Home > De Zordo: “Diritti umani e libertà di espressione. Sono valori anche per (…)
De Zordo: “Diritti umani e libertà di espressione. Sono valori anche per l’Unione?”
Publie le martedì 2 agosto 2005 par Open-PublishingDe Zordo: “Diritti umani e libertà di espressione. Sono valori anche per l’Unione?”
Comunicato Stampa Unaltracittà/Unaltromondo
Caso Cruccolini. De Zordo: "Diritti umani e libertà di espressione. Sono
valori anche per l’Unione?". Dichiarazione di Unaltracittà/Unaltromondo in
solidarietà ad Eros Cruccolini, presidente del consiglio comunale, sulla
questione dei centri di detenzione per migranti.
L’attacco che Eros Cruccolini sta subendo in queste ore dal gruppo dirigente
dei Democratici di Sinistra di Firenze ci preoccupa. L’accusa è quello di
oltraggio al Capo, ovvero a Massimo D’Alema, dopo che il presidente del
Consiglio Comunale ha osato scrivere al presidente dei Ds una lettera dove
contestava la sua visione in difesa del sistema di regolamentazione dei
flussi migratori imperniato sull’esistenza dei Centri di Permanenza
Temporanea. Nell’esprimere piena solidarietà ad Eros Cruccolini, vorremmo
però anche esporre i motivi della nostra preoccupazione.
Il primo riguarda la difesa dei Cpt espressa dal gruppo dirigente dei Ds,
con l’eccezione, va riconosciuto, dei 13 presidenti di regione, ad iniziare
da Claudio Martini, che hanno sottoscritto il documento per il loro
superamento proposto da Nichi Vendola e dalla società civile, documento
sostenuto poi in particolare anche da tanti iscritti ai Ds. Con la posizione
espressa da D’Alema, e difesa a spada tratta dagli epigoni fiorentini,
appare chiaro come chi conta dentro i Ds stia rimuovendo i valori e i
principi promossi dalla Costituzione Repubblicana in tema di diritti umani.
Vengono difese infatti delle istituzioni totali come i Cpt, infami e
tragiche allo stesso tempo per come azzerano la dignità delle tante persone
che lì vengono ’ospitate’.
Il secondo motivo è di natura politica. Siamo infatti fortemente preoccupati
per le dinamiche interne all’Unione fiorentina di cui
Unaltracittà/Unaltromondo è parte attiva. La deriva rappresentata dalla
fedeltà cieca al Capo che, nel perseguire la folle rincorsa verso
l’elettorato di destra, snatura l’identità stessa del suo partito, rischia
di soffocare quello spirito unitario e allo stesso tempo rispettoso delle
varie provenienze politiche e culturali, che riteniamo sia necessario, anzi
fondamentale, per battere Berlusconi e il berlusconismo.
Come è possibile infatti agire politicamente insieme ad un gruppo dirigente
che colpisce così duramente Eros Cruccolini solo perché dice la sua nel
dibattito sui Cpt? Ciò vuol dire che la cattiva abitudine di non discutere
verrà traslata da posizioni di forza anche dentro l’Unione? Che non ci sarà
spazio per un dibattito sul merito delle cose? Che la linea la definisce,
come nella giungla, solo chi è più forte? Una preoccupante conferma di ciò
arriva purtroppo proprio in queste ore con la firma per la costruzione (a
tutti i costi, anche di vite umane, basti vedere le ipocrisie espresse sul
tema della diossina) del nuovo inceneritore della Piana. Una forzatura
compiuta con il dibattito sulla strategia rifiuti zero ancora aperto.
Oggi qualche ’autorevole’ dirigente dei Ds vorrebbe addirittura cacciare
Eros Cruccolini dal partito. E’ preferibile rimuovere chi disturba il
manovratore piuttosto che affrontare il problema nel merito. Ci viene allora
in mente ciò che diceva nel 1978 Enrico Berlinguer a proposito del metodo di
lavoro interno al PCI ovvero che: "non dobbiamo assicurare un unanimismo
preventivo, ma garantire alla fine, dopo un confronto democratico di tutte
le possibili alternative, l’indispensabile unità nell’orientamento e nel
lavoro concreto del partito". Oggi tutto ciò non esiste più. Il nuovo
statuto dei Ds ha introdotto la "disciplina vincolante". Il nostro timore è
che questo virus antidemocratico possa contagiare i lavori e dunque la vita
stessa dell’Unione, a Firenze come nel paese.
Ciò sarebbe folle, in un momento storico in cui è necessaria oltre all’unità
a sinistra, anche la capacità politica e culturale di affrontare alla radice
il dramma in cui è finito il nostro paese dopo 5 anni di governo delle
destre. Ed esiste solo una classe dirigente capace di sollevare l’Italia dal
declino politico, economico, sociale e culturale, ed è solo e soltanto
quella capace di confrontarsi sul merito delle questioni mettendo una buona
volta da parte la cultura dogmatica ed opportunista che ancora troppo spesso
affligge la politica anche a sinistra.




