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EUROPA IN MANO ALLA MAFIA DEI "RATING"
Publie le venerdì 7 maggio 2010 par Open-Publishing5 commenti
Come il Brasile ed Argentina 20 anni fa - La speculazione usuraia dei croupiers dell’azzardo globale - Partita truccata tra il dollaro e l’euro

Fa un certo effetto osservare gli accadimenti europei dall’angolo visuale sudamericano: sembra di sbobinare immagini di un passato molto prossimo, però a parti invertite. “Default” è una parolaccia inquietante tra i bellimbusti delle cosche finanziarie che erano di manica larga quando la scagliavano contro i “tropicali” e l’America non anglosassone.
Oggi, il monopolio mediatico d’Oltreatlantico spara a zero contro l’Unione Europea, attacca i suoi anelli più deboli così come ieri crocifisse il Messico, l’Argentina e il Brasile. Aggredisce con l’arma di distruzione di massa delle “agenzie di rating”, quelle stesse che aggiungendo (o togliendo) una A, segnano il destino delle nazioni.
Eppure, inutilmente, vent’anni addietro i “terzomondisti” avevano messo in guardia contro queste mafie (Moody’s, Goldman Sachs, Fitch) che sono simultaneamente giocatore e arbitro, “qualificatori di rischio” e società quotate in borsa, croupiers e venditori di fiches. A quel tempo, dalle capitali europee si rispondeva con sorrisi di condiscendente superiorità: si consideravano gemelli-siamesi di Wall street e fratelli spirituali della Chiesa Neoliberista del Business degli Ultimi giorni.
Il brivido che dal caldo Egeo risale il midollo spinale delle élites europee dà la misura del trionfalismo immediatista della classe dirigente politica, intrappolata nel labirinto di sabbia di una “moneta senza Stato”, e l’egoismo necrotico di un’oligarchia finanziaria che ha trucidato l’economia reale e il buon senso.
Hanno fatto l’eutanasia allo Stato sociale che era il cemento che coesionava e rendeva più solido il modello economico e politico europeo e giapponese. Elites ed oligarchie, ispirate al modello di accumulazione dei Morgan, Drake e capitan Uncino, si impegnarono a trasformare l’Europa in una fotocopia degli USA. Però senza forza militare autonoma e senza visione geopolitica: tutto nelle mani dei banchieri centrali (senza eccezioni, garzoni andati a bottega da Goldman Sachs et similia).
Hanno ridato in pasto l’Europa a quel FMI che –quasi estromesso dalle latitudini sudamericane- ora ritrova una Terra Promessa non solo nella bushista “nuova Europa”, ma persino a Bruxelles e Francoforte. Wall street non si accontenta, va alla caccia grossa contro l’anello mediterraneo: alla carica dell’argenteria di famiglia. Puntano agli Stati fondatori dell’unificazione europea. Si tratta di minare l’euro e minimizzare la concorrenza globale europea. Il dollaro deve rifiatare e gli USA devono mettere il freno a mano nella picchiata dell’egemonismo che sta divenendo sempre più relativo.
Tant’è vero che hanno perso protagonismo persino in quell’America Latina la facevano da padroni, dove la vivisezione neoliberista –inaugurata dal noto filantropo Pinochet- produsse ferite mortali e traumi profondi che -oggi- sono diventati anticorpi.
La filastrocca della fu globalizzazione ha finito per produrre il risorgimento di categorie date per spacciate anzitempo: sovranità nazionale, identità nazionali e sociali, autodeterminazione, rottura dei monopoli, dualismo e complementarietà economica, unificazione non solo dei mercati, ecc.
E’ il cosiddetto “populismo” che fa arricciare i nasi siliconati nelle redazioni europee ma fa diminuire i déficit, aumenta le riserve monetarie nazionali e consente politiche redistributive. Mantiene il FMI fuori dall’uscio di casa o dalla cucina. Vedere per credere. Basta dare una scorsa alla graduatoria mondiale dei Paesi più indebitati oggi e nel 1990: esiste il BRIC e i fondi nazionali sovrani.
Ha permesso di dare impulso ad un blocco sudamericano, con una integrazione regionale lenta e contraddittoria, però con visione e progettualità geopolitica, inserita nel multipolarismo, senza le mani legate dai dogmi macro-economici e dai miraggi di fine Millennio del gioco d’azzardo delle tre carte della cupola del rating: che è un monopolio made in USA.
6.05.2010
Tito Pulsinelli
http://selvasorg.blogspot.com/2010/05/europa-in-mano-alla-mafia-del-rating.html
Messaggi
1. EUROPA IN MANO ALLA MAFIA DEI "RATING", 7 maggio 2010, 12:31
Servono veramente a qualcosa queste agenzie?
www.vocidallastrada.com
In linea di principio è solo una stima. Ma se una di queste agenzie, o peggio, se una delle tre grandi che dominano il business dei rating a livello internazionale - Moody’s, Standard & Poor’s o Fitch Ratings, dice che un paese è esposto al rischio e diminuisce la sua valutazione, ciò presuppone gravi conseguenze: "questo paese dovrebbe pagare un premio di rischio più elevato sul suo debito.Improvvisamente, i debiti dello Stato costano di più perché i tassi di interesse salgono"
Il futuro economico del continente non dovrebbe essere lasciato nelle loro mani,"Queste agenzie hanno fallito sin dall’inizio della crisi finanziaria. Che motivo ha la Banca Centrale europea di fidarsi delle loro valutazioni in questa fase critica?"
