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Doppio incontro con don Vitaliano e la mamma di Giuliani

Publie le sabato 2 aprile 2005 par Open-Publishing

di Pablo Petrasso

L’abbraccio tra i due ospiti scioglie le tensioni che si erano create
prima delle due iniziative

Libertà e repressione all’Unical

Doppio incontro con don Vitaliano e la mamma di Giuliani
HAIDI Giuliani e don Vitaliano della Sala si abbracciano. Di più, si danno
appuntamento in treno. "Viaggiamo insieme fino a Salerno. Così ­ dice lei
­ ci raccontiamo un po’ di cose". E dire che non avrebbero dovuto
incontrarsi. Erano all’Unical per due iniziative. Separate, eppure
organizzate da due facce dello stesso movimento.

Da una parte il
collettivo dell’aula Zenith, che aveva invitato il parroco sospeso di
Sant’Angelo a Scala per un incontro su libertà e repressione (rinviato per
neve lo scorso 8 marzo). Dall’altra Rifondazione comunista, che aveva
chiesto la presenza di Haidi Giuliani nel giorno dell’intitolazione al
figlio Carlo del circolo universitario del partito. Stesso orario, aule
diverse. In mezzo qualche contrasto.

Che si è sciolto nell’abbraccio dei
due ospiti e nella loro decisione di essere presenti in entrambi gli
spazi. Con un appello della Giuliani: "La Resistenza ci ha insegnato che
si può lottare soltanto restando uniti. Dividersi non serve a nulla".
RICORDANDO CARLO GIULIANI. Proprio l’unità è stata il filo conduttore
dell’incontro sulle prospettive del movimento che ha accompagnato
l’intitolazione del circolo del Prc, che non ha ancora una sede fisica
(una ricerca che va avanti da anni, ndr), a Carlo Giuliani.

Unità tra new
global e operai. Unità d’intenti da ritrovare, ricordando Seattle, e
coordinare. Riassume bene Marco Ferrando, portavoce di Progetto Comunista
(la sinistra del Prc, per intenderci): "Bisogna unificare le lotte,
altrimenti si rischia di perdere in ordine sparso: studenti, operai,
statali. Occorre una struttura organizzativa, una piattaforma da cui
partire". Che, beninteso, non può essere quella del centrosinistra
prodiano: "Vogliamo cacciare Berlusconi con gli operai, non insieme a
Montezemolo".

LIBERTA’ E REPRESSIONE. Secondo incontro, altro trait d’union. Dall’unità
alla repressione.

La conosce Haidi Giuliani, per aver perso un figlio nel G8 di Genova: "La
repressione ci circonda. C’è quella violenta, quella soft dei processi,
quella nei lager che chiamano Cpt, le forme di controllo striscianti e
quelle più esplicite, contro le quali si devono creare forme di tutela".
Ne sa qualcosa Crystal, studente universitario di giorno, drag queen di
notte. Coloratissima, racconta la sua normalità, che è "sentirsi bene con
se stessi e la propria sessualità". Anche se è dura, si può provare "a
lasciarsi rimbalzare pregiudizi e luoghi comuni".

L’ha sperimentata don Vitaliano. L’ha vissuta nei giorni
dell’allontanamento dalla parrocchia a causa delle sue idee. La conosce
perché ne è impregnata parte della storia della Chiesa, che "ha due
volti". E uno dei due è quello del potere, dei discorsi negati che spesso
hanno come oggetto il sesso, dalla persecuzione degli omosessuali
("tollerati solo se si nascondono") alle contraddizioni sul ruolo delle
donne. Ci si affaccia sul sottile confine tra tabù e repressione: "Tra i
desideri dei ragazzi e alcuni insegnamenti della Chiesa c’è un baratro.
Penso all’uso degli anticoncezionali, ad esempio. Prima o poi certi
argomenti dovranno essere affrontati, o ci cadranno addosso in maniera
violenta".

http://www.ilquotidianocalabria.it/articolo.asp?nomefile=21-qc5-0104-art_2.txt