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Dove si butterà ancora l’eterna e fetentissima Italietta?

Publie le sabato 16 luglio 2011 par Open-Publishing
2 commenti

Dopo la Resistenza tutta (o quasi tutta) l’Italietta fascista dei don Luigini (per dirla alla Carlo Levi) si riversò nella Democrazia Cristiana e invece della vera democrazia iniziò il mefitico regime del biancofiore. In molti paesi del Sud, ma anche del Centro e del Nord, le solite famiglie’ influenti’ cambiarono stemmi e vessilli dal balcone di casa e tutto ciò succedeva da un giorno all’altro. Non più spedizioni punitive, olio di ricino, adunate oceaniche a Piazza Venezia per sostenere l’entrata in guerra o la campagna razziale, ma da quel momento in poi tutto un lavorìo infaticabile per intrallazzare, diventare cliente di questo o di quel ras democristiano, per devastare il bilancio dello Stato (che oggi è arrivato al punto di non ritorno) chiedendo a mamma DC favori e privilegi che non si sarebbero mai potuti ottenere in uno Stato serio, moderno e civile (baby pensionati, falsi invalisi, posti di lavoro nelle PA totalmente inventati e distribuiti ai clienti del Partito-Stato democristiano e quant’altro). La borghesia italiana , l’Italietta mediocre di sempre, faceva finta magari di non vedere la corruzione, l’appoggio alla mafia o la connivenza con essa da parte dello Stato devastato dalla DC, i morti delle stragi di Stato, l’ingiustizia del sistema politico e del consenso basato sulle discriminazioni clientelari. Questa Italietta ’moderata’, arretrata, furba, strapaesana, fu costretta, ma solo costretta, a prendere atto di Mani Pulite, per quanto si capisse già da allora che ne avrebbe fatto volentieri a meno se avesse potuto scegliere. Dopo soli pochi mesi di vera o apparente ansia moralizzatrice, la nostalgia che l’Italietta coltivava nel suo profondo per la mediocrità e per l’ingiustizia si faceva già sentire. E spuntò fuori Berlusconi, falso rinnovatore, in realtà pupazzo della più feroce conservazione clerico-fascista e del più spregiudicato rampantismo imprenditoriale in ombra massonica, nostalgico restauratore dell’Italietta più becera nonché di tutto il sistema di malaffare messo su dalla DC, uomo generato dall’Italietta democristiana (e dai suoi satelliti laici del PRI, del PLI, del PSDI e del PSI) degli zii preti e della corsa all’arricchimento degli inizi anni ’60. Al crollo del regime DC, tutta (o quasi tutta) l’Italietta democristiana, già fascista, si riversò nel partito berlusconiano. Ed iniziò l’attuale, disastroso, regimetto che dopo la bancarotta morale, culturale, sociale, economica, politica, finanche estetica ed antropologica rischia di portarci addirittura alla bancarotta finanziaria. Una volta che sarà caduto anche questo regimetto dove si riverserà ancora la fetentissima, puzzona, eterna Italietta?

Fonte; pagina Facebook di Pino A. Quartana, Segretario Nazionale Nuovo Partito d’Azione

Messaggi

  • Tra la fine dei sessanta e poi nei settanta l’ "Italietta" ci provò sul serio ad uscire da certe logiche ...

    Ricordo che nel 1975 e poi nel 1976 persino mio padre, di storiche simpatie monarchiche, si iscrisse alla Cgil e votò per il Pci di Berlinguer ...

    Ma il Pci di Berlinguer pensò bene di inventarsi il "compromesso storico" con la Dc e, conseguentemente, la Cgil divenne l’alfiera della linea sindacale dell’Eur, più nota come "linea dei sacrifici" ....

    E tutto tornò in breve tempo come prima ...

    Più o meno credo andrà così pure oggi .... basta guardare l’accompagno "bipartisan" a questa infame manovra economica "di classe" .... definita così persino da Repubblica .....

    Ma non prendiamocela più di tanto con l’ "Italietta" .... quanto con l’opposizione politica e sociale .... inesistente .....

    K.