Contropiano e de Il Pane e le Rose
La crisi economica sta producendo nuove e importanti modificazioni del tessuto produttivo e sociale del paese e in particolare nelle regioni industrializzate del nord.
L’evolversi della crisi può mettere in discussione l’egemonia del capitale e del suo modo di produzione, ma la situazione che può aprirsi non può essere affrontata semplicemente riproponendo i "miti" del comunismo storico, della resistenza antifascista, della spinta progressiva delle lotte operaie.
Quello di cui c’è bisogno non sono i miti, ma la capacità di individuare il processo concreto della ricostruzione di una prospettiva di liberazione dallo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, di trasformazione rivoluzionaria dello stato di cose presenti.
Da una parte i cambiamenti già prodotti dalla crisi devono essere analizzati in modo esaustivo, dall’altra occorre affrontare sulla base di valutazioni il più possibile approfondite e scientifiche la dinamica sociale che si sta aprendo in conseguenza della crisi.
Occorre rimettere al centro una analisi in grado di rispondere alle domande a cui i comunisti non possono più sottrarsi, superando in questo modo il localismo, l’idealismo, il politicismo.
Occorre individuare le spinte soggettive di classe, che spesso non sono immediatamente percepibili, o sono celate dalla borghesia e dal predominio delle sue concezioni del mondo.
La capacità dei comunisti deve tornare ad essere quella di impossessarsi delle chiavi di lettura oggettive e soggettive, per tornare ad avere la funzione di dinamo della storia, per intervenire nella ricostruzione di un blocco sociale antagonista e nell’individuazione della possibilità rivoluzionaria per le classi popolari.
Nello specifico del Nord Italia
Nello specifico del nord Italia questo salto si rende ancora più necessario per la disgregazione evidente delle forze comuniste, concentrate per forza di cose più alla propria sopravvivenza che alla ricostruzione di una prospettiva che possa essere fatta propria dai lavoratori e dalle lavoratrici.
La nostra proposta è quella di avviare un percorso comune di analisi e di confronto tra i comunisti e gli anticapitalisti con l’obiettivo della ricostruzione di una prassi efficace.
Semplificando e schematizzando l’oggetto dell’analisi che vogliamo approfondire e da cui pensiamo sia possibile ripartire è il seguente.
All’inizio della crisi di sovrapproduzione, a fine anni ’70, nel tentativo di avviare una controtendenza alla crisi economica e di disinnescare la crisi politica (le lotte della classe operaia della grande fabbrica) il padronato mise a punto la strategia del decentramento produttivo.
Venne quindi modificato radicalmente il tessuto industriale del nord spostando l’asse della produzione da nordovest verso nordest. Interi reparti vennero esternalizzati dalla fabbrica, centinaia di capi furono trasformati in terzisti.
Dal punto di vista sociale e politico da una parte venne messa in discussione l’unità dei lavoratori attorno alla classe operaia della grande fabbrica, dall’altra venne creata una piccola e media borghesia produttiva, che rappresenta una specificità del ciclo produttivo italiano nel confronto con gli altri paesi imperialisti.
Negli anni ’90, con l’apertura dei mercati ad est, fu possibile avviare altre controtendenze tra cui la delocalizzazione produttiva all’estero e l’importazione massiccia di forza lavoro immigrata.
Anche queste controtendenze hanno avuto conseguenze enormi sul piano del tessuto produttivo così come su quello sociale e politico: da una parte un ulteriore rafforzamento delle piccola e media borghesia che è stata la principale protagonista del processo di delocalizzazione e la maggiore utilizzatrice di forza lavoro immigrata, dall’altra una ulteriore scomposizione del processo produttivo e della classe lavoratrice.
Il tutto in un territorio profondamente modificato in funzione della produzione diffusa e delocalizzata e delle sue mostruose necessità logistiche: strade, autostrade, TAV e "corridoi europei" per una circolazione sempre più vorticosa dei semilavorati e delle merci finite.
Per un tavolo dei comunisti e della sinistra di classe
L’esplodere della lotta di classe negli altri paesi avanzati e la relativa arretratezza con cui si esprime invece la lotta dei lavoratori in Italia e in particolare nelle regioni del nord è in buona parte legata a quanto schematicamente descritto.
La necessità di ricostruire una prospettiva che sappia ricomporre quello che il capitale ha diviso diventa ancor più impellente nel momento in cui, con il procedere della crisi, tutti i nodi vengono al pettine e le controtendenze cominciano a trasformarsi in fattori di esponenzializzazione della crisi.
La contraddizione tra la grande borghesia e quella piccola e media si fa sempre più esplosiva e in questo confronto la misura del rapporto di forza è data dalla capacità maggiore o minore di estrazione di plusvalore, di sfruttamento della forza lavoro.
La grande industria vuole avvantaggiarsi dalla deregolamentazione di cui usufruisce di fatto quella piccola, la piccola e media borghesia vuole una rappresentanza politica pari a quella di cui gode le grande borghesia.
La crisi economica si sta trasformando in crisi politica e impone un salto in avanti del movimento comunista, nel riscoprire la sua capacità analitica, la sua indipendenza di classe, la sua scommessa sulla forza e capacità dell’autonomia operaia e proletaria.
Da qui la proposta ai comunisti e agli anticapitalisti di un tavolo comune di lavoro, di analisi e di confronto su crisi e questione settentrionale.
Uno schema di lavoro
Sul piano più operativo i passaggi che riteniamo necessari sono i seguenti:
– costituzione di un primo gruppo di lavoro su crisi e questione settentrionale (inizio ottobre)
– definizione di una traccia di lavoro più avanzata e completa
– raccolta di materiali, redazione di schede bibliografiche sintetiche e di approfondimenti originali (se possibile utilizzando uno strumento tipo wiki).
– pubblicazione progressiva di quanto prodotto del gruppo di lavoro sul Pane e le rose, su Contropiano e su altri siti che diano la loro disponibilità.
– pubblicazione cartacea dei materiali prodotti dal gruppo di lavoro
– stesura di un documento preparatorio del convegno nazionale su crisi e questione settentrionale (inizio dicembre)
– convegno nazionale su crisi e questione settentrionale (gennaio - febbraio 2011)
Il convegno sarà una occasione di verifica del lavoro svolto e di allargamento delle forze coinvolte in questo processo.
La redazione di Bologna di Contropiano
La redazione di Padova del Pane e le Rose