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Dario Fo: torniamo primitivi!

par paolo de gregorio

Publie le lunedì 24 ottobre 2011 par paolo de gregorio - Open-Publishing
7 commenti

  Dario Fo: torniamo primitivi! -
di Paolo De Gregorio, 24 ottobre 2011

Sabato 22 ottobre, in Tv da Fazio, abbiamo ascoltato un Dario Fo totalmente controcorrente, che ci parla di una crisi globale che può arrivare a privarci di cibo ed energia, a fronte dello sciocco ottimismo governativo di facciata e della solita litania sulla crescita economica.
Egli osserva che da questa crisi non sarebbero colpiti gli ultimi, circa un miliardo di persone, che hanno una economia di sopravvivenza, che non hanno energia elettrica, e dunque non dipendono dal mercato globale.

Certamente queste affermazioni fanno paura, perché qualunque decrescita economica viene percepita come un salto nel buio, crea nei giovani una grande angoscia per il proprio futuro, e nessuno sa indicare una alternativa credibile alla globalizzazione capitalista, al dominio delle grandi banche, alla attività delle multinazionali, alla potenza militare di alcuni paesi.
Comunque “tornare primitivi” non mi sembra una valida idea per sopravvivere e credo che la gente preferirebbe assoggettarsi al “lodo Marchionne” che prevede che un operaio globale abbia in Italia gli stessi orari e gli stessi soldi di un cinese o di un brasiliano.

Ribadendo invece che la crisi globale ci sarà, sarebbe ora che la politica si svegliasse e togliesse alla economia il primato di tutte le decisioni, attuando un piano di riconversione economica capace di portare l’Italia ad essere autosufficiente nei settori fondamentali della alimentazione e della energia.
L’Italia è nella incresciosa situazione di produrre solo il 30% del suo fabbisogno alimentare e quindi importa il restante 70%. Nel settore energetico va ancora peggio in quanto abbiamo una produzione di circa il 12% tra idroelettrico e altre rinnovabili, e il 90% circa lo importiamo (gas e petrolio).
E’ drammaticamente evidente che qualsiasi seria crisi dei rifornimenti alimentari ed energetici per eventi tellurici, guerre, siccità, picco del petrolio, ci porterebbe in pochi giorni alla fame e alla guerra civile.

Invece di “tornare primitivi” sarebbe più intelligente mettere in cantiere, da subito, una rivoluzione tecnologica capace di rendere ogni unità abitativa, ogni capannone industriale, ogni azienda agricola, indipendenti energeticamente con pannelli fotovoltaici, progettando, costruendo e installando in Italia questi apparati, senza acquistare nulla dall’estero.
Quindi non mega impianti in mano a grosse società, ma autoproduzione elettrica diffusa, capace di alimentare anche le cucine (e quindi rinunciare al gas) e piccole autovetture elettriche.

E’ una strada percorribile da subito, ma c’è bisogno di una pianificazione politica che affidi alle Regioni la responsabilità di un “piano energetico” che nel tempo porti all’autosufficienza, con leggi, finanziamenti e incentivi adeguati.

Per quanto riguarda l’autosufficienza alimentare, è chiaro che essa preveda un massiccio ritorno di persone verso le campagne. Per quanto possa essere una vita dura, è sempre meglio della vita da disoccupato, da precario o da schiavo salariato, vita in cui non hai certezze, sei esposto a pericoli di vita e di malattie da inquinamento, sei privato della facoltà di pensare, puoi essere licenziato in ogni momento.
Oggi è possibile unire la sopravvivenza certa che dà una piccola attività agricola, con un reddito certo che può venire dalla vendita di energia elettrica alla “Rete”, installando impianti fotovoltaici, per vivere in prima persona la straordinaria soddisfazione di vivere in piena autonomia energetica ed alimentare e non essere mai più schiavo di nessuno.

Capitalismo e comunismo reale si assomigliano sempre di più: entrambi partecipano alla globalizzazione, entrambi penetrano in altri paesi a caccia di materie prime e affari, entrambi hanno bisogno di grandi masse di schiavi salariati da sfruttare, e non fa molta differenza se uno è il padrone e l’altro il Partito.
Uscire da queste logiche è imperativo perché esse hanno portato la crisi, la distruzione dell’ambiente, le speculazioni finanziarie, un neo-imperialismo che usa presiti ed eserciti, dove gli Stati nazionali non contano più o sono commissariati come Italia e Grecia.
Paolo De Gregorio

Messaggi

  • Sia Dario Fo che l’autore danno una risposta grillina alla questione.

