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Colonia : Malmenato e fermato, solo il "pass" salva il prete dalla galera

Publie le venerdì 19 agosto 2005 par Open-Publishing

VISTO DAI FEDELI Tre mini "storie" vissute dai partecipanti all’appuntamento tedesco e alle prese con un servizio di sicurezza forse un po’ troppo ferreo

Strattonato, buttato per terra, ammanettato e infine portato alla stazione di polizia. Capita anche questo a Colonia: solo che il presunto terrorista è un prete. Don Giuseppe Giuliti è un sacerdote di Catania e ieri sera stava aspettando il treno con il suo gruppo per tornarsene, dopo la festa degli italiani, nella famiglia ospitante a 20 km dal centro. Era passata ormai mezzanotte e si trovavano alla stazione centrale da oltre due ore, tanto era congestionato il traffico.

Arriva il momento di salire: un paio di zelanti poliziotti cominciano a respingere la ressa maldestramente. Il fratello di don Giuseppe alza le braccia in alto per far segno a chi gli sta dietro di non spintonare, ma il suo gesto viene avvertito come una minaccia. Il ragazzo si becca la prima randellata sulla spalla, mentre un secondo poliziotto procede ad immobilizzarlo. Don Giuseppe vede la scena e cerca di intervenire ma viene a sua volta bloccato, sbattuto a terra e malmenato con una manata in faccia e un calcio sulla schiena. Per finire, le manette a tutti e due e ad un terzo ragazzo che aveva alzato la voce per cercare di chiarire l’equivoco. Ne è seguito un viaggio alla stazione di polizia sempre con le manette ai polsi e solo dopo due ore di attesa e di tentativi di spiegazioni in inglese, è spuntato un poliziotto che parlava un po’ italiano e ha capito, attraverso il "celebret", il documento che tutti i sacerdoti hanno per poter celebrare la messa, che effettivamente il trio non era una cellula di esaltati. Sono stati rilasciati senza nemmeno una scusa. Commento di don Giuseppe: "Forse non si sono accorti che siamo alla Gmg, non ad un G8".

IL PEGGIO NON È MAI MORTO- Se qualcuno si è lamentato dei disagi della Gmg di Roma, se qualcuno ha patito la fame e si è beccato la broncopolmonite a Toronto, sappia che a Colonia le cose non vanno granchè bene. Scricchiola infatti, e rumorosamente, l’organizzazione del comitato tedesco che si è ben guardato dal recepire i garbati suggerimenti dei colleghi preti italiani.

Tanto per cominciare, la rete di bus e metro di Colonia cade in catalessi nelle ore di punta, quando avvengono i principali spostamenti. In questi giorni è capitato che sistematicamente nel pomeriggio centinaia di pellegrini rimangano intrappolati nei tram o nei bus che non possono procedere perchè davanti ha altre corse bloccate. Solo dopo aver aspettato anche 20 minuti, l’autista si muove a compassione e apre le porte del mezzo che spesso non ha ventilazione ne condizionamento. Chi è in metro, ovviamente, rimane dov’è. Per coprire 20 km, qualcuno in questi giorni sta impiegando anche 4 ore. Meglio non va con il vitto: il comitato organizzatore sta collezionando non poche sviste, sbagliando il rifornimento del catering e lasciando molta gente a digiuno. L’altro giorno, a KolnArena c’erano 20 mila italiani alla catechesi del vescovo di Piacenza Monari: pare ci fossero solo 16 mila coperti. Gli sfortunati, o vanno altrove a cercare altri punti di distribuzione, oppure vanno al bar. Solo che quei pasti mancanti sono stati pagati in anticipo e da mesi.

IL MENÙ DEL (POVERO) PELLEGRINO- Mentre la colazione viene consumata presso le famiglie o nei centri ospitanti, il pranzo e la cena sono forniti dall’organizzazione. Il menu di giovedì 18 prevedeva per pranzo una paella contenente riso, prosciutto cotto a dadini, verdure miste tra cui peperoni piccanti. Il tutto cotto e scodellato sul posto e servito in vaschette da 2 kg. circa, che rappresentava la razione per 6 persone. Il cestino da viaggio conteneva 20 granni di crema di gamberi; 35 grammi di muesli; una scatoletta con 200 grammi di verdure in umido; una banana, un filoncino di pane. L’acqua viene distribuita in appositi totem con 16 rubinetti distribuiti nei punti di maggior passaggio.

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