"Durante la crisi finanziaria si sono presenti gravi conflitti di interessi che non sono stati risolti fino ad oggi. Queste compagnie hanno ricevuto soldi da imprese che dovevano valutare"
"Le Agenzie non sono indipendenti e questo è un errore del sistema. Se le loro dichiarazioni hanno conseguenze pubbliche, queste agenzie dovrebbero essere finanziate con fondi pubblici"
"Le agenzie di rating non dovrebbero sviluppare, commercializzare e valutare prodotti finanziari allo stesso tempo" "si promuovono come indipendenti, ma "sono legate a grandi investitori finanziari"
Nella valutazione delle economie nazionali "possono sorgere conflitti indiretti in quanto le agenzie sono finanziate dalle imprese i cui guadagni dipendono da queste valutazioni"
1. EUROPA IN MANO ALLA MAFIA DEI "RATING", 7 maggio 2010, 16:12
Le agenzie di rating sono organismi privati controllati dalle grandi banche e sono dalle stesse utilizzate per distorcere il mercato e favorire gli speculatori, cioè sempre loro !!
E’ un meccanismo apparentemente perverso e governato dalla casualità, ma non è così !!
Il sistema delle grandi banche in realtà pilota l’economia mondiale a proprio piacimento, con il fine ormai chiaro e scoperto di depredare le risorse pubbliche degli stati, privatizzando gli utili e socializzando le perdite !!
MaxVinella
2. EUROPA IN MANO ALLA MAFIA DEI "RATING", 7 maggio 2010, 20:43
Ma scusate,in questa epocale crisi,cosa volete che sia l’apporto di subdole agenzie di rating? è un inezia ,è tutto il capitalismo intero che va a puttana ,il sistema dell grandi banche, i complotti contro l’euro, son tutte fregnacce in paragone, ed è tutta una visione economica del mondo che crolla,perchè vi perdete su questi tentativi di adossare a qualcuno una responsabilità, quando la crisi è unicamente causata dal prevedibile esaurimento del sistema capitalistico?Non dovremmo saperlo bene proprio noi comunisti che sarebbe andata a finire così?O forse qualcuno di noi pensava che sarebbero bastati i famosi due operai che scavavano la buca? O che si sarebbe potutto consumare sprecare all’infinito o trasformare l’industria in industria finanziaria come se si potesse creare la ricchezza con la ricchezza?Sta cadendo il principale muro che ci ha sempre impedito di essere convincenti con le nostre idee,il muro economico,il nostro, nel pensiero collettivo era un sistema economico che non funzionava , eravamo sempre costretti nel limite della socialdemocrazia ad avere sempre bisogno del mercato delle superiori indicazioni delle borse dell’economia comunque capitalistica ,eravamo nel migliore dei casi degli utopisti che di economia non ci capivano un cavolo e che avrebbero portato alla rovina qualsiasi nazione fosse diventata socialista Ora crollano loro e crollano senza neanche essere in guerra fredda si sono suicidati o meglio ,erano loro totalmente fuori da ogni regola economica seria tanto da essere oggi quasi penosi nella loro agonia.Io intanto anche se il futuro sarà buio per tutti ,grazie a questa lungimiranza capitalistica non posso fare a meno di festeggiare questo evento tanto atteso ed oggi piu’ che mai ineluttabile,sveglia compagni che arrivate tardi
Alex
3. EUROPA IN MANO ALLA MAFIA DEI "RATING", 9 maggio 2010, 23:56
Riecco quello che pensa che il sistema capitalista crolla da solo, soffocato dalle proprie contraddizioni insanabili, fatalmente smascherate dalla crisi in atto.
Magari fosse così.
La profondissima crisi del capitalismo è reale ma per abbatterlo ci vuole una rivoluzione globale.
E chi la dovrebbe fare ? E chi la dovrebbe dirigere ?
Dove vedi oggi le minime condizioni politiche perchè questo avvenga ?
K.
4. EUROPA IN MANO ALLA MAFIA DEI "RATING", 11 maggio 2010, 12:48
Io non credo neppure alla "profondissima crisi del capitalismo" !!
In realtà il capitalismo, come sempre, sta solo cambiando pelle per adeguarsi alle nuove situazioni geopolitiche e macroeconomiche: caduta del "muro", scomparsa dei regimi pseudo-comunisti, l’avanzata dell’economia cinese, la frenetica accellerazione delle dinamiche di contrattazione finanziaria , etc..
Oggi il capitalismo si sta sempre pià trasformando in capitalismo "di rapina", per depredare, al di fuori di ogni azione di contrasto e controllo, le risorse pubbliche degli stati e dei piccoli risparmiatori privati.
Si assiste cioè ad una "criminalizzazione" dell’attività finanziaria , slegata da ogni rapporto con le realtà produttive e sempre più al servizio della speculazione e dell’economia criminale, costituita dai traffici di droga, armi e dal riciclaggio di capitali sporchi !!
Vedere in tutto questo una "profondissima crisi del capitalismo" , prodromica ad un suo crollo, mi sembra veramente da visionari !!
MaxVinella