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Contro il carovita meglio l’idea del Prof.Auriti
Publie le venerdì 12 novembre 2004 par Open-Publishing
di clochard
Contro il carovita e’ meglio il metodo del professor Auriti; non
occorrono metodi illegali, quando si puo’ ricorrere con risultati
migliori e lusigneri a metodi perfettamente legali.
Una moneta per ogni comune
Guardiagrele, piccolo paese in provincia di Chieti. Un professore
universitario lancia l’esperimento di una moneta locale,
definita "Simec", che circola soltanto all’interno del territorio del
Comune. I paesani, dopo la sorpresa iniziale ne sono entusiasti e
l’adottano in massa, con il risultato di veder incrementare di botto
l’economia di tutto il paese. La straordinaria notizia del successo
dell’esperimento esce dalla regione e arriva all’orecchio di chi è
preposto alla difesa dei grandi interessi. Non sia mai detto che si
muova alcunché senza la dovuta autorizzazione ministeriale: truppe
nemiche circondano in armi il paesino, nessuno esce finché non si
sequestrano tutti i Simec che si riesce a trovare. Il tutto mentre i
paesani dimostrano con toni coloriti contro le truppe che gli hanno
assediato il paese. Azioni che ricordano i tempi del generale
Cialdini...
Il professor Auriti, padre dell’idea e organizzatore della nuova
moneta locale viene ovviamente trascinato in tribunale per la dovuta
punizione, ma ecco la sorpresa: la Magistratura scopre che
nell’ordinamento legislativo non è scritto da nessuna parte che è
vietato battere moneta! O meglio, citando le parole del professore,
nessuna legge attuale dice di chi è la proprietà della moneta. Il
Prof. Auriti vince la sua causa, e Guardiagrele riprende la sua
moneta locale, questa volta persino con l’autorizzazione implicita
derivante dalla sentenza favorevole. L’esempio può quindi essere
seguito da tutti gli altri Comuni interessati. Basta solo farsi
avanti...
La "sentenza di assoluzione" del SIMEC
http://www.open-economy.org/modules.php?
op=modload&name=News&file=article&sid=300
Se non c’è l’idea che la precede la prassi non ha un impulso, non ha direzione
e quindi finisce, andando in tondo, per conservare quello che già esiste.