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Elezioni europee : la lunga notte degli imbrogli

Publie le lunedì 14 giugno 2004 par Open-Publishing
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Dazibao Governi Partito della Rifondazione Comunista Parigi Rina Gagliardi


di Rina Gagliardi

Ma come sono davvero andate queste elezioni? Il Cavaliere ne esce con le ossa rotte: questo è certo. Ma su tutto il resto - sull’entità stessa della sconfitta di Forza Italia - l’incertezza regna sovrana. E’ l’una e mezzo di notte, e le cifre non solo continuano ad arrivare col contagocce, ma sono in tutta evidenza parziali, incomplete, fondate su campionamenti irrisori. In particolare, le proiezioni “ufficiali” e le proiezioni elaborate dai Ds - e ribadite fino a tarda notte da Piero Fassino - si differenziano notevolmente proprio sui risultati ottenuti sia dalla lista Prodi sia, per esempio, da Rifondazione comunista. Prosegue, insomma, la «lunga notte degli imbrogli», una esasperante serata televisiva fatta di exit polls ridicoli, con «forchette» enormi e sostanzialmente insignificanti, di cifre accortamente manipolate, di dibattito politico virtuale, di mera propaganda governativa. Tutto per occultare, ad ogni costo, l’entità effettiva della sconfitta di Silvio Berlusconi e del suo partito. Tutto per “governare” mediaticamente i risultati effettivi, diluendoli, scolorendoli, rendendoli quasi incomprensibili. Sono quasi le due e, alla fin fine, l’unica cifra ufficiale attendibile è quella che riguarda ll’affluenza al voto, comunicata all’1 e 17 minuti precisi dal ministro degli Interni.

Tre certezze

Proviamo a ragionare, se possibile, spasisonatamente. Il dato politico più evidente, dicevamo, è la débacle del partito del Presidente del consiglio: di proiezione in proiezione, Forza Italia ha continuato a scender giù, sempre più giù, verso il 20-21 per cento, comunque staccata di parecchi punti sia delle europee del ’99 sia dalle politiche del 2001. Un messaggio chiarissimo, da parte dello stesso elettorato di centrodestra, che, allo stesso tempo, ha relativamente “premiato” Alleanza Nazionale (vicina al 12 per cento, ma alla fine non dovrebbe non superare l’11,5) e, in misura ancora non chiara, l’Udc di Casini-Buttiglione. Nell’insieme, la maggioranza di centrodestra arretra, con un sensibile mutamento del suo equilibrio interno: il potere di comando di Berlusconi sugli alleati (che il premier, non dimentichiamolo, aveva esplicitamente invitato a non votare) è oggi indebolito. Ne potrebbe risultare un’accentuata instabilità del quadro di governo.

Rifondazione comunista, un risultato importante

Il secondo dato politico è l’accentuata dinamicità del risultato delle sinistre. Il “listone” - stando alle cifre fornite da via Nazionale - ha una dignitosa affermazione, attorno al 32.2 per cento, ma non sfonda. Allo stesso tempo, le forze che si collocano alla sua sinistra totalizzano, all’incirca, il rispettabile risultato del 13 per cento. E Rifondazione comunista - man mano che ci inoltra nella notte - si conferma non solo la forza di gran lunga centrale di quest’area, ma l’unica forza davvero in crescita sia rispetto alle passate europee sia rispetto alle politiche del 2001. Ne emerge, anche qui, una prospettiva interessante dei rapporti tra sinistre, sinistra di alternativa e movimenti. Il pacifismo, la protesta sociale radicale, i nuovi movimenti manifestano, insomma, una concreta possiiblità di incidenza sulla politica istituzionale: un dato che potrebbe svilupparsi, nei prossimi mesi, e determinare significativi mutamenti politici.

Il terzo dato è quello che connette il voto europeo con quello amministrativo. A Bologna e a Bari - due grandi città - il centrodestra è stato battuto, così come in Sardegna: qui, il messaggio sembra davvero chiaro e illumina in qualche modo le ancora incerte cifre della competizione europea. Mentre è da registrare il significativo successo a Bologna di Sergio Cofferati (e anche l’alto significato simbolico della riconquista della capitale dell’Emilia rossa), va sottolineata la forte affermazione, a Firenze, delle liste della sinistra alternativa. Nel capoluogo toscano, dove sicura è la riconferma del diessino Dominici, il Prc e i movimenti ottengono un risultato politicamente pesante, che non potrà che condizionare positivamente la prossima giunta. Una prova ulteriore che, in queste due giornate elettorali, non solo in Europa, la sinistra alternativa non può più esser considerata una forza marginale.

http://www.liberazione.it/commento.asp?tutto=1

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