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NELLA QUERCIA / Riunione della direzione in vista della discussione di giovedì in Senato
La scelta dei Ds: i soldati restino in Iraq
Passa la linea del segretario: «Irresponsabile andare via ora». Ma il partito si divide
ROMA - Piero Fassino ha superato con una votazione a maggioranza l’esame della direzione dei
Democratici di sinistra, ma altre prove attendono il suo tentativo di evitare uno scontro frontale con
il governo sulla missione italiana in Iraq. Al Senato il dibattito sull’operazione «Antica
Babilonia», che coinvolge quasi 2.800 militari, comincerà giovedì. Finora, soltanto il fatto che a
Palazzo Madama l’astensione equivale a un voto contrario può facilitare un’omogeneità di comportamento
da parte dei senatori ds. E un problema, sia per il segretario sia per il presidente del partito
Massimo D’Alema, si profila con la Cgil. Nell’annunciare la propria adesione a una manifestazione
del 20 marzo, il più grande sindacato italiano ha informato che vi parteciperà «condividendo la
parola d’ordine con cui è stata promossa: ritiro delle truppe dall’Iraq e ripudio della guerra come
strumento di risoluzione dei conflitti».
Le complicazioni non sono in quel ripudio della guerra, né, in generale, su una mobilitazione per
la pace il 20 marzo. Il punto delicato è che, nella riunione di ieri della direzione, la
maggioranza dei Ds, si è schierata contro la richiesta di far ritirare i soldati italiani dal Paese
dominato fino all’anno scorso da Saddam Hussein. Citando a sostegno della sua tesi parole dell’ex premier
socialista spagnolo Felipe Gonzalez, Fassino ha affermato: «È stato irresponsabile fare la guerra,
ma ora sarebbe irresponsabile dire "andiamo via"».
Luciano Violante, capogruppo dei deputati, ha fatto presente che con Nassiriya ci saranno
collegamenti della Domenica sportiva e ha messo in guardia la minoranza dal rischio che «la destra possa
tentare di contrapporre i ragazzi italiani di lì e quelli mobilitati per la pace».
L’obiettivo del ritiro dall’Iraq era contenuto nella mozione della sinistra ds che è stata
respinta dalla direzione. Ma la presidenza ha evitato il conteggio dei voti. Così non è dato sapere con
precisione neanche con quanto margine di consenso è stato approvato il documento fassiniano, un
testo che lascia sul vago le conseguenze da trarre dopo le critiche rivolte al governo per aver
mandato i soldati in Iraq senza un mandato internazionale. La mozione della sinistra ds chiedeva invece
di confermare in Parlamento il «no» già espresso in estate.
Contrario al ritiro delle truppe, il capogruppo dei senatori Gavino Angius ha proposto, «anziché
dilaniarci in discussioni», di affidare a una votazione dei gruppi parlamentari della coalizione la
scelta della linea da adottare. Lalla Trupia gli ha fatto notare che sulla procreazione assistita
non aveva appoggiato la richiesta di un’assemblea dei parlamentari. E adesso Gloria Buffo, del
«Correntone», sottolinea la divergenza tra la mozione approvata e la Cgil. Un errore della
maggioranza, a suo avviso, «che balza agli occhi».
corriere della sera