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Dalla parte del SULT: DIFENDERE IL DIRITTO DI SCIOPERO E LE LIBERTA’ SINDACALI
Publie le mercoledì 24 agosto 2005 par Open-PublishingIn pieno periodo di franchigia degli scioperi, il 4 di agosto, con un
semplice fax, l’amministratore delegato di Alitalia, Cimoli, revocava i
diritti sindacali (diritto di assemblea, alla trattativa, ai permessi,
alla bacheca,..) all’organizzazione sindacale SULT; l’accusa era quella
di non aver firmato lo scorso febbraio un accordo applicativo del
contratto del 2004 (quello sì firmato anche dal Sult) siglato invece in
azienda dai sindacati concertativi. Tutto ciò nonostante il Sult sia il
sindacato che raccoglie maggiori consensi in Alitalia ed in particolare
tra gli assistenti di volo.
Il Sult, a questa incredibile provocazione padronale, ha reagito con la
proclamazione di due giornate di sciopero il 30/31 agosto prossimi. La
Commissione di garanzia, per bocca del predidente Martone, ha subito
dichiarato l’illiceità di tali scioperi ed il ministro Lunardi ha già
minacciato le precettazioni per gli scioperanti.
Alitalia, che pure è un’azienda ancora in mano pubblica, si comporta
come il peggiore padrone delle ferriere, negando sacrosanti diritti ad
un sindacato di base, nella convinzione che è l’azienda che si sceglie i
propri interlocutori sindacali di comodo, mentre i sindacati
conflittuali che si battono per i diritti dei lavoratori devono essere
totalmente emarginati e criminalizzati.
Ma Alitalia e Cimoli possono permettersi di violare macroscopicamente i
diritti sindacali perché hanno il pieno appoggio di sindacati di comodo
come CGIL-CISL-UIL, che, loro fedeli interlocutori (soprattutto quando
si tratta di consentire pesantissime ristrutturazioni con tagli
occupazionali, riduzioni di salario e restrizioni delle garanzie
normative per migliaia di lavoratori e lavoratrici), si sono in maniera
disgustosa subito schierate dalla parte del padrone, sparando a zero
contro il SULT. A dar man forte a Cimoli è intervenuto anche il
giuslavorista diessino Pietro Ichino, che dalle colonne del Corriere
della Sera ha tuonato contro i sindacati di base come il Sult, buoni, a
suo dire, soltanto a fare scioperi e ad opporsi alle scelte di
"risanamento" portate avanti dall’azienda.
Per costoro evidentemente i sindacati buoni sono quelli come
CGIL-CISL-UIL che si rivelano docili strumenti nelle mani dell’azienda,
che condividono e dettano regole liberticide sugli scioperi, che
impediscono il pluralismo ed una reale democrazia sindacale.
Le ragioni del SULT sono sacrosante. A questi compagni e lavoratori va
tutta la nostra solidarietà.
La difesa del diritto disciopero, la reale fruizione dei diritti e delle
libertà sindacali sono un bene prezioso per tutto il movimento dei
lavoratori. Non si può tollerare che a godere dei diritti sindacali
siano solo i sindacati che fanno comodo alle controparti e che firmano
accordi e contratti, che sempre più spesso non tutelano i salari e i
diritti dei lavoratroi.
Siamo di fronte ad una ripresa settembrina sempre più drammatica per i
lavoratori: decine di migliaia di licenziamenti annunciati in fabbriche
in crisi, lo scippo del TFR da parte di
governo/confindustria/cgil-cisl-uil-ugl che incombe, i contratti dei
metalmeccanici, alimentaristi e pubblici ancora in alto mare, salari e
stipendi che non arrivano alla quarta settimana del mese, la precarietà
e il lavoro nero che dilagano, la controriforma Moratti in dirittura
d’arrivo, una finanziaria da 20 miliardi di euro.
Contro tutto questo occorre costruire un grande schieramento di lotta;
il diritto di sciopero e le libertà sindacali sono la linfa vitale per
sostenere queste lotte: per questo motivo padroni, governo di
centrodestra, opposizione di sua maestà di centrosinistra e sindacati di
stato vogliono toglierceli.
Ma non si illudano, non ci riusciranno.
CONFEDERAZIONE COBAS