    Sia la decrescita che la buona gestione dello Stato infatti non risolvono il problema alla base e cioè la crisi del sitema capitalistico. Difatti il sistema è entrato in crisi in più punti. E’ entrato in crisi certamente a causa della saturazione del mercato (e qui la decrescita potrebbe risolvere il problema) ma è entrato in crisi anche a causa del forte squilibrio venutosi a creare tra proprietari dei mezzi di produzione e lavoratori, per cui un lavoratore non può nemmeno ricomprarsi il bene che produce. Tale squilibrio è dovuto alla voracità dei manager/padroni nel voler accaparrare sempre più ricchezze e potere, punto base e fondante del capitalismo.

    Senza crescita non è detto che non ci siano diseguaglianze, anzi le cose non sono minimamente collegate. Lo stesso vale per una buona gestione dello Stato (per i seguaci di Report). Mi sembra ci sia una gara a trovare risposte alternative e fantasiose, senza la benchè minima base scientifica nè teorica nè pratica.

    • "Mi sembra ci sia una gara a trovare risposte alternative e fantasiose, senza la benchè minima base scientifica nè teorica nè pratica."

      Giusto, ma sul piano politico, anche l’eventuale "desistenza" di Rifondazione non sembra una risposta adeguata .... non trovi ?

    • Se il fine fosse esclusivamente quello di entrare in Parlamento si. No se invece questo fosse solo una parte, anzi la parte iniziale, del cammino. Al momento non abbiamo le forze (e mi riferisco a tutti noi, non solo Rifondazione) per proporre un reale cambiamento. Forze che dovremmo farci dare dal popolo tramite una presenza concreta ed una visibilità.

  • ma si, torniamo primitivi. Torniamo a morire a trent’anni, a morire per un graffietto o di febbre, torniamo a prevedere il tempo guardando le foglie di tè o qualche altro sistema di divinazione, torniamo a lottare con le tigri con i denti a sciabola armati di un ramo d’albero ed aspettare la pioggia pregando il Grande Spirito altrimenti ci sarà carestia, torniamo nelle grotte fredde ed umide a raccontarci le storie di caccia attorno ad un fuoco. Si, ma cominciasse lui!MICHELE

    • Fermo restando che non è la soluzione al problema ( ci vuole la rivoluzione, altro che c....), non credo che la "decrescita" indicata da Dario Fo, e da molti altri, sia la caricatura descritta nel commento precedente.

      Non c’è dubbio infatti che, anche se ci fosse una rivoluzione globale che abolisse il capitalismo in tempi medio/brevi e redistribuisse la ricchezza in forma egualitaria, i livelli di illusorio consumismo in essere non potrebbero certo essere mantenuti .... e giustamente !

      Ma nessuno parla di tornare all’età della pietra, cerchiamo di non buttarla su battute di quarta serie ....

      Dario Fo, poi, insieme alla moglie Franca Rame ha praticamente dilapidato un enorme patrimonio personale devolvendolo alle varie cause negli ultimi 40 anni ... compresa l’intera somma del Premio Nobel di lui e i 18 mesi di stipendio da parlamentare di lei .... rompi i coglioni proprio a loro .....

  • Ti giuro "radisol" che volevo essere ironico ma non contro la figura di Dario Fo che è una persona eccezionale ma contro quanti, da tempo ormai, predicano a vanvera quanto erano belli i tempi andati, vorrei proprio che costoro si estraessero un paio di denti senza anestesia e senza antibiotici! Detto questo sono d’accordo che la via di uscita da un consumismo ed un capitalismo che sta depauperando le risorse del pianeta sia una decrescita controllata. Dobbiamo assolutamente domandarci: abbiamo più bisogno di una libreria pubblica in più o del terzo cellulare?C’è più bisogno dell’ennesima autostrada o di un’asilo?C’è più bisogno della TAV o della banda larga?Abbiamo veramente bisogno di un’auto a testa?Che dire di tutti gli oggetti "usa e getta" che abbiamo in casa?Avete notato che quasi non esistono più gli arrotini perchè i coltelli si buttano dopo un paio di mesi di uso?michele

    • Si certo. Se levi l’usa e getta però vendi meno, produci meno = fabbriche chiuse = sistema a gambe all’aria.

      Io sono per mandarlo a gambe all’aria questo sitema ma insieme propongo un’alternativa. I grillini e simili cosa propongono una volta mandato il sistema a gambe all’aria? La risposta che mi fu data da uno di loro (il "segretario" del loro movimento dalle mie parti mentre la loro base delirava): "la decrescita felice", la quale non mi sembra nè appropriata nè scientificamente fondata